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Il filosofo  José Ortega y Gasset ha detto: ‘Riflettere è considerevolmente laborioso, ecco perché molta gente preferisce giudicare‘. Sono d’accordo e ho deciso di scrivere questo libro, forse con un po’ di presunzione, per smuovere le coscienze. Ho cercato di farlo nel modo più neutro possibile, riportando studi, numeri ed esperienze di vita” spiega Sara Kay a Il grande colibrì. Ma questa è solo una parte della verità, perché “Genitori GAY – Good As You” (Tempesta Editore, 175 pp., 15€) non è solo un libro che racconta il fenomeno dell’omogenitorialità che, tra mille entusiasmi e pregiudizi, sta iniziando ad avere un’attenzione sempre maggiore e, per questo, a suscitare una ricerca di risposte sempre più forte. “Genitori GAY” è soprattutto una ricerca di informazioni e di certezze fatta per amore di una donna, di un rapporto e, chissà, di una bambina o di un bambino che potrebbe nascere in futuro…

Un po’ di tempo fa, era il 2012, si inizia quasi per caso a parlare di figli. Io già immaginavo [la mia compagna; NdR] sul divano bianco di casa nostra, sdraiata con un cucciolo appoggiato al seno, io seduta sugli sgabelli della cucina con una macchina fotografica per immortalare la mia prospettiva di felicità” scrive Sara Kay, per aggiungere poi: “Devo rendermi conto però che Raffaella non la pensa allo stesso modo. E’ frenata, confusa, dice cose che si contraddicono“. La prospettiva di diventare genitore in molte persone omosessuali genera paura, quasi panico. Sara ha iniziato (“più per tranquillizzare lei che me“) a leggere libri, a informarsi, ha aperto un sito dedicato all’omogenitorialità (genitorigay.com). E alla fine ha scritto questo libro.

genitori gay sara kay“Genitori GAY”, insomma, è un libro con due madri: da un lato la razionalità degli studi e dei numeri, della scienza e dei pareri degli esperti; dall’altro l’emozione di una ragazza innamorata. Il rapporto tra queste due madri dal carattere apparentemente così inconciliabile non è privo di contrasti e di imperfezioni (il libro avrebbe avuto bisogno di un lavoro di editing serio, che avrebbe evitato alcuni refusi, come quando nell’elenco dei paesi che riconoscono alle coppie omosessuali il diritto di adottare compare… il Sudan!), ma in fin dei conti si crea un equilibrio sorprendente e coinvolgente: il libro riesce a conciliare la specializzazione dei pareri che raccoglie e il processo “artigianale” della sua creazione in modo persino commovente.

La prima delle tre parti che compongono il libro, quella che raccoglie interventi di esperti di diversa specializzazione, dallo psicologo Federico Ferrari (leggi questo capitolo su ilgrandecolibri.com) alla sociologa Daniela Danna, dal giurista Roberto Virzo all’antropologa Romana De Micheli, è quella più significativa da questo punto di vista: dietro alla sequela di pareri scientifici si percepisce costantemente il filo tessuto da Sara e così emerge la seconda natura di “Genitori GAY”, rendendo accettabile e sensata una ripetitività che altrove risulterebbe fastidiosa. Parallelamente ad una raccolta di dati, il libro è la testimonianza del percorso di Sara, è un tributo d’amore e, in questo modo, diventa persino risposta esso stesso alla domanda sulla “opportunità” della genitorialità omosessuale.

La seconda parte dà voce direttamente alle madri lesbiche, ai padri gay, ai loro figli. Sono storie semplici, raccontante senza sensazionalismo, da cui traspaiono percorsi anche molto diversi, ma accomunati da una consapevolezza, sviluppata con coraggio e con costanza, che smentisce con forza la tesi di quegli omofobi che giudicano l’omogenitorialità come una scelta egoistica e irresponsabile. Paradossalmente, questi racconti suscitano entusiasmo, perché dimostrano quanto i pregiudizi siano infondati, e insieme sconforto, perché sembra assurdo che certe esperienze debbano ancora essere raccontate, che non possano ancora essere considerate come ovvie, quasi “banali”… La strada da percorrere è ancora lunga, ma con genitori così – viene da pensare – la meta sarà senza dubbio raggiunta.

Infine, la terza parte è quella più solida e che saprà convincere anche chi voglia puntare solamente all’anima razionale e scientifica del libro: tra i contributi di avvocati e giuristi, alcuni hanno una profondità di analisi insolita per un libro di divulgazione, pur rimanendo comprensibili anche al lettore meno esperto. Si segnalano in particolare gli interventi di Antonio Rotelli, co-fondatore e co-presidente dell’associazione Avvocatura per i diritti LGBTI – Rete Lenford, e di Dimitri Lioi, avvocato bergamasco che riesce a costruire un quadro d’insieme in cui omogenitorialità, matrimonio tra persone dello stesso sesso, scelte politiche e culturali del movimento LGBT riescono a collegarsi tra loro, a rafforzarsi reciprocamente e a trovare una propria convincente collocazione.

Il libro sta avendo un buon riscontro, alcune copie sono state acquistate anche all’estero – racconta Sara Kay a Il grande colibrì: – E’ una bella soddisfazione. Pensate che sto anche scrivendo una sceneggiatura a quattro mani con una giovane sceneggiatrice che ha letto il libro e ne è rimasta colpita: ora stiamo cercando patrocini e finanziamenti“. E Raffaella adesso è pronta a diventare mamma? “E’ una donna così intelligente! Abbiamo ragionato insieme su un tema che la spaventava tantissimo e si è ammorbidita sull’argomento. Poi siamo ancora giovani…“.

 

Pier
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3 Comments

  • Daniele Lapenna ha detto:

    In effetti, negare l' unione e i diritti a un individuo appartenente ad uno Stato, che non ha commesso alcun reato, e che rispetta la legge,
    è proprio contro il principio di libertà ed uguaglianza. É una contraddizione.
    I pregiudizi, purtroppo, ci saranno sinché la religione non scomparirà dal Pianeta, ma quelli sono solo dei pareri. La legge invece dev' esser uguale per tutti. Dev' esser un libro interessante.

    Bel blog, mi piace davvero tanto la tonalità della pagina

  • Patricia Moll ha detto:

    Complimenti!
    Forse ho già avuto modo di scriverlo ma io sono più che convinta che genitori non si nasce ma si diventa. Questo significa che etero e gay hanno la stessa percentuale di probabilità di diventare ottimi genitori.
    Essere genitori nasce dal cuore. Non dipende dal sesso. Ci sono ottimi padri e pessime madri e viceversa. Ma questo in tutto il mondo e in tutte le famiglie.

  • Andrea Bozzetti ha detto:

    Bel pezzo condivido sul mio BLOG

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