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Cosa cercano gli utenti di Internet nei siti pornografici? Lo si può capire dalle parole chiave che digitano sui motori di ricerca specializzati. E la risposta suscita la curiosità di moltissime persone, come dimostra l’enorme diffusione che stanno avendo i dati pubblicati da Porn MD, rilanciati da moltissimi siti online. Il motore a luci rosse mostra le prime dieci richieste degli utenti di molti paesi di tutto il mondo, in una infografica interattiva davvero ben fatta. Peccato che i risultati siano affidabili solo per i paesi più grandi, mentre i dati provenienti dagli stati medio-piccoli sembrano il frutto delle ricerche di un numero esiguo di “bizzarri” utenti.

La fotografia dell’Italia è piuttosto verosimile: gli italiani ricercano soprattutto le donne “mature” (6° posto), conosciute anche come “MILF” (5°), acronimo che indica “madri che mi piacerebbe scopare”, ma ogni tanto virano sulle “adolescenti” (9°). Vanno letteralmente pazzi per “Sara Tommasi” (2°), la showgirl coinvolta nel Rubygate di Silvio Berlusconi, ma anche la pornostar “Selen” (10°) riesce ad entrare per un pelo nella top ten. Quello che sembra davvero farli imbizzarrire, però, è l’idea di scoprire un video porno con la vicina di casa, con la collega di lavoro o con la maestra del figlio: tante ricerche sono dedicate al porno “amatoriale” (3°), possibilmente made in Italy (“Italian” è al primo posto, “italiana” al quarto, “Italia” all’ottavo).

La tendenza a ricercare soprattutto video a luci rosse prodotti entro i confini nazionali accomuna quasi tutti i paesi del mondo, con poche ma significative eccezioni: ad esempio, i cinesi affidano ai “giapponesi” e al “Giappone” primo, sesto, settimo e ottavo posto, i belgi preferiscono ai propri connazionali i “francesi” (1°) e gli “olandesi” (9°), mentre in tutta l’America del nord e in Nuova Zelanda trionfano “asiatici”, “indiani” e “coreani”. I più pornograficamente multietnici sarebbero però i libici, che mettono insieme “arabi” (2°), “puttane anali americane” (3°), “Egitto” (5°), “Iraq” (6°) e “milf giapponesi” (8°).

E che dire degli afghani che cercano soprattutto scene a luci rosse con protagonisti “pakistani” (1°), mentre proprio i pakistani preferiscono “video di sesso indiani” (1°)? Il cerchio sarebbe perfetto se gli indiani rincorressero gli afghani, e invece in India spopola il porno nazionale con “indiani” (1°), “zie indiane” (3°), “attrici indiane” (4°), “sesso indiano” (6°), “desi” (sud-asiatici; 8°) e “mogli indiane” (9°).

La pornografia “lesbica” (meglio: la pornografia per uomini etero con scene di sesso tra donne) è, poco credibilmente, assente dalle classifiche di quasi tutti i paesi, con poche eccezioni: Repubblica Ceca (4° posto), Portogallo e Regno Unito (5°), Nuova Zelanda (6°), Belgio e Kazakistan (7°), Australia (10°), cui si aggiunge il Ghana con “lesbiche nere” come settima ricerca più frequente. Le persone transgender entrano in classifica solo in Repubblica Ceca, con “shemale”, donne trans non operate, al settimo posto e un assurdo “shemale castrate” al sesto.

Molto più frequenti sarebbero le ricerche di pornografia gay, che conquistano persino quattro posizioni su dieci in Islanda e cinque in Iran, Filippine e Messico, ma che spopolerebbero soprattutto in America meridionale: otto posizioni in Venezuela, nove in Cile. In Perù, addirittura, il sesso tra uomini farebbe un en plein: tutta la top ten si riferisce a rapporti gay. Il che, francamente, pare poco probabile.

Se poi ancora possiamo credere all’amore per la terza età dei finlandesi, con i “maturi” e le “nonne” che conquistano le prime due posizioni, sorprende e non convince il primo posto del complesso “fisting FFM”, cioè l’inserimento della mano nell’ano praticato da due donne e un uomo, e dell’esibizionistico “gay in impermeabile” in Ucraina. Senza parlare della presunta passione sudcoreana per la coprofilia, con ricerche come “merda” (5°), “toilette” (9°) e “cagare” (10°). La “coprofilia zozza” la si ritrova anche in Siria (dove sarebbe irrealisticamente la nona ricerca più comune) insieme alle “eiaculazioni femminili cremose” (3°) e alle “supposte gay” (6°), probabilmente prescritte dai “dottori anali” (4°).

A dir poco strana è anche la classifica ungherese, che mette insieme “mamme e figli” (2°), “boscaioli” (5°), “nonni gay” (7°) e “gay coreani” (8°). Ma nessuno supera in bizzarria e improbabilità le ricerche islandesi, dominate dagli “adolescenti che scopano” (1°) e dai celeberrimi (?!) “gay nativi americani” (2°), per passare al “BDSM” (3°) e ai “daddy” (5°), i gay maturi che incontrano ragazzi più giovani,  non disdegnando poi la “peluria anale” (4°), i “massaggi prostatici” (6°) e persino gli “animali” (7°). La classifica si chiude significativamente con un “orgasmo” (10°). Va bene che i gusti sono gusti, ma sono gli islandesi ad essere “particolari” o sono le statistiche di Porn MD ad essere sballate?

Pier
©2013 Il Grande Colibrì

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