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La fotografia di due uomini che camminano per strada non è una grande notizia. Quando però i due ragazzi sono soldati in uniforme e l’immagine viene pubblicata sulla pagina Facebook ufficiale delle Forze di difesa israeliane in occasione del Pride di Tel Aviv (che ha registrato migliaia di partecipanti: Haaretz) la notizia c’è, eccome. La didascalia della fotografia è molto esplicita: “E’ il mese dell’orgoglio. Lo sapete che le forze di difesa trattano tutti i propri soldati allo stesso modo?”. Ed il popolo del social network ha in gran parte gradito: 9mila condivisioni e 11mila “like” sono numeri davvero clamorosi.

Sono stati tantissimi anche i commenti, che sfiorano i 1600. E, soprattutto, sfiorano la rissa. Le posizioni espresse, infatti, sono tra loro diversissime: da chi si dichiara fiero di abitare in un paese laico a chi denuncia il tradimento dello stato ebraico nei confronti della condanna biblica dell’omosessualità, da chi si chiede quanto senso abbia un’immagine che dovrebbe raccontare l’amore quando una delle due persone porta un mitra sulle spalle a chi giudica la fotografia di estremo romanticismo, da chi accusa le forze di difesa di pinkwashing [Il Grande Colibrì] a chi denuncia che, in realtà, non sarebbe affatto vero che l’esercito israeliano garantirebbe pari diritti a eterosessuali ed omosessuali.

E invece ad essere falsa è questa voce: le forze armate di Israele, infatti, hanno aperto le porte a gay e lesbiche dal 1993 e riconoscono l’uguaglianza a tutti i propri soldati e alle loro famiglie indipendentemente dall’orientamento sessuale (secondo gli attivisti, ci sarebbero solo maggiori difficoltà di carriera per i soldati LGBTQ*). Chi afferma il contrario mente (come mente chi diffonde l’altra frequente leggenda metropolitana, secondo cui Israele offrirebbe asilo politico a chi è perseguitato in patria a causa della propria sessualità). Purtroppo non si riesce mai a trattare lo stato ebraico come uno stato come gli altri e si cerca sempre di identificarlo come il bene assoluto o come il male assoluto, impedendo un’analisi oggettiva dei suoi molti pregi evidenti e delle sue altrettanto frequenti ed evidenti clamorose violazioni dei diritti umani.

Capita così che chi cerca di raccontare la realtà di Israele in modo obiettivo, come chi scrive su questo sito, se informa del diritto alle adozioni per gli omosessuali o delle manifestazioni molto partecipate della comunità LGBTQ* locale venga accusato di essere al servizio della propaganda sionista, mentre se, come in una recente conferenza, smentisce il fatto che siano riconosciuti rifugiati politici per motivo di orientamento sessuale e ricorda come in Israele non vengano celebrati matrimoni né omosessuali né laici venga accusato di slealtà per aver raccolto informazioni vere (sic) e di essere amico di Ahmadinejad… Purtroppo i coltivatori della guerra da entrambe le trincee strumentalizzano i diritti degli omosessuali per continuare a seminare odio e falsità nella speranza di un più abbondante raccolto di morte.

Tornando alla fotografia e alle controversie che ha suscitato, stupisce comunque che la polemica che ha avuto più risalto sia quella scatenata da The Times of Israel, che ha accusato l’esercito di avere postato un’immagine “costruita ad arte” e “fuorviante”: non solo i due soldati non sono stati fotografati a sorpresa mentre passeggiavano per la città (chi lo avrebbe mai detto, vero?), ma sarebbero due impiegati dell’ufficio stampa delle forze di difesa e soprattutto uno dei due non sarebbe gay (orrore!). Non si capisce bene dove sia lo scandalo e infatti la risposta dell’esercito appare ineccepibile: “La foto riflette l’atteggiamento mentalmente aperto delle forze di difesa nei confronti dei soldati di tutti gli orientamenti sessuali”. Non è fotogiornalismo, ma è dichiaratamente una legittima pubblicità.

A proposito di orientamento sessuale e forze armate, basta spostarsi di pochi centimetri sulla carta geografica per vedere la situazione ribaltata: se in Israele gay e lesbiche fanno parte dell’esercito e godono di pari diritti rispetto ai propri commilitoni, il ministro della Difesa del Kazakistan Adilbek Dzhaksybekov ha chiarito, sul proprio blog, che l’omosessualità, nonostante non sia criminalizzata da nessuna legge dello stato a maggioranza islamica, rientra nei “disturbi del desiderio sessuale” che precludono l’ingresso di una persona nelle forze armate, con riferimento tanto alla leva obbligatoria quanto all’esercito volontario. Si tratta di un ritorno alle vecchie regole sovietiche di reclutamento militare che sono state abbandonate dalla stessa Russia…

 

Pier
©2012 Il Grande Colibrì

9 Comments

  • Anonimo ha detto:

    Ciao a tutti,io non sono gay e proprio perche'non sono gay,non sono razzista,voglio ricordare comunque che anche i gay,sono nati da un uomo e da una donna……….e che in tutte le coppie gay c'e'sempre uno/a che esercita la parte maschile e l'altra femminile……..com'e'QUI'???????spiegatemelo,vi ringrazio.

    • Michele Benini ha detto:

      se non sei gay come fai a dire che nelle coppie gay c'è sempre uno che esercita la parte maschile e l'altro quella femminile?
      (che non è vero, peraltro)
      in generale è una buona regola diffidare di chi parte in un ragionamento con "io non sono razzista, ma…"

  • Benjamino ha detto:

    Ogni volta che leggo un tuo post, Pier, mi chiedo perché nessuno ti paghi ancora per fare quello che fai. Clap clap!

  • Israelian Gay ha detto:

    Come un israeliano dico che coloro che hanno lanciato queste accuse assurde sul lealtà e l'amicizia con Ahmadinejad è parte di quel folto gruppo di fanatici che sono la vergogna del nostro popolo e il primo problema per il laico Israele e la sopravvivenza stessa di Israele.

    • Il Grande Colibrì ha detto:

      Un noto coltivatore della guerra consiglia questo sito di curarsi l'"israelofobia", "ma deve essere una cura con dose da cavallo, visto quanta ostilità hai dentro!". La prova della nostra ostilità contro Israele, questa volta, sarebbe quella di aver riportato la critica di un quotidiano israeliano all'esercito israeliano e di aver criticato questa critica come infondata. L'odio fanatico che questa gente (da qualunque parte della barricata si trovi) cova nel cuore la rende persino analfabeta: non riescono più a leggere un testo esattamente come non sono più capaci di leggere l'umanità dell'altro…

    • Israeliano Gay ha detto:

      Molta solidarietà per questi attacchi ingiusti. Questi fanatici dovrebbe vergognarsi, sono matti criminali di estrema destra che stanno a distruggere il nostro paese che potrebbe un faro di diritti e invece ora è odiato da tutti per la causa del loro fanatismo.

  • Sandro Roccia ha detto:

    Ahahahah mi ci sarei giocato un braccio che sarebbe apparsa la mitica parola "pinkwashing" 🙂

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