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Tiffany Mugo cerca di riformulare l’approccio che finora il Sudafrica ha avuto verso l’educazione sessuale e di diffondere la consapevolezza tra le donne lesbiche sudafricane sulle malattie sessualmente trasmissibili (MST). Perché non è vero che è un problema che interessa solo gli uomini gay: è un problema anche per le donne lesbiche, e diventa pericoloso quando manca la consapevolezza e l’aiuto da parte dei medici. A tal proposito, l’attivista e scrittrice keniana gestisce Hola Africa!, una piattaforma per le donne lesbiche, e ha creato la guida “Please Her: A Safe Sex and Pleasure Manual for African Women” (Dalle piacere: un manuale al sesso sicuro e al piacere per donne africane).

Mugo spiega che la credenza di essere immuni alle malattie sessualmente trasmissibili sorge dalla convinzione che si possa contrarre qualcosa solo se c’è penetrazione, solo in presenza di un organo maschile e di uno femminile, facendo un’analogia con il rischio di rimanere incinta. Invece, attraverso i rapporti tra due donne si possono contrarre varie malattie, tra cui il papilloma virus (HPV), la tricomoniasi, l’herpes, la sifilide, la gonorrea e la clamidia.

La sicurezza di non contrarre delle malattie ha la brutta conseguenza che spesso i sintomi non vengono trattati: la maggioranza delle lesbiche africane non va dal medico se contrae qualcosa e non si protegge in nessun modo dalle malattie. In molti paesi africani un dottore può persino denunciare la paziente se viene a sapere della sua omosessualità, ma anche in Sudafrica, nonostante sia legale essere omosessuali, molte donne preferiscono tacere di fronte al medico.

Ed è anche per i molti rifiuti dei medici a curare le donne lesbiche che Mugo vuole che esse stesse siano le proprie guardiane della propria salute. Per il sesso orale, però, spiega l’attivista, è molto difficile proteggersi, anche perché il dental dam (diga dentale) è quasi impossibile da procurarsi, e per lo sfregamento dei genitali (tribbing) non c’è proprio alcuna protezione.

Oltre alla consapevolezza, che tra le donne deve assolutamente aumentare, è la mentalità dei medici che deve cambiare, proprio come successe negli anni Sessanta e Settanta per l’AIDS.

Ginevra Campaini
©2017 Il Grande Colibrì
foto: Il Grande Colibrì

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