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A Londra ogni nuovo anno la regina assegna a centinaia di sudditi il titolo di Membro dell’Eccellentissimo ordine dell’impero britannico (MBE). Tra le tante persone scelte per aver reso servizio alla corona e al popolo del Regno Unito, ci sono anche attivisti per i diritti umani e non mancano esponenti del movimento LGBTQI (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer e intersessuali). Quest’anno, però, una delle personalità inserite nella prestigiosa Lista d’onore del nuovo anno della regina, che preannuncia l’assegnazione del titolo, ha deciso di rifiutare pubblicamente il gentil pensiero. Si tratta dell’attivista lesbica nera Phyll Opoku-Gyimah [nella foto], meglio conosciuta come Lady Phyll, che, pur dicendosi “onorata e grata”, ha deciso di rispondere con “no grazie” per coerenza con il proprio percorso politico e per rispetto dei valori per i quali si batte da anni.

COLONIALISMO IERI, OMOFOBIA OGGI

“In quanto sindacalista, ragazza della classe operaia e nera africana dichiaratamente lesbica, voglio mantenere fede ai miei principi e ai miei valori” ha spiegato Lady Phyll a Diva. “Se fai parte di una minoranza, o di più minoranze, è importante essere visibile, essere un modello per gli altri, ed è importante che anche i tuoi successi siano visibili” ha detto, per poi però aggiungere: “Io non credo nell’impero. E non solo non credo, ma faccio attivamente resistenza contro il colonialismo e la sua eredità tossica che persiste nel Commonwealth, in cui, tra tante altre ingiustizie, le persone LGBTQI sono ancora perseguitate, torturate e persino uccise per colpa delle leggi contro la sodomia introdotte dagli imperialisti britannici. Questo succede anche in Ghana, il paese da cui provengo”.

Per capire le motivazioni di Lady Phyll non basta ricordare come la passata dominazione britannica sia, dal punto di vista statistico, la caratteristica che meglio spiega la presenza di leggi omofobiche nei codici penali contemporanei [Il Grande Colibrì]. E’ utile ricordare anche come ben 39 dei 53 stati aderenti al Commonwealth delle nazioni, l’organizzazione intergovernativa guidata dalla regina d’Inghilterra di cui fanno parte quasi esclusivamente ex colonie britanniche, considerano reato i rapporti tra persone dello stesso sesso. In altre parole, più della metà degli stati che nel mondo criminalizzano l’omosessualità aderiscono al Commonwealth.

PHYLL E IL FARDELLO DEL PREGIUDIZIO

“Phyll è una donna del Ghana forte, attenta alle famiglie della classe operaia. Capisce le lingue twi e fanti [due idiomi ghanesi; ndr], cosa che la ricollega alla ricca eredità culturale africana che difende nella sua battaglia per l’unità e l’uguaglianza”: così la presenta il sito di UK Black Pride [UK Black Pride], l’associazione per i diritti delle minoranze etniche e sessuali che ha fondato nel 2005. Tra le poche donne nere a ricoprire incarichi di responsabilità nel sindacato, componente del consiglio di amministrazione della fondazione Stonewall e attivista pluripremiata, Lady Phyll ha sempre avuto tra le proprie priorità personali e politiche la lotta al razzismo, all’omofobia e alla transfobia.

La sua citazione preferita è una frase della poetessa afroamericana Maya Angelou: “Il pregiudizio è un fardello che confonde il passato, spaventa il futuro e rende il presente inaccessibile”.

 

Pier
©2015 Il Grande Colibrì

9 Comments

  • eitanyao ha detto:

    Salve Pier, no é un episodio minore e non ha aperto particolari dibattiti. Ignoro la lezioncina superflua sulla storia. Il mio giudizio su questo gesto politico é quello di cui sopra. Nessuno sa né saprà per molto tempo quello che la Regina ha consigliato (penso come te che non ha fatto nulla ma é un'opinione. si sa poco o nulla di quello che ha detto e dice al governo). di quello che pensano gli italiani sinceramente ormai me ne infischio comunque sempre meglio che pensino che la Regina é un'icona gay che scambino omofobi per zapatero e gente ( se tale gente esistesse e mai io mi azzarderei a pensarlo naturalmente!) che pensa solo a sé, vota omofobi, nega l'omofobia, blatera contro il matrimonio e tuona contro la visibilità gay e omoparentale per Milk.

    Ogni Bene e auguri di un prospero, felice, nuovo anno (btw già che ci sono ti faccio i miei complimenti per l'interessante post sul capitalismo, quello sulla Libertà d'espressione che peraltro é ben scritto e ben argomenta il suo punto di vista invece non mi é piaciuto affatto (a dir poco) e aumenta il mio pessimismo sul futuro che si profila per l'Europa) a tutti voi

  • Il Grande Colibrì ha detto:

    Eitanyao, il discorso di Lady Phyll è molto limpido e va dritto al punto, ma viene caricato di valenze che non ha.
    Partiamo dal titolo attribuito: "Membro dell'Eccellentissimo ordine dell'impero britannico". Impero britannico. Non Regno Unito. E infatti Lady Phyll spiega: "Io non credo nell'impero". Parla di impero britannico, della sua storia e della sua eredità, non del Regno Unito di oggi, della monarchia o della cultura inglese. Di questo si sta parlando.
    Ha perso un'occasione di dare visibilità alle sue lotte? A dire il vero, si è aperto un dibattito che altrimenti non si sarebbe aperto – e infatti degli altri "premiati", anche LGBTQI, non si sta praticamente parlando.
    Ha perso un'occasione di parlare dell'omofobia in Africa oggi? Per nulla: se si conoscono i termini del dibattito in Africa sull'omosessualità, risulta subito evidente che fare chiarezza sul passato è una priorità per smontare le posizioni omofobiche attuali (compreso il vittimismo e il ruolo della religione che citi).

    Infine, sul ruolo della regina: premesso che si tratta di un aspetto del tutto marginale (il rifiuto è legato all'impero britannico e non alla persona di Elisabetta II) e detto che, in oltre 60 anni di regno, non sembra aver mai esercitato i suoi pur limitatissimi poteri di consiglio per difendere i diritti delle persone LGBTQI, è evidente che lei non è responsabile delle scelte politiche del Regno Unito, ma non lo è né in male (le leggi omofobiche degli anni Ottanta non sono colpa sua, per esempio) né in bene (il riconoscimento dei matrimoni tra persone dello stesso sesso non è merito suo, come pure continuo a leggere). Ergerla a paladina dei diritti non ha molto senso né ha molto senso…).

  • janu ha detto:

    Ad ogni modo, ha fatto benissimo a ricordare al popolo britannico e al suo governo di chi sia la responsabilità di aver introdotto le leggi omofobe in mezzo mondo.

  • eitanyao ha detto:

    Il Governo attribuisce gli onori, quindi il dibattito semmai andava indirizzato sul governo e si può lasciare in pace la Monarchia (e se qualcuno ha ardori repubblicani che faccia il piacere di indirizzarli a guardare lo stato della repubblica di cui é cittadino). Bravo al governo conservatore per averle offerto l'onore. Bravo e grazie per avere voluto onorare la lotta per i diritti LGBT ( e anche qui gli ardenti repubblicani che guardino la loro repubblica e lo stato in cui vi si trova l' immobilità LGBT) e per avere voluto usare la lista per onorare (oltre ai soliti amichetti) anche la pluratità dell'identità Britannica, rafforzare un UK aperto. L'UK di Oggi. Non quello di 70 anni fa.

    Lei ha il diritto di fare naturalmente quel che le pare ma per me ha perso una buona occasione per dare visibilità e far onorare la lotta per i diritti LGBT in generale e in Africa, e contribuire non certo a riparare i crimini di ieri che non si possono riparare ma sì a scrivere un futuro migliore comune perché il Futuro dipende da noi, tutti noi.

    e magari poteva anche cogliere l'occasione per parlare della realtà di OGGI, in primis del ruolo della religione, delle teorie razziste che proliferano in Africa, dell'uso del vittimismo sul passato per giustificare l'omofobia di oggi etc….

    I fardelli che confondono il passato, spaventano il futuro e rendono il presente inaccessibile sono molti, combatterli dovrebbe essere parte del nostro progetto comune per costruire un futuro migliore.

    @Pier: La Regina D'Inghilterra regna, non governa.

    La Regina (che non é responsabile delle leggi omofobe ed ha invece sempre avuto intorno a sé omosessuali, anche quando l'omosessualità era reato) non parla, non ha mai fatto dichiarazioni di nessun tipo e Rimproverarle di non avere preso posizione é semplicemente assurdo.

  • Il Grande Colibrì ha detto:

    Lorenzo, ancora nel 2012, in occasione del 60° anniversario del suo insediamento al trono, le associazioni del movimento ricordavano come Elisabetta II non avesse ancora mai preso posizione a favore dei diritti delle persone LGBTQI: basta qualche dichiarazione gay-friendly fatta in tre anni di un regno di ormai 63 anni per trasformarla in "una delle piú grandi sostenitrici dei diritti umani e civili in generali e, tra questi, anche di quelli delle persone LGBTI"? E questo senza ricordare che sotto il suo regno, nello stesso Regno Unito e non in ex colonie, sono rimaste in vigore e anzi sono state introdotte nuove leggi omofobiche senza che lei abbia mai mosso un ciglio. Capisco il piacere di avere delle "icone gay", ma Elisabetta II mi sembra un'icona altamente improbabile…

    Unknown, Lady Phyll, che ho il piacere di conoscere personalmente, si definisce "lesbica nera", quindi io la definisco "lesbica nera". Non ho poi capito cosa ci sia di male nell'aggettivo "nera", dal momento che essere neri non è una caratteristica negativa e, anzi, è una caratteristica che attivisti come Lady Phyll rivendicano con orgoglio.

  • Unknown ha detto:

    Il titolo (lesbica nera) è più orribile delle giustissime (benché anacronistiche) accuse della donna. Il problema di molti omosessuali e di molte minoranze e fragilità in genere, è il fatto di non affiancare alla nostra battaglia, una conoscenza minima delle battaglie altrui. 'Lesbica nera' non si può leggere in un articolo che ambisce ad essere persino interessante ed approfondito. Si dice 'africano'.

    • Michele Benini ha detto:

      Tutto giusto, ma nei titoli è complicato far stare le cose al meglio. E poi la protagonista é africana per modo di dire, a ben vedere, visto che ormai vive in Europa e credo che non possa tornare in Ghana facilmente: quindi sarebbe giusto scrivere originaria dell'Africa. Ma poi, posto di accettare di fare il titolo su tre righe, non vogliamo sostituire anche la parola lesbica?

  • Lorenzo Canale ha detto:

    Non mi sbilancio nel dire che é una scelta stupida ma, quantomeno, mi pare una scelta anacronistica.
    L'impero inglese ha fatto tantissimi danni e lo sappiamo tutti ma non cé dubbio che Elisabetta II sia una delle piú grandi sostenitrici dei diritti umani e civili in generali e, tra questi, anche di quelli delle persone LGBTI.

    • Michele Benini ha detto:

      Elisabetta II è soprattutto sostenitrice della monarchia, del resto (tutto il resto, non solo i diritti LGBT) mi pare si occupi poco e probabilmente per pura coreografia è convenienza…. Comunque essendo legata così fortemente a Stati che ancora discriminano, non mi pare ottenga grandi risultati, quantomeno….

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