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Le prime nomine del nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, erano attese con ansia perché considerate un buon indicatore di quale potrebbe essere la linea politica del futuro governo repubblicano: la destra al potere cercherà davvero di realizzare le proposte inquietanti fatte in campagna elettorale [Il Grande Colibrì] o è stato tutto un bluff per sfruttare la rabbia popolare?

Partiamo dal futuro procuratore generale (l’equivalente del ministro della giustizia nei governi europei): Trump ha scelto il senatore Jeff Sessions, un politico noto per il suo disprezzo nei confronti delle donne, delle minoranze etniche e delle persone LGBTQI (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer e intersessuali). Human Rights Campaign è lapidaria: “Nella sua lunga carriera politica è sempre stato dal lato sbagliato per tutte le questioni legate ai diritti civili”.

Gli esempi purtroppo si sprecano e l’elenco delle leggi progressiste a cui si è opposto è davvero lungo (solo per citarne alcune, l’atto contro la violenza nei confronti delle donne, la norma per il diritto di voto dei neri, la legge contro le discriminazioni, il provvedimento per la prevenzione dei crimini d’odio, la riforma dell’immigrazione…). Sessions vorrebbe proibire i matrimoni gay con norma costituzionale, legalizzare le discriminazioni contro le minoranze sessuali motivate da convinzioni religiose, cacciare omosessuali e transgender dall’esercito, ridurre le pene per i crimini violenti contro le persone LGBTQI e quelle diversamente abili.

Nel 1986 Sessions cercò di diventare giudice federale, ma la sua carriera fu bloccata dalle sue dichiarazioni razziste. Trent’anni dopo, le sue prese di posizione non solo non sono più un ostacolo, ma anzi gli aprono le porte per un incarico molto più importante e prestigioso.

Le altre nomine non sono più rassicuranti: a guidare la CIA, l’agenzia di spionaggio civile, sarà Mike Pompeo, un membro della lobby delle armi che sostiene che sia necessaria la sorveglianza senza limiti e il mantenimento di prigioni segrete per presunti terroristi. Inoltre, secondo lui negli interrogatori non bisognerebbe applicare le leggi che vietano la tortura. Le dichiarazioni contro l’accordo sul nucleare con l’Iran sono solo la ciliegina su una torta avvelenata, fatta anche da voti contro le leggi per i diritti delle donne e delle persone LGBTQI.

E concludiamo con Michael Flynn, nuovo consigliere per la sicurezza nazionale. Flynn è un ex generale che ha manifestato simpatie per presidenti autoritari come il russo Vladimir Putin e il turco Recep Tayyip Erdoğan. È noto per la sua islamofobia dichiarata (ha descritto l’islam come un “cancro maligno” e ha definito “razionale” la paura nei confronti dei musulmani), ma anche per un antisemitismo più nascosto. E se l’è presa anche con le donne transgender nell’esercito (“simulatori di genere” che vorrebbero insidiare le soldatesse), i cui diritti sarebbero “questioni triviali”.

Insomma, queste prime nomine sembrano confermare le previsioni peggiori. E danno ragione alle raccomandazioni della giornalista di origini russe Masha Gessen, profonda conoscitrice del regime di Vladimir Putin, quanto parla di Trump: “Credete all’autocrate: pensa davvero quello che dice. Pensiamo o diciamo che la sta sparando grossa solo a causa della nostra innata tendenza alla razionalizzazione. Succederà spesso: gli esseri umani sembrano essersi evoluti per praticare la negazione quando sono pubblicamente di fronte all’inaccettabile” [The New York Review of Books].

Come Trump ha dimostrato negli ultimi mesi, la denuncia dell’autoritarismo non basta. Come Trump sta dimostrando oggi, la speranza contro l’autoritarismo è pura illusione. È tempo di costruire urgentemente una risposta di largo respiro, anche in Europa. Perché domani sarà già troppo tardi.

 

Pier
@2016 Il Grande Colibrì

 

One Comment

  • Enrico Proserpio ha detto:

    Ti sei dimenticato il responsabile all’istruzione che vuole rilanciare le “radici cristiane” eliminando, tra le altre cose, l’evoluzionismo dalle scuole per sostituirlo col creazionismo.

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