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La rielezione di Obama [nella foto], resa complicata dalla crisi e dalle promesse mantenute a metà, è ancora per i gay (ma anche per gli immigrati e per i poveri) l’unica speranza di un mondo non peggiore di quello che i disastri economici e i rischi bellici di questo tempo caratterizzano. Sebbene la Convention democratica abbia subito anche comici attacchi (come quello della “pensatrice” Janet Levy su American Thinker, in cui si accusa di aver inaugurato la kermesse con un corresponsabile dell’attentato al World Trade Center e di coltivare contemporaneamente diritti gay, aborto e filo-islamismo), non c’è dubbio che da Charlotte il messaggio che arriva al mondo sia comunque quello di un partito che continuerà a lottare per i diritti umani.

Mentre cioè i repubblicani puntano sul voto cristiano difendendo la famiglia tradizionale e facendo a pezzi le istanze di uguaglianza (Il grande colibrì), il partito di Barack Obama può contribuire a fare la storia, grazie all’inserimento del matrimonio omosessuale nella propria piattaforma programmatica, come ha fatto notare il membro del Congresso Barney Frank, che la scorsa estate ha sposato il suo compagno e che con lui si è presentato alla Convention (National Journal). Il deputato ha anche ironizzato sul candidato repubblicano Mitt Romney (un tempo sostenitore dei diritti LGBTQ*) dicendo che “le sue opinioni hanno una data di scadenza“.

Quanto la riunione che dovrebbe rilanciare le quotazioni democratiche sia gravida di speranze lo dimostrano gli undici delegati transessuali e la formazione di un’unità per la rielezione, la Trans United for Obama con la sigla TU4O (Washington Blade), nonché la grande attrazione che la kermesse ha suscitato tra le associazioni giovanili LGBTQ*, anche perché – oltre ai diritti per le minoranze sessuali – moltissimi giovani gay, lesbiche o trans hanno problemi di povertà o di mancanza di documenti, altri temi su cui la sensibilità democratica è certo più ben disposta dell’intransigenza repubblicana (SDGLN).

Di certo, nonostante i passi mossi per recuperare un po’ l’elettorato cristiano, il programma democratico appare più votato a sostenere i diritti umani, siano essi la salute, l’assistenza sanitaria, i diritti degli immigrati e dei loro figli o l’interruzione di gravidanza (Washington Post).

Intanto però la chiesa continua a tuonare contro il matrimonio omosessuale (Advocate), facendo felici i sostenitori di Romney, e il professore della Texas University che aveva sostenuto che i figli di genitori omosessuali rischiano maggiormente la depressione è stato reintegrato (Daily Mail). E in piena campagna elettorale potrebbero arrivare altri pronunciamenti di Corti degli Stati USA sul divieto di matrimonio omosessuale: dopo le prime sentenze positive, c’è cauto ottimismo ma anche curiosità su quanto un’eventuale giudizio a favore delle nozze gay potrebbe influenzare il voto (Il grande colibrì).

 

Michele
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