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Un uomo è stato indagato perché possedeva un’immagine di un ragazzo che faceva sesso indossando un costume da tigre. Un personaggio piuttosto noto, avvocato e consigliere del sindaco di Londra, è finito davanti ai giudici per colpa delle fotografie scattate durante un sex party in cui si praticava il fisting (penetrazione anale con la mano) e si usavano sonde uretrali (tubicini metallici che vengono introdotti nell’uretra). E’ stato assolto grazie alla testimonianza di alcuni esperti, ma intanto i dettagli della sua vita sessuale sono stati spiattellati davanti a sconosciuti e sono finiti sui giornali. E non sono casi isolati: secondo i dati ufficiali storie simili capitano a più mille persone ogni anno. Non stiamo parlando di un lontano paese in preda a un’ondata di integralismo religioso, ma del Regno Unito e della lotta senza quartiere che da qualche anno il governo conduce contro la “pornografia estrema”.

NIENTE SESSO HARD, SIAMO INGLESI

Nel 2009 il governo laburista ha introdotto il reato di possesso di “pornografia estrema”, che è stato poi fortemente inasprito l’anno scorso dall’esecutivo conservatore. La legge considera un crimine penalmente rilevante il possesso di immagini (foto, video, disegni, ecc…) realistiche ed “esageratamente oscene” intese a provocare eccitazione sessuale che raffigurino azioni che minaccino il benessere e la dignità delle persone o penetrazioni non consensuali, oltre a pratiche zoofile (sesso con animali) e necrofile (sesso con cadaveri). Il provvedimento, giustificato con la necessità di combattere la pedopornografia e il “revenge porn” (divulgazione di immagini pornografiche di una persona senza il suo consenso per vendicarsi di lei), ha invece finito per colpire molte pratiche sessuali tra adulti consenzienti.

Quali sono queste pratiche sessuali finite nel mirino della legge? Eccone un piccolo elenco: praticare il sadomasochismo; usare fruste o bacchette (caning); sculacciare (spanking); usare corde o altri strumenti per immobilizzare il partner (bondage); sedersi sul volto del partner per farsi leccare la vagina o l’ano (facesitting); aggredire fisicamente o verbalmente il partner o umiliarlo, anche se è consenziente; urinare sul partner o fargli bere urina (pissing); impersonare un personaggio non adulto; privare il partner del respiro. Tra i divieti, figura persino l’eiaculazione femminile.

MILIONI DI POTENZIALI “CRIMINALI”

Ora l’Adam Smith Institute, uno dei più importanti think tank inglesi di destra, ha lanciato un pesante allarme attraverso il breve saggio del filosofo Nick Cowen “Nothing to hide. The case against the ban on extreme pornography” (“Niente da nascondere. Argomentazioni contro il divieto della pornografia estrema”) [Squarespace]: la legge, con i suoi confini indefiniti e i suoi intenti moralistici, criminalizza e rende ricattabili potenzialmente milioni di sadomasochisti e feticisti, persone che non stanno facendo del male a nessuno e che hanno semplicemente gusti sessuali “particolari” e minoritari. Si tratta di una norma che ricorda per molti aspetti la criminalizzazione dell’omosessualità, e non è forse un caso che anche la legge contro la pornografia estrema sia applicata soprattutto contro uomini gay.

“Ci sono poche lodi da fare al divieto di pornografia estrema nel Regno Unito e molte ragioni teoriche e pratiche per preoccuparsi – scrive Cowen – Secondo me, non soddisfa, neppure male, nessun obiettivo pressante di politica pubblica”. Il filosofo ritiene che l’abrogazione della legge “non avrebbe nessun reale impatto negativo e avrebbe invece un impatto molto positivo in termini di migliore garanzia dei diritti delle minoranze sessuali”. D’altra parte, se ragioni politiche impediscono la cancellazione completa della norma, è sempre possibile modificarla in modo che non punisca più “immagini create attraverso attività sessuali consenzienti tra adulti”. Perché oggi nel Regno Unito c’è la libertà di amare chi si vuole, ma non di farci sesso come si vuole davanti a una videocamera.

 

Pier
©2016 Il Grande Colibrì

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