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Putin sta ripetendo le nostre parole” si pavoneggia il sociologo Anatoly Antonov dell’Università statale Lomonosov di Mosca, in un’interessante inchiesta di motherjones.com. “Nostre” significa del Congresso mondiale delle famiglie, organizzazione ombrello che raccoglie gruppi omofobici e antiabortisti da tutto il mondo e che lo stesso Antonov ha contribuito a fondare negli anni Novanta. Il professore ha ottimi motivi per pavoneggiarsi: dal 10 al 12 settembre Mosca ospiterà l’ottava edizione del Congresso tra i massimi riconoscimenti delle autorità politiche e religiose. Per capire quanti onori riceverà l’organizzazione basta scorrere l’elenco dei luoghi dove si svolgeranno i suoi incontri: il Cremlino, sede del governo; il palazzo della Duma, ovvero della “Camera dei deputati” russa; la cattedrale ortodossa di Cristo Salvatore; l’Università statale Lomonosov.

Il Congresso mondiale delle famiglie. E’ il 1988 quando Transaction Press pubblica il primo libro di uno storico statunitense, Allan C. Carlson: “Domande sulla famiglia. Riflessioni sulla crisi sociale americana”. Il titolo dell’opera lascia trapelare già il pensiero di questo studioso luterano e di destra: la famiglia tradizionale sarebbe sull’orlo della distruzione per colpa del movimento femminista, della liberazione sessuale e delle tasse eccessive. L’esistenza stessa degli USA, sosteneva Carlson, era in pericolo per colpa di un imminente crollo demografico… che ovviamente non si verificò. Insomma, si trattava di una poco originale accozzaglia di pregiudizi e di risultati pseudo-scientifici che, però, ottenne un successo insperato, conquistando estimatori anche all’estero.

Carlson, così, ottenne un certo seguito e decise di sfruttarlo per avviare diverse iniziative per difendere la famiglia tradizionale attaccata, secondo lui, da tutti i fronti. Nel 1997 il suo impegno politico raggiunse il culmine con la creazione del Congresso mondiale delle famiglie (World Congress of Families, WCF) e con l’organizzazione del suo primo congresso a Praga. Il successo dell’iniziativa sorprese gli stessi ambiziosi organizzatori: centinaia di attivisti, studiosi, leader religiosi e politici accorsero nella capitale della Repubblica ceca per ribadire il ruolo centrale della cosiddetta “famiglia naturale” all’interno della società e per chiedere che le istituzioni politiche iniziassero ad agire contro i suoi presunti nemici (parità tra i generi, diritti degli omosessuali, politiche sociali…).

Il WCF ha continuato a crescere nel corso degli anni, organizzando altri incontri planetari in Europa e in America, ma la vera svolta sembra essere avvenuta all’inizio di questo decennio: non solo dal 2012 i congressi globali sono diventati annuali (mentre prima si svolgevano in media una volta ogni tre anni), ma soprattutto l’organizzazione ha dato vita a numerosi network locali, capaci di avere un’influenza vistosa sui governi, come su quello nigeriano che recentemente ha approvato una delle leggi anti-omosessualità più dure e assurde al mondo (ilgrandecolibri.com). Il Congresso dichiara di riunire attualmente associazioni e attivisti della destra cristiana da più di ottanta nazioni (worldcongress.org), tra cui l’Italia, rappresentata dall’associazione cattolica Luci sull’Est (lucisullest.it).

Russia leader dei valori. Dunque a settembre Mosca ospiterà l’ottava edizione planetaria del Congresso mondiale delle famiglie. La motivazione della scelta data da Larry Jacobs, direttore esecutivo di WCF, non lascia spazio a dubbi: “Siamo convinti che la Russia abbia e debba avere un ruolo molto significativo nella difesa della famiglia e dei valori morali in tutto il mondo. In questo campo la Russia è diventata leader nell’arena internazionale” (worldcongress.ru). Il comitato direttivo del Congresso ha “fortemente apprezzato” le iniziative russe per “difendere la priorità del matrimonio e della famiglia, i diritti dei genitori e la sovranità della famiglia, il diritto dei bambini a vivere con la propria famiglia, con il padre e la madre, fondamenta spirituali e morali della società umana“.

Il legame tra WCF e il potere russo, tanto religioso quanto politico, è conosciuto da anni. Ed è paradossale. Perché ai fedeli delle confessioni cristiane non ortodosse la vita viene resa sempre più difficile e le associazioni LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) vengono accusate di essere manovrate dall’estero, ma nel frattempo la Chiesa ortodossa prende lezioni di omofobia e misoginia da predicatori evangelici fondamentalisti, omaggiati dallo stesso primate Kirill I, e i politici nazionalisti prendono lezione da rappresentanti della destra cristiana che arrivano dagli Stati Uniti: Brian Brown, presidente dell’americana Organizzazione nazionale per il matrimonio, ha persino partecipato a una seduta della commissione parlamentare sulla famiglia (duma.gov.ru).

La destra cristiana americana non nasconde il proprio ruolo (insieme a Scott Lively, il più terribile attivista antigay statunitense e tra i principali relatori degli incontri del WCF, oggi sotto processo: ilgrandecolibri.com) nell’avere ispirato e nell’avere materialmente aiutato la stesura delle proposte di legge contro gli omosessuali in Russia, compresa quella che ha istituito il reato di “propaganda ai minorenni delle relazioni sessuali non tradizionali”: non è un caso che la principale paladina di questo provvedimento, la parlamentare Yelena Mizulina, sia un’attiva sostenitrice del Congresso mondiale delle famiglie. Ancora più profondo e incisivo è stato il trionfo culturale, che ha portato la Chiesa ortodossa russa e il governo di Mosca ad adottare la stessa retorica della destra cristiana USA sui “valori tradizionali”.

Santi (e soldi) in paradiso. State sentendo puzza di soldi e di potere più che profumo di fede e di carità? Negli Stati Uniti il Congresso mondiale delle famiglie e le varie organizzazioni della destra evangelica e cattolica che lo sostengono (Focus sulla famiglia, Donne preoccupate per l’America, Americani uniti per la vita, ecc.) gestiscono molto denaro e hanno un’influenza sempre più pesante sul Partito repubblicano. In Russia la situazione non è diversa. Prendiamo il rappresentante ufficiale del WCF nel paese: Alexey Komov, dopo aver fatto fortuna grazie ai night club ed essersi improvvisamente convertito al cristianesimo ortodosso, è un uomo ricchissimo e pieno di conoscenze altolocate che fa affari con giganti dell’economia globale come la russa Gazprom e l’americana JP Morgan.

E’ proprio grazie a Komov che il Congresso mondiale delle famiglie ha conquistato l’attenzione e il portafogli di Konstantin Malofeev, fondatore del potentissimo fondo d’investimento Marshall Capital Partners, uno dei più importanti al mondo, e proprietario di un decimo di Rostelecom, il principale operatore telefonico russo. Malofeev non esita a elargire generose donazioni per progetti finalizzati a due problemi che gli stanno particolarmente a cuore: ha fondato nel 2007 la Fondazione caritativa San Basilio il grande (ruscharity.ru) per difendere la famiglia tradizionale e nel 2011 ha dato vita alla Lega per un internet sicuro per l’instaurazione di un web russo amico dei valori tradizionali. La sua fondazione è tra gli organizzatori dell’evento di settembre, che verrà finanziato per due terzi da Malofeev stesso.

Ma, sempre grazie a Komov, il WCF in Russia può vantare un santo protettore ancora più influente: si tratta di Vladimir Yakunin, presidente delle Ferrovie russe. Yakunin è uno degli uomini più potenti del paese e da decenni è amico personale di Vladmir Putin, tanto che molti osservatori, da qualche anno, lo indicano come un possibile suo successore. Natalia Yakunina, la moglie di questo miliardario, si diletta a presiedere l’organizzazione Santità della maternità (sm.cnsr.ru), anch’essa ovviamente tra gli organizzatori del Congresso moscovita. E con tutti questi poteri alle spalle, il successo dell’evento a settembre è assicurato. O forse no…

Dio, patria o famiglia? La destra cristiana americana ha alcune convinzioni alle quali non potrebbe mai rinunciare: le tasse sono un crimine contro l’umanità; dietro ogni angolo c’è un socialista che tenta di trasformare gli Stati Uniti nell’Unione Sovietica di una volta; i gay faranno estinguere la razza umana; l’America è la più grande potenza grazie all’aiuto di Dio. L’annessione della Crimea da parte della Russia rappresenta un fastidioso contrattempo per questa schiera di omofobi, che si trovano a dover scegliere tra il dovere morale di esaltare Putin come il paladino globale dei valori tradizionali e quello di condannare Putin come il mostro che ha sfidato la supremazia statunitense (ogni questione relativa al diritto internazionale o alla democrazia per loro è ovviamente irrilevante).

A minacciare la nostra sicurezza nazionale non è Putin: è Obama” taglia corto con spavalderia Jacobs, il direttore esecutivo del WCF, in una email inviata a buzzfeed.com. Ma poi deve abbassare le ali e ammettere: “Abbiamo avviato un processo di discernimento e valutazione, aiutato dalla preghiera, per capire come procedere con l’ottavo Consiglio mondiale delle famiglie a Mosca“. L’evento ha registrato per ora una sola defezione, ma molto importante: Penny Nance, presidente delle Donne preoccupate per l’America, un’organizzazione femminile anti-femminista ed omofobica che vanta più di mezzo milione di iscritte negli USA. Nance ha dichiarato: “Abbiamo preso la decisione di non andare in Russia. Non voglio apparire come quella che aiuta e dà conforto a Vladimir Putin“.

L’imbarazzo per le altre associazioni è così sempre più grande. Austin Ruse, dell’Istituto cattolico per la famiglia e i diritti umani, cerca di tergiversare: “Il governo russo si è comportato davvero bene sulle questioni che ci stanno a cuore. Gli ultimi accadimenti, però, hanno intorbidato le acque“. E propone di posticipare la data dell’evento, aspettando che si plachi la crisi geopolitica esplosa in Crimea. L’internazionale omofoba è in un momento difficile, il suo cartello di certezze di carta è scosso dal soffio del dubbio. Chissà se i difensori dei diritti umani sapranno approfittare di questo momento e trasformare un alito di vento in una tempesta di libertà?

AGGIORNAMENTO del 26 marzo. L’VIII Congresso delle famiglie a Mosca è stato “sospeso“, come annunciano gli organizzatori in un comunicato stampa: “La situazione in Ucraina e Crimea (e le conseguenti sanzioni statunitensi ed europee) hanno fatto emergere problematiche relative ai viaggi, alla logistica e ad altri aspetti necessari per la pianificazione del WCF” (christiannewswire.com). Insomma, i gruppi omofobi, divisi sull’opportunità politica e mediatica di tenere il congresso, preferiscono ipocritamente far finta che il problema sia puramente tecnico: “Il Congresso mondiale delle famiglie non prende posizione sulle questioni di politica estera, tranne per quanto riguarda la famiglia naturale“.

 

Pier
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