Skip to main content

Alcuni conoscono John Updike solo per la sua celebre frase: “Il sesso è come il denaro: solamente quando è troppo è abbastanza”. Perché, come disse una volta Marilyn Monroe, “il sesso fa parte della natura – e io seguo la natura”. “Il sesso è la sorgente della creatività”, sentenziava il mistico indiano Osho. E il premio Nobel per la letteratura John Steinbeck ha scritto: “Di quale libertà godrebbero uomini e donne, se non fossero continuamente turlupinati e resi schiavi e tormentati dal sesso! Il solo inconveniente di questa libertà è che uno allora non è più un essere umano. E’ un mostro”. Tutte frasi che attirano facile approvazione. Poi scopri Lea Vittoria Uva, un’attivista asessuale. E ti vengono spontanee due riflessioni: 1) è l’esatto contrario del mostro prospettato da Steinbeck; e 2) forse conviene indagare un po’ di più sulla realtà dell’asessualità e sulla presunta e tanto sbandierata “inesorabilità” della sessualità…

Come possiamo definire l’asessualità?

Essere asessuali significa non provare attrazione sessuale verso nessuno. A differenza di ciò che tante persone pensano, non è “la scelta di non fare sesso”, non è il risultato di abusi nell’infanzia, non è dovuta a malattie fisiche o mentali, e non è una cosa “solo da donne”.

Dunque una persona asessuale non ha desiderio sessuale, giusto?

No. Le persone asessuali possono avere una libido, ma non è diretta verso nessuno, e questa è una delle maggiori differenze tra le persone asessuali e le persone “sessuali”.

Una persona asessuale può essere giudicata come “strana”, “anormale”, “malata”, “vittima di un trauma”…

Sì, in generale la gente crede che chi è asessuale (che abbia una libido o no), non sia “normale”. Non è sempre facile spiegare che l’asessualità è normale: per molte persone, desiderare una relazione sessuale è una parte così importante della loro esperienza di vita che non riescono a credere che esistano persone che non provano le stesse emozioni. Per ora, tra i diversi risultati ottenuti da ricerche, il più citato dice che circa l’1% della popolazione è asessuale.

La battaglia di voi attivisti asessuali è quella di spiegare che avete assolutamente niente di “sbagliato” e anche di creare una comunità in cui nessuno si senta più unico che raro…

Nel 2001 l’attivista statunitense David Jay ha fondato l’Asexual Visibility and Education Network (Rete asessuale per la visibilità e l’educazione – AVEN) e dal 2005 c’è anche AVEN Italia, una comunità che ha come obiettivi principali l’educazione sull’asessualità e di essere un posto dove le persone asessuali possano condividere e discutere le proprie esperienze in un ambiente sicuro e protetto dai soliti pregiudizi. AVEN aiuta anche a coordinare i ricercatori e i media che vogliano approfondire la tematica dell’asessualità.

A proposito di ricercatori, la comunità scientifica sta riconoscendo adeguatamente questo orientamento?

Sì, sta dimostrando un grande interesse, soprattutto nei paesi anglofoni dove c’è più visibilità. Anthony F. Bogaert, Lori A. Brotto, Mark A. Carrigan e Kristin Scherrer sono tra i ricercatori più interessati a studiare questo orientamento. Per un elenco completo di ricerche dedicate all’asessualità, suggerisco di consultare Asexual Explorations.

Eppure esistono ancora psicoterapeuti che considerano l’asessualità una vera e propria malattia…

Sì, tanti “professionisti” sono poco informati e continuano a supportare, anche pubblicamente, la patologizzazione dell’asessualità, così come succede a volte ancora con l’omosessualità, purtroppo. In parole povere, ci sono ancora psicologi e psichiatri che considerano l’asessualità una malattia: alcuni credono che sia la stessa cosa del Desiderio Sessuale Ipoattivo e/o del Disturbo da Avversione Sessuale.

E qui arriviamo al tema dell’asessualità nel DSM, il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, al quale hai dedicato un articolo ricco di interessanti dettagli su Intersexioni. Potresti farci un veloce riassunto della questione?

Il DSM ha cominciato a fare chiarezza sulla confusione tra asessualità, Desiderio Sessuale Ipoattivo e Disturbo da Avversione Sessuale già nella quarta revisione (DSM IV) del 1994 e anche nell’ultima edizione (DSM V) del 2013. Il Disturbo da Avversione Sessuale è stato rimosso quest’anno perché è utilizzato troppo raramente e non ha ricerca di supporto. Nel paragrafo del Desiderio Sessuale Ipoattivo, invece, era già stato specificato nel 1994 che per essere un disturbo deve causare al paziente notevole disagio e difficoltà. Nel DSM V è stato esplicitamente aggiunto che non dovrebbe essere diagnosticato a persone che si identificano come asessuali.

Come reagiscono di solito parenti, amici e conoscenti quando una persona dimostra di non provare attrazione sessuale verso nessuno?

Le reazioni sono varie. Se una persona non è “out” come asessuale, il più delle volte riceverà pressioni sul perché è single e quando si deciderà a trovarsi un partner, o perché non esce con quella persona lì che mi sembra una brava persona, eccetera. Se è in una relazione e gli amici sentono il partner lamentarsi, magari, di non avere rapporti abbastanza spesso, la persona asessuale quasi sicuramente riceverà pressioni a riguardo, indipendentemente se è “out” o no: le verrà detto che deve soddisfare il partner sessualmente se vuole una relazione soddisfacente, se non vuole essere lasciata o tradita, indipendentemente dai suoi desideri e dalle sue inclinazioni.

E, quando si fa esplicitamente coming out come asessuali, quali sono le reazioni più comuni?

Si va dalla patologizzazione (“Hai sicuramente un problema di salute, magari ormonale!”) all’inferire cause e soluzioni al “problema”: “Sei stato abusato da piccolo”, “E’ solo perché ti sei lasciata con quella persona di recente”, “Devi solo trovare la persona giusta”, “Vieni a letto con me che ti faccio cambiare idea”. E non mancano coloro che direttamente negano la possibilità che una persona sia asessuale: “Sei solo gay, ma non hai il coraggio di ammetterlo”, “L’asessualità non esiste, te lo stai inventando”, “Non è possibile che una persona non provi attrazione per nessuno, stai mentendo”.

Le difficoltà sembrano molte…

Beh, questo tipo di reazioni, ovviamente, crea disagio e sconforto. Generalmente parlando, molte persone asessuali scoprono la loro identità proprio perché notano la loro differenza rispetto alle altre persone, e hanno già paura di essere le sole a sentirsi così, che non ci sia nessuno che le capisca, che ci sia qualcosa che non va in loro. Scoprire l’asessualità e l’esistenza di una comunità spesso dà una sensazione di sollievo difficile da spiegare a parole; fare coming out, dopo, con persone di cui ci si fida, e ricevere risposte come quelle che ho elencato prima, può distruggere questo senso di sollievo e portare la persona asessuale a sentirsi nuovamente a disagio con gli altri, a nascondersi, a fingere ciò che non prova.

Prima accennavi anche alle pressioni che si possono avere riguardo alla vita di coppia… Una persona asessuale può vivere serenamente una relazione romantica con una persona sessuale?

Le persone asessuali hanno gli stessi bisogni emotivi del resto della popolazione: nonostante ci siano individui asessuali che sono anche aromantici, cioè che non provano attrazione romantica, moltissime persone asessuali si identificano come etero, omo, bi o panromantiche e desiderano o vivono relazioni romantiche con altre persone asessuali o sessuali. E la maggior parte delle persone asessuali che hanno una relazione sono con un partner sessuale… In una relazione “mista”, cioè asessuale con sessuale, è facile che ci siano difficoltà dal punto di vista sessuale della relazione, ma ci sono diverse soluzioni, come per ogni “problema”. Credo sia anche importante ricordare che essere asessuali non significa automaticamente non essere attivi sessualmente o non essere disponibili alle richieste di un partner, e che essere sessuali non significa essere schiavi del sesso.

Esistono anche casi di discriminazioni palesi nei confronti di persone asessuali?

La comunità asessuale non ha subito lo stesso tipo di discriminazioni e violenze che le persone gay, lesbiche, trans e intersessuali hanno storicamente sofferto. Detto ciò, le persone asessuali si sentono, generalmente, vicine al movimento LGBTQI, perché anche loro soffrono molto per via dell’eterosessismo presente in società. Come gruppo, sono più invisibili di altri gruppi LGBTQI; come individui si possono sentire ugualmente isolati, soli e spaventati. Molti crescono confusi e preoccupati e si vergognano e negano la loro natura per vivere secondo le aspettative di famiglia e amici. Per questo, come altre persone queer, le persone asessuali sono più propense a soffrire di depressione. Le persone asessuali non hanno un gruppo di supporto a cui rivolgersi, se non online, ma purtroppo pochi lo sanno.

Insomma, ci sono molte esperienze comuni tra asessuali e persone LGBT…

Molti asessuali hanno subito bullismo e violenze omofobiche, perché generalmente, se una persona non è attratta dal sesso opposto, viene automaticamente classificata come gay. Le donne asessuali a volte ricevono minacce di “stupro correttivo” per farle “tornare etero”, come succede anche alle donne lesbiche. Infine, ovviamente, molte persone asessuali sono trans o romanticamente attratte dallo stesso sesso: sondaggi indicano che solo circa il 30% degli asessuali si identifica come eteroromantico e che la comunità asessuale ha una percentuale di persone trans e genderqueer più elevata rispetto al resto della popolazione.

Nella nostra società il sesso e la sua rappresentazione conquistano sempre più un ruolo centrale e pubblico, diventando “una parte della vita quotidiana”, come ha spiegato entusiasticamente Kevin Clarke al Grande Colibrì, per il quale questo fenomeno significa liberazione e superamento del perbenismo. Ma lo sviluppo di una “società pornografica” causa più problemi alle persone asessuali?

Rispetto alle persone sessuali, le persone asessuali hanno, in media, più difficoltà a relazionarsi a una società sesso-centrica: i media sono sempre più sessualizzati e gli asessuali possono provare indifferenza, repulsione e/o un sentimento di alienazione. Ma non sono solo le rappresentazioni mediatiche, la cultura è influenzata da questa “sessocrazia” più profondamente.

Ad esempio, la società occidentale odierna, diversamente da altri tempi e da altre culture, sembra mettere il sesso come elemento decisivo di differenziazione tra un rapporto di amicizia e una relazione romantica, anche se fa questo in un modo contraddittorio, considerando che per molti è normale pensare a relazioni di amicizia dove il sesso è incluso, ma non concepiscono una relazione romantica dove il sesso è escluso o non importante. Una persona che desidera avere una relazione romantica, e ammette che preferirebbe se non ci fosse sesso, riceve risposte che sono un misto tra derisioni e “allora vuoi solo amicizie”.

Questo non ha tanto a che fare con il superamento del perbenismo, quanto con, semplicemente, uno spostamento di focus su quali atteggiamenti e valori sono rivestiti di maggiore importanza oggi. Il romanticismo e l’amore, oggi, sembrano essere indissolubilmente legati al sesso per la maggioranza delle persone.

Pier Cesare Notaro
©2013 Il Grande Colibrì
photo: Republica (CC0)

33 Comments

  • Andrea ha detto:

    Come può venirti in mente di mettere in relazione delle persone che non si curano del sesso con dei pedofili?
    Spero sia una provocazione di cattivo gusto e tu davvero non abbia pensato a questa associazione…

  • Nordlys ha detto:

    Non vedo cosa c’entri con l’asessualità.

  • erox ha detto:

    "Credo sia anche importante ricordare che essere asessuali non significa automaticamente non essere attivi sessualmente o non essere disponibili alle richieste di un partner, e che essere sessuali non significa essere schiavi del sesso"
    Non so, ma 'sta asessualità mi sembra soltanto la scusa di chi è stato educastrato da anni bigottismo e sessuofobia cattolica e non vuole serenamente ammetterlo. Inoltre come può un partner sessuato trovare coinvolgimento in un rapporto sessuale (che non vuol dire penetrazione, ma ricerca del piacere sessuale reciproco) con una persona che non prova piacere nel dargli piacere sessuale. E' un po' come se io, gay, facessi sesso con una donna verso la quale non provo la benché minima attrazione sessuale o erotica: sì, potrò anche violentarmi fino ad avere un'erezione per avere un coito con lei, ma difficilmente oltre l'atto meccanico potrei farla godere come la farebbe godere una che veramente la desidera sessualmente.

  • Anonimo ha detto:

    Boh! …seconodo me il sesso è una delle poche cose belle della vita! A me sinceramente dispiace per chi non ha mai potuto apprezzarlo

    • Anonimo ha detto:

      Appunto , dici bene all'inizio , secondo te , così come una persona asessuale potrebbe dirti che impegnarsi molto intelettualmente è una delle poche cose belle della vita e le dispiace per chi non ha potuto impegnarsi molto , preferendo il sesso .

    • Paolo1984 ha detto:

      si può fare sesso e impegnarsi molto intellettualmente. Una cosa non esclude l'altra nè la implica. Se ognuno vivesse come vuole senza giudicare l'altro malato o vittima dei mass media sarebbe meglio

  • Sara ha detto:

    Tra l'altro non avere desiderio sessuale (che NON vuol dire reprimerlo, vuol dire solo non averlo) consente di dedicare le proprie energie a cose più utili, nella vita, che cercare partner, passare ore a fare zum zum, e mettere al mondo inutili marmocchi utili solo a consumare altre risorse del nostro povero pianeta.

    • Paolo1984 ha detto:

      Sara, se non vuoi essere giudicata non giudicare. Per moltissime persone (non tutte "sessuomani", vorrei far presente che tra l'ipersessuale e l'asessuale c'è una via di mezzo "sessuale" che comprende la maggioranza degli abitanti del pianeta) lo "zum zum" è bello e tutt'altro che inutile che sia legato o no alla procreazione (e volere dei figli è legittimo come non volerli).
      E giudicare chi vive il sesso in una certa maniera come "vittima del sistema capitalista e della propaganda" è offensivo come giudicare "malato" chi ha un certo orientamento sessuale (gay, bisex, asessuale che sia)

    • Paolo1984 ha detto:

      e per come la vedo io finchè sono tutti adulti consenzienti anche i cosiddetti sessuomani (qualunque cosa si intenda) non fanno nulla di male

    • erox ha detto:

      L'asessualità non è un orientamento sessuale, così come non sono il transgenderismo (che riguarda l'identità di genere), il feticismo, la pedofilia, la zoofilia, e altre cose del genere.
      Gli orientamenti sessuali sono solo quello eterosessuale (attrazione sentimentale ed erotica per persone dell'altro genere), quello omosessuale (attrazione sentimentale ed erotica per persone dello stesso genere), e il bisessuale (unione dei due precedenti). L'asessualità, invece, sta sullo stesso asse dell'ipersessualità, e lasciamo alla scienza medica stabile se e in quali condizioni queste sono patologiche o no. E' assurdo voler stiracchiare, ridefinire, deformare un concetto medico-scienfico solo per voler farci rientrare la propria condizione entro canoni di normalità

    • Il Grande Colibrì ha detto:

      Erox, tutte le categorizzazioni dell'orientamento sessuale sono frutto di scelte semplificatorie che riflettono necessità, innovazioni, tradizioni e limiti culturali. Dividere le persone in eterosessuali, omosessuali e bisessuali è solamente un utile strumento cognitivo per rendere più maneggiabile una realtà estremamente complessa (è talmente artificiale questa categorizzazione che gli studi scientifici adottano innumerevoli e spesso inconciliabili definizioni dei diversi orientamenti sessuali e costruiscono strumenti di rilevamento assai differenti – questo spiega anche in parte le macroscopiche differenze nelle stime sulla popolazione divisa per orientamento sessuale). Se questa divisione in tre classi dell'umanità diventa limitante e invece che aiutarci a capire meglio la realtà ne nasconde aspetti rilevanti, non c'è nulla di male o di sbagliato nel proporre nuove e più utili classificazioni.

    • Erox ha detto:

      Non bisogna confondere le definizioni, con le manifestazioni di un fenomeno. Le definizioni di orientamento sessuale sono ben oramai definite scientificamente, sono solo i taleban-cattolici, che pretendono di riscriverle e di metterci dentro un fenomeno a parte, come il transgenderismo, e le parafilie per far confusione e buttare tutto in caciara. Volerlo ridefinire solo per metterci dentro gli asessuali (qualsiasi cosa siano, visto che nessuno è in grado di dare una definizione dell'asessualità che non sia contraddittoria), solo perché l'asessuale vuole rivendicare la sua normalità è un'idiozia sotto il punto di vista scientifico e metodologico: perché è evidente che eterosessualità, omosessualità e bisessualità, stanno su un asse differente del complicato diagramma che rappresenta la sessualità umana.

  • Anonimo ha detto:

    Per l’amore il sesso non è tutto, ma per arrivare a dire quello che dici mi sa che stai male con te stessa.

  • Anonimo ha detto:

    Secondo me senza sesso viene a mancare a poco a poco anche l'intimità? Come si può dormire con il proprio amat* senza provare attrazione? Non lo capisco. Quindi è solo una cosa fisica, non c'è eccitazione ma c'è intimità? Oppure gli asessuati hanno solo legami di amicizia e non di amore? Sono curioso in proposito e non ho nessun pregiudizio, sia chiaro.

    • Fireya Von Amarth ha detto:

      Penso che vivendo insieme, come coppia anche senza il sesso, l'intimità si venga comunque a creare. Probabilmente non avrebbero pudore a farsi una doccia insieme, o a farsela mentre l'altro è in bagno a lavarsi i denti. La salute dell'altro e gli avvenimentio medici non sarebbero un segreto, nè tantomeno la privacy reciproca. Una sorta di intimità si creerebbe comunque.

  • Fireya Von Amarth ha detto:

    Io non giudico "triste" la vita di una persona asessuale solo perché non prova attrazione sessuale. Se a una persona non interessa fare sesso e sta bene, che motivo ha di essere triste? è come se io fossi triste perché non mi piacciono le rinomatissime ostriche. Sono buone, ma se non mi piacciono perché dovrei essere triste? Sarei più triste a doverle mangiare per forza! La loro vita, magari, diventa triste dal momento che le persone sessuali vorrebbero sentirsi attraenti anche sessualmente per il proprio partner, quindi rischiano di trovarsi da soli o cornuti. Giustamente, ognuno ha le sue esigenze. Questo è triste, non perché non fanno sesso, ma perché potrebbero soffrire di solitudine.

    • Fireya Von Amarth ha detto:

      Lo stesso discorso allora varrebbe anche per noi lesbiche "Che vita triste senza il cazzo". No! Non mi piace, quindi non mi sento triste a non averne uno a disposizione. Sarei triste se tutte le donne del mondo fossero etero, quello si che sarebbe triste per l'unica lesbica del pianeta. XD

    • Paolo1984 ha detto:

      non ho detto che è triste la persona asessuale (anche se la mia e non solo mia concezione dell'amore prevede il sesso e il desiderio sessuale, l'eros), io trovo triste l'idea di due persone che stanno insieme quando solo una dei due è attratta sessualmente dall'altra (e non c'è nulla di male a voler essere sessualmente attraenti per la persona che amiamo, non è sbagliato), è come se una ragazza lesbica stesse insieme ad una ragazza etero che magari le vuole bene ma non ricambia la sua attrazione sessuale: ti sembra una situazione allegra? a me no
      In un rapporto amoroso, ognuno fa delle cose per dare piacere sessuale all'altro,ed è bellissimo, ed è bellissimo anche quando nel sesso il piacere e il desiderio è reciproco, l'idea di due persone (etero, omo, o bi) innamorate o anche non innamorate ma in ogni caso felici di fare l'amore con passione reciproca esiste, fa parte della vita e trovarla bellissima non è intolleranza

    • Fireya Von Amarth ha detto:

      Allora scusami, ho capito male io. Avevo proprio capito che trovassi triste la vita della persona, non della coppia asessuale + sessuale.

    • Paolo1984 ha detto:

      (e non c'è nulla di male a voler essere sessualmente attraenti per la persona che amiamo)

      e diciamo anche non c'è niente di male a voler essere attraenti e basta

    • Sidhe ha detto:

      Paolo la tua obiezione è in effetti abbastanza comune e anche sensata; diciamo che esistono coppie a cui non pesa molto "scendere a compromessi", magari perché la persona "sessuale" non ha una libido martellante e la persona asessuale lo fa, oltre che per compiacere il partner, anche per curiosità o simili. Diciamo una cosa: il fatto di non provare attrazione, non significa per forza che il sesso non piaccia. Essere asessuali non significa essere anorgasmici. Manca la "voglia di iniziare" perché manca l'attrazione, ma se si fa, non significa che sia spiacevole. (Mi rendo conto che è una cosa difficile da capire. Faccio un paragone. Ai tempi in cui andavo a scuola, la mattina non avevo mai voglia di andarci, ma poi ci andavo comunque perché dovevo, e mi piaceva. Ma anche se mi piaceva, ogni mattina non avevo voglia di andarci. Non so se ho reso l'idea.)

      Comunque, questo tipo di compromesso ovviamente non funziona per tutte le coppie.

    • Paolo1984 ha detto:

      Sidhe, leggendo le tue risposte mi rendo ancora più conto di quanto siano diverse le nostre concezioni.Non credo che riuscirei a fare sesso con qualcuno che non ha neanche "voglia di iniziare" e non potrà mai e poi mai averla perchè non è attratto da me (en passant: è la stessa ragione per cui personalmente non voglio andare con una prostituta: non voglio fare sesso con una donna quando so dall'inizio che non è attratta da me, detto questo non giudico nemmeno la prostituzione quando avviene tra adulti consenzienti), , per me la passione, il desiderio sessuale deve essere reciproco. Il farlo per compiacere l'altro sopratutto quando non è occasionale ma è la regola del rapporto mi sembra molto triste..la curiosità presto se ne va e non essendoci desiderio rimane solo il fare sesso per dover/voler compiacere il partner e alla lunga non so se su queste basi possa durare un rapporto (ripeto: già è difficile quando sono entrambi sessuali figuriamoci in questo caso). Anche tu dici che non funziona per tutti.
      E anche l'equiparazione che fai tra il sesso e il dover andare a scuola mi comunica un senso di tristezza (non dico che tu sei triste , parlo di ciò che mi suscitano le tue parole)..davvero non ti voglio offendere ma è quello che provo..non potrò mai stare con un'asessuale, evidentemente.
      Guardare al sesso come ad una cosa che fai per dovere, poi mentre la fai magari scopri che ti piace ma questo piacere che hai provato non ti fa mai venire voglia di rifarlo..è qualcosa che veramente non capisco, dipende dal fatto che non sono asessuale ma è al di là della mia comprensione, del resto non capisco nemmeno chi è attratto dal sadomaso ma se ad alcuni piace facciano pure
      Alla fine è questione di gusti come dici tu

  • Paolo1984 ha detto:

    "Credo sia anche importante ricordare che essere asessuali non significa automaticamente non essere attivi sessualmente o non essere disponibili alle richieste di un partner"

    Quindi anche se l'asessuale non prova desiderio sessuale verso il suo partner sessuale può farci sesso "per venire incontro alle sue richieste" cioè solo e sempre per farlo contento? E questo non una volta ogni tanto (cosa che può succedere), ma tutti contatti sessuali di questa coppia sono fatti soltanto e sempre per far contento uno dei due senza desiderio reciproco? Anche qua mi sforzo di non giudicare ma lo trovo tristissimo e non so come si possa costruire una relazione stabile su questa base: i rapporti amorosi sono già complicati quando il desiderio è reciproco, figuriamoci quando è da una sola parte.
    Ora ci sta che in una coppia innamorata io faccia una cosa che fa godere solo l'altra persona (penso al sesso orale) e io provi piacere nel farle piacere..ma appunto ci deve essere erotismo, desiderio, attrazione sessuale reciproca e sopratutto anche l'altra persona se mi ama e mi desidera deve darmi piacere, io voglio godere di lei e lei vuole godere di me.
    Insomma senza essere schiavi del sesso il 99% delle persone stanno insieme ANCHE per desiderio sessuale reciproco (questo desiderio esiste, a volte si lega all'amore ed è giusto raccontarlo) e lo trovo bellissimo, e no non mi sento intollerante verso l' 1% di persone asessuali. Ognuno vive come vuole

    • Lo Zio Yarno ha detto:

      Mi rendo conto di arrivare un po' dopo la puzza… ma certo leggere che il sesso orale sarebbe di fatto qualcosa per fare godere solo una parte della coppia, dimostra come la tua disanima sia piuttosto soggettiva. Chi l'ha detto che il sesso orale sia concepito per fare godere solo una parte?Lo pensi tu e nessuno dovrebbe obiettare sul fatto che per te sia così ci mancherebbe, ma è un concetto sbagliato, personale e molto parziale da veicolare perché non rispetta il sunto che per ogni individuo valgono cose diverse… senza offesa davvero, ma anche la frase "ognuno vive come vuole" è razzista e sessista… ricorda molto le famose frasi "possono fare quello che vogliono basta che non mi diano fastidio"… ecc ecc ecc, con cui la nostra becera società ignorante ci nutre ogni giorno…
      consapevolizzarsi e accettare in toto il concetto relativo all'unicità di ognuno significa rendersi conto in primis che già teorizzare sui comportamenti di una coppia (come se ci fosse una coppia migliore di altre e universale!) significa discriminare.

    • Paolo1984 ha detto:

      io non nego affatto che il sesso orale possa dare piacere anche a chi lo fa e non solo a chi se lo fa fare: nel sesso, in qualsiasi forma, si può pure "godere" del piacere che si da' all'amante. Ma è solo nel sessantanove (sesso orale reciproco) che entrambi i partner raggiungono l'orgasmo mentre nel cunnilingus e nella fellatio lo raggiunge solo uno dei due, ma non c'è nulla di male, non dò giudizi di valore. E non c'è sessismo nè razzismo nelle mie parole.

    • Paolo1984 ha detto:

      cioè il sessantanove è l'unica forma di rapporto orale in cui entrambi i partner possono avere un orgasmo insieme ma questo non lo rende nè meglio nè peggio della fellatio e del cunnilingus

  • Paolo1984 ha detto:

    ho il totale rispetto per le persone asessuali, ma per quanto mi riguarda considero il sesso parte della vita e senza voler giudicare nessuno (ma penso chevi rinunzia o non prova questi desideri si sta perdendo qualcosa d'importante) non concepisco una relazione amorosa priva di eros e attrazione sessuale e sesso, una relazione stabile non può basarsi solo su queste cose ma queste cose (per me e per altri) ci devono essere, sì concepisco (anche se non mi attira) il desiderio sessuale senza amore ma per me un amore senza desidero sessuale non è amore, è una bella amicizia anche profonda ma è amicizia, questa è la mia concezione rispetto chi vuole vivere diversamente ma io la penso così.. Non sono "schiavo del sesso" ma voglio innamorarmi di una persona che mi desidera sessualmente come io desidero lei.

    • Paolo1984 ha detto:

      non c'è niente di male comunque nel non avere desideri sessuali (però è vero che il sesso o l'eros fanno parte della natura umana, non c'è solo questo ma c'è anche questo, non neghiamolo), ma non c'è niente di male neanche nel sesso tra due persone che si amano e si desiderano.

    • Paolo1984 ha detto:

      e anche una storia nata come solo di sesso può diventare storia d'amore a volte

    • Sidhe ha detto:

      È normale che per te il sesso sia una componente importante di una relazione, e nessuno ti chiede di cambiare idea su ciò… ma per me, asessuale, che leggo il tuo commento, è come se avessi detto "per me il cioccolato è una parte importante della vita e penso che chi vi rinunzia o non prova questi desideri si sta perdendo qualcosa d'importante": una opinione basta sul gusto personale. Legittima, ma che non mi riguarda veramente.
      Quanto al fatto che in mancanza di sesso – o meglio, di attrazione sessuale – non ci sia vero amore ma solo amicizia, mi rendo conto che è una delle cose più difficili da concepire, per una persona non asessuale, ma ti assicuro che siamo in grado di distinguere l'amicizia dall'amore…

    • Wally ha detto:

      Provo a fare un paragone. Un ragazzo gay, che prova attrazione per gli uomini, è tecnicamente definibile come asessuale nei confronti delle donne. Lo stesso dicasi per un ragazzo etero, che è asessuale nei confronti degli altri uomini. Una persona asessuale, semplicemente, lo è nei confronti di entrambi i sessi.
      Esiste, inoltre, un'estrema gamma di desideri sessuali: c'è chi ne è quasi ossessionato, da avere scariche ormonali al passaggio di qualsiasi soggetto maschile/femminile, come chi sente il bisogno di far sesso tutti i giorni e c'è chi, invece, ne sente un bisogno limitato, magari provando attrazione fisica raramente e facendo sesso anche una volta l'anno. All'estremo c'è proprio chi non ne sente alcun bisogno.

      Il desiderio amoroso non è definito solo in base al "voglio farci anche sesso", rispetto ad un sentimento di amicizia. Il sentimento amoroso coinvolge tutti i sensi, implica un coinvolgimento profondo con l'altra persona, volerla sempre intorno, programmare il futuro insieme, ecc. Se per una persona sessuale c'è anche l'elemento "sesso", è anche vero che non di tutte le persone con cui desidereremmo far sesso siamo innamorati e quella/e verso cui nutriamo amore la/e distinguiamo sulla base di altri fattori, evidentemente.

    • Wally ha detto:

      Una piccola "provocazione", però, la lancio: se stai insieme ad una persona, la ami e passi la tua vita insieme ad essa… com'è possibile che l'idea di un contatto fisico, intimo e profondo, possa provocare repulsione?
      In effetti ritengo che, sebbene asessuali, non esista il disgusto per il contatto fisico/sessuale, come io non provo disgusto per il contatto fisico con una donna, da gay (e trovo anche non tanto normale che alcuni etero e alcuni gay manifestino totale repulsione, nel senso di disgusto, per il contatto fisico con lo stesso/l'altro sesso); al limite si può provare indifferenza, disinteresse e assenza di trasporto/libido, ma la stimolazione fisica procura comunque piacere (caso limite: un abbraccio stesso dà comunque piacere), a meno di non avere nessuna terminazione nervosa. E quella sarebbe una deformazione fisica.

    • Paolo1984 ha detto:

      Wally, infatti l'attrazione sessuale reciproca da sola non basta per parlare di amore ma per me e per tutte le persone sessuali è condizione necessaria (anche se non sufficiente). Poi ognuno viva come ritiene

Leave a Reply to Fireya Von Amarth Cancel Reply