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Due mesi di lavoro sono bastati per essere bollata come un cattivo esempio per i bambini con cui era a contatto. Najma Kousri Labidi lavorava come assistente alla sponsorizzazione internazionale nell’ufficio raccolta fondi di SOS Villaggi dei bambini, un’organizzazione internazionale privata, apolitica e aconfessionale che offre accoglienza a bambini orfani o abbandonati e supporto preventivo alle famiglie in difficoltà.

Najma è anche un’attivista dell’Association Tunisienne des Femmes Démocrates (Associazione tunisina delle donne democratiche; ATFD) e un’aperta sostenitrice dei diritti LGBTQI (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer e intersessuali). Lo dice chiaro e tondo il suo coloratissimo account Facebook, pieno di foto, articoli, video sul femminismo e pro-LGBTQI, che sprizza forza, coraggio e determinazione.

Questo, però, per la presidentessa della direzione nazionale tunisina di SOS Villaggi dei bambini, tale Yosra Chaibi, è addirittura disdicevole e motivo di licenziamento, senza possibilità di replica. La decisione arriva dopo un mese di indagine e viene comunicata a Najma dalla coordinatrice nazionale che menziona il fatto di aver visto il suo profilo Facebook stampato su carta già da tempo e la incoraggia alla fine a non dar peso a questo meschino attacco pianificato.

Najma ha registrato questa conversazione e non si è data per vinta: ha reso noto l’accaduto tramite uno stato sul suo account di Facebook, in cui cita anche l’articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti umani (“Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, riceve e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere”).

Poi ha notificato il tutto a SOS Villaggi dei bambini, ricevendo come risposta la promessa di investigare sull’inammissibile avvenimento che non passerà inosservato [Facebook]. La promessa di Najma, invece, a se stessa e alla Tunisia è quella di non farsi intimidire, di continuare a lottare e far sentire la sua voce, con la speranza di essere eccome un esempio per le nuove generazioni.

 

Ameni
©2017 Il Grande Colibrì

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