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Due terzi delle coppie sposate omosessuali francesi ha votato per partiti contrari ai diritti LGBT e le coppie gay sono quelle che hanno scelto con più frequenza l’estrema destra del Front National (Fronte nazionale; FN): sono queste, in estrema sintesi, le scoperte di un recente studio dell’autorevole Centro di ricerche politiche dell’Istituto di studi politici di Parigi (CEVIPOF) [Il Grande Colibrì]. La notizia ha creato reazioni contrastanti: c’è chi ha cercato di negarne la veridicità e chi, al contrario, ha festeggiato questa dimostrazione di normalizzazione politica. Altri, invece, si stanno interrogando su come fermare questa preoccupante deriva a destra della comunità LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transgender). Tra questi ultimi, in prima fila c’è lo storico militante gay Didier Lestrade, che già nel 2012 aveva lanciato l’allarme [Il Grande Colibrì] e che è tornato a parlarne con Il Grande Colibrì.

Il CEVIPOF ha pubblicato una ricerca sul voto delle coppie sposate omosessuali nelle ultime elezioni regionali…

E’ uno studio interessante perché, dopo l’approvazione del matrimonio per tutti in Francia, questa legge è stata analizzata relativamente poco. Alla luce di tutte le controversie che ci sono state prima della legge, sarebbe interessante studiare i matrimoni lesbici e i matrimoni gay.

La ricerca conferma le tue osservazioni, che furono ferocemente criticate nel 2012: gli omosessuali francesi scelgono e votano la destra e l’estrema destra.

Questa è la prima ricerca a fornire dati solidi sul fatto che le coppie omosessuali stiano scivolando a destra e dimostra che una grande maggioranza delle coppie vota per partiti politici che sono chiaramente contrari al matrimonio omosessuale. E’ un paradosso, anche perché non credo che, per esempio, siano così tante le coppie sposate gay o lesbiche negli Stati Uniti a votare per Donald Trump o per il Tea Party. Per questo, le ragioni di questo voto sono da cercare nella disaffezione della Francia nei confronti della sinistra e in particolare del Parti Socialiste (Partito socialista; PS) che ha fatto approvare questa legge.

Quali sono le cause di questa disaffezione?

Il ripudio della comunità LGBT nei confronti della sinistra socialista ha molte ragioni, che poi sono le stesse del resto della popolazione: crisi economica, rigetto della politica, enorme delusione verso il governo Hollande, insicurezza e – ultimo, ma non ultimo – l’aumento del razzismo nel paese. La questione dell’immigrazione è centrale in Francia dagli attentati di Parigi, con un governo che alimenta l’odio e che ha instaurato lo stato d’emergenza. E’ una politica che vuole distrarre e gettare fumo negli occhi strumentalizzando le paure per stigmatizzare gli arabi e i musulmani, ma anche tutti coloro che non sono bianchi. Ci sono molte analogie con quanto avvenne durante la guerra di Algeria o con la persecuzione degli ebrei durante il governo di Pétain.

E come mai anche la comunità LGBT partecipa a queste dinamiche?

E’ il risultato del lavoro avviato a partire dall’11 settembre 2001 da alcuni personaggi LGBT come Caroline Fourrest, che non hanno mai smesso di additare i musulmani come il nemico numero uno in Europa. Sono passati quindici anni dall’11 settembre e la Francia è diventata un paese xenofobo, governato dalla paura e dall’esclusione. Viviamo in un vero e proprio sistema di apartheid.

Il Front National è anche riuscito a costruirsi un’immagine forte di partito laico: per esempio, in Italia anche molti omosessuali credono che sia favorevole ai diritti LGBT…

Il Front National è un partito laico, ma la maggioranza dei suoi sostenitori sono cattolici tradizionalisti. E Marine Le Pen non è a favore dei diritti LGBT, ma come il suo partito è contro il matrimonio per tutti e contro tutte le rivendicazioni LGBT. Tuttavia, l’FN si presenta come la forza che difende le persone LGBT dalle minoranze etniche (neri, arabi, eccetera). In questo senso, il Front National è l’unico partito che si rivolge alle persone LGBT promettendo di difenderle dall’omofobia delle banlieue, dei quartieri poveri, degli immigrati. L’estrema destra allora segue la strategia degli analoghi partiti olandesi: si rivolge direttamente alle persone LGBT senza difendere i loro diritti, ma promettendo sicurezza, polizia, giustizia, soprattutto a livello locale.

E i partiti che sono a favore dei diritti LGBT non reagiscono?

Hanno approvato il matrimonio per tutti, è vero, ma la questione gay è totalmente assente dal discorso politico dominante: gli altri partiti, dal PS a Les Républicains [I Repubblicani di Nicolas Sarkozy; ndr], non fanno nulla, non offrono nessuna risposta politica alla comunità LGBT. E visto che nessuno si rivolge alle persone LGBT, lo fa l’FN. Marine Le Pen non ha nessun problema ad affrontare queste tematiche: è sempre sul pezzo, parla senza peli sulla lingua, ha seguito i consigli degli omosessuali presenti nella sua squadra. Perché bisogna dire anche questo: il Front National è l’unico partito francese che ha aperto le porte dei più alti livelli organizzativi a consiglieri gay. E i gay lo sanno.

Il trionfo dell’estrema destra tra gli omosessuali, scrive Sylvain Brouard nella ricerca del CEVIPOF, “paradossalmente può essere interpretato come una prova del successo del matrimonio per tutti. Infatti, se quest’ultimo voleva normalizzare il posto degli omosessuali nella società, le coppie omosessuali testimoniano bene, dal punto di vista elettorale, una forma di normalizzazione politica”. Assistiamo davvero a una vittoria del matrimonio per tutti?

E’ vero: il matrimonio gay ha normalizzato le persone omosessuali nella società. Ora che hanno ottenuto la loro rivendicazione principale possono votare quello che vogliono. E quindi sì, è una vittoria. Ma poi? In Francia la legge per il matrimonio per tutti ha provocato dibattiti e violenze, il governo ha lasciato che il confronto si avvelenasse e questo ha alimentato la rabbia nei suoi confronti. Inoltre, le lesbiche non hanno ancora accesso alla procreazione medicalmente assistita (PMA) perché i partiti di destra si oppongono. Insomma, tutte le rivendicazioni delle persone LGBT sono state sacrificate per permettere a una minoranza di gay e lesbiche di sposarsi.

In che senso?

Il dibattito sul matrimonio per tutti doveva aprire le porte a quello sulla PMA, sui diritti delle persone transgender, sulla lotta all’omofobia e al razzismo, sull’accompagnamento degli anziani LGBT, sull’aiuto alle associazioni per creare gli archivi LGBT francesi, eccetera. E invece…

E invece si è arrivati al paradosso di celebrare come vittoria la possibilità di essere uguali agli altri nel negare l’uguaglianza degli altri, giusto?

C’è stato un fallimento ideologico enorme e senza uguali in Europa perché il movimento LGBT francese ha chiuso i battenti con il matrimonio per tutti. E questo è successo per colpa di François Hollande, ma anche e soprattuto di associazioni gay come Inter-LGBT che hanno puntato tutto sul matrimonio gay senza mai pensare al “dopo”. E visto che la maggior parte dei “leader” LGBT francesi lavora direttamente o indirettamente per il Parti Socialiste, si è distrutta tutta la dinamica. Il PS ha fatto con i gay quello che ha fatto anche con SOS Racisme e con l’ecologia: ne ha distrutto sul nascere la legittimità e le speranze di cambiamento. E’ molto grave e ci vorranno almeno cinque o dieci anni perché le cose cambino, sempre che cambino davvero.

Perché sei così pessimista sul futuro?

La maggioranza assoluta non crede più a un impegno militante, il che è un paradosso in Francia, il paese che negli anni Novanta è stato il più impegnato in Europa. E ci troviamo in una situazione di crisi economica, in cui l’egoismo è diventato centrale nella comunità gay. Bisogna continuare a consumare prodotti gay, a viaggiare, a uscire per locali, ad avere una vita sessuale molto ricca: molti gay si comportano come consumatori, senza una visione ecologica delle proprie azioni.

Questo spiega anche la difficoltà, per esempio, a creare interesse sulla questione dei rifugiati?

Certamente. Su Slate ho pubblicato un articolo in cui spiego come la nostra esperienza associativa sull’AIDS e sulla lotta contro l’omofobia potrebbe essere utile ad aiutare le persone LGBT con background migratorio. Ma in Francia non si muove una foglia. Invece in Germania vediamo già centri d’accoglienza destinati specificamente alle persone LGBT. E’ un servizio che aiuta tutti: le persone LGBT tedesche, quelle straniere, l’intera società. Ma, appunto, in Francia non c’è niente di simile. Ed è una cosa molto triste.

Pier Cesare Notaro
©2016 Il Grande Colibrì
foto: Rémi Noyon (CC BY 2.0)

One Comment

  • SeniorBlogger ha detto:

    Una situazione paradossale che testimonia dell'efficacia del pragmatismo spregiudicato della proposta politica dell'estrema destra d'oltralpe.
    Un articolo molto interessante, che dipinge uno stato di fatto contraddittorio e articolato, da valutare con attenzione perché scopre alcuni importanti processi sociologici.

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