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Chi sono davvero gli uomini ginandromorfofili? La definizione chiarisce qualcosa: sono gli uomini attratti sessualmente dalle donne transgender. Il senso comune ha molto da aggiungere, con una risposta già bella e pronta: si tratterebbe di gay repressi, che, rifiutandosi di avere rapporti con altri uomini per timore di identificarsi e di essere identificati come omosessuali, si rifugerebbero ipocritamente tra le braccia e le gambe delle trans.

Questa descrizione, che appare evidente ai più, ha però due grossi problemi: rivela un pensiero fortemente transfobico e non è affatto aderente alla realtà. Partiamo da quest’ultima constatazione e dalle conclusioni dello studio di Hsu, Rosenthal, Miller e Bailey pubblicato su “Psychological Medicine” con il titolo “Who are gynandromorphophilic men? Characterizing men with sexual interest in transgender women” [National Institutes of Health].

I ricercatori hanno reclutato uomini che cercavano su internet sesso con altri uomini, con donne cisgender (persone con sesso biologico e identità di genere femminile) o con donne trans (persone biologicamente maschi alla nascita che si identificano psicologicamente e emotivamente come donne). Gli uomini del campione hanno dovuto prima dichiarare quanto fossero eccitati da uomini, donne cisgender e donne transgender, poi hanno guardato scene pornografiche in cui facevano sesso uomini, donne cisgender o donne trans, mentre un macchinario gli misurava l’inturgidimento del pene.

Lo studio mostra innanzitutto che tutti si sono detti eccitabili proprio dalla tipologia di persona da cui poi sono stati effettivamente eccitati, senza nessun effetto “dico una cosa e ne provo un’altra“: così gli omosessuali si sono eccitati molto a guardare scene di sesso tra uomini, mediamente davanti a filmini con donne transessuali, mentre la pornografia con sole donne non ha fatto registrare movimenti significativi nelle parti basse. Con gli eterosessuali che si erano dichiarati non attratti dalle trans, invece, le cose sono andate esattamente all’opposto.

misurazione orientamento sessuale

E i ginandromorfofili? Eccitatissimi dalle donne transgender, hanno dimostrato un’attrazione verso le donne cisgender pari a quella degli eterosessuali, mentre l’eccitazione provocata dalla visione di uomini è stata molto bassa, in media solo leggermente superiore a quella degli etero. In poche parole, la definizione di uomini ginandromorfofili chiarisce proprio tutto: sono gli uomini attratti sessualmente dalle donne transgender. Punto. E no, non sono omosessuali repressi. E sì, possono ovviamente essere anche bisessuali, ma solo in alcuni casi.

Dimostrare l’esistenza di un pregiudizio, però, non basta: bisogna indagarne la radice, scoprire cosa ci dice di noi, delle nostre comunità, delle nostre società. Bisogna allora riconoscere che descrivere l’attrazione di un uomo verso le donne transessuali come omosessualità significa imporre uno schema binario in cui possono esistere e possono suscitare desiderio solo uomini e donne cisgender, mentre si nega radicalmente l’identità di genere delle donne transgender, ridotte a surrogati di uomini o a uomini tout court.

Ancora più radicalmente, le trans sono disconosciute non solo come donne e come persone, ma persino come oggetti del desiderio: si sostiene che non si possa essere attratti davvero da una transessuale (orrore!), ma che attraverso di lei si soddisfi l’attrazione verso altro. In fin dei conti, la donna transgender è ridotta a un pene a cui, quasi per caso, siano spuntate due tette: è un modo di (non) pensare profondamente transfobico, ma che, inconsapevolmente, è riproposto da moltissime persone omosessuali e persino da non poche trans. Non vi sembra inquietante?

Aggiungerei infine due brevi note. La prima osservazione è scoraggiante: lo studio sugli uomini ginandromorfofili dimostra indirettamente quanto spesso l’attrazione verso i transessuali FtM (dal femminile al maschile), o forse la loro stessa esistenza, non sia neppure prevista dalla nostra società. La seconda è una proposta: dal momento che il termine ginandromorfofili è davvero terrificante e suona come una stramberia o, peggio, come una patologia, mentre stiamo parlando semplicemente di una persona a cui piacciono altre persone, riusciremo a inventare una parola più serena?

Pier Cesare Notaro
©2015 Il Grande Colibrì
Leggi anche:
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6 Comments

  • luca ha detto:

    Molto interessante questo articolo, “ginandromorfofili” termine nuovo, di cui non avevo mai sentito parlare, e quanti stereotipi ci sono dietro alla sessualità di ogni persone, ecco riguardo a questo volevo dirvi che sono attivo contro la battaglia agli stereotipi mi piacerebbe condividere con voi questo mio progetto, ovviamente ditemi la vostra e se volete contribuire potete raccontarmi le vostre esperienze in privato.

  • Nathan ha detto:

    In realtà c’è una nicchia di uomini non etero interessati agli ftm.
    Devo dire che funzionano meglio le applicazione “slow” (planet romeo, che ha proprio una community interna a tema sugli uomini T e i loro estimatori) e non quelle “fast” come le varie app.

    Devo dire che ho consigliato a molti amici ftm gay e bisex, o bi-curiosi, il sito planetromeo e hanno avuto molte proposte da uomini che erano consapevoli di cio’ che era un ftm.

    Sono ancora fenomeni piccoli e senza un nome.

  • Giovanni Dall'Orto ha detto:

    Questo articolo serve solo ad accrescere la confusione di idee. Una neo-donna, nata anagraficamente maschio, non è la medesima cosa di una persona transessuale nata anagraficamente maschio ma che attraverso una cura ormonale ha sviluppato i seni. Cercare di ridurre la questione al binarismo etero-omosessuale non ha senso: avrebbe più senso, come i nostri avi greci e latini, riconoscere lo status di "ermafrodito" a questa tipologia fisica, che suscitava un'attrazione erotica già duemila anni fa. Che possa esistere un "orientamento" per questa tipologia fisica non è impossibile, anzi è una cosa che mi sono sempre chiesto (mai conosciuto NESSUN omosessuale che fosse attratto da questa tipologia fisica), che questo orientamento ricada all'interno di quelli riconosciuti (etero, bi, omo) lo dubito. E' cosa a parte, e cosa a sé.
    Questo però a sua volta apre la porta a domande sul fatto se ogni oggetto di desiderio porti con sé un orientamento: il caso che mi viene in mente per primo è quello dei bambini impuberi: la pedofilia è dunque a sua volta un orientamento? Probabilmente sì. Il che però porta alla conclusione molto pericolosa secondo cui esistono orientamenti che è socialmente meglio NON accettare. Da che parte ne veniamo fuori? Qui non stiamo parlando di diritti civili, che spettano a tutt*, ma di orientamenti individuali, che sono pre-politici. Ciao.

  • Fabio Empi ha detto:

    Vorrei far notare che quelli nella foto a destra sono Arin e Katie, entrambi transgender!!!! 🙂

  • Lo studio si conclude dicendo che le persone GAMP sono molto prossime all'autoginefilia. Non viene in ogni caso escluso che vi possa essere un certo grado di repressione di un sentimento omosessuale latente che per varie ragioni (omofobia interiorizzata) viene negato in primis a se stessi (nessuna attrazione gay per i gamp) e convogliato sul mondo trans.

  • janu ha detto:

    totalmente d'accordo!!

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