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Tre ragazzi uccisi? Celo! Un ragazzo bruciato vivo? Celo! Le preghiere contro gli ebrei? Celo! Il rabbino che chiede cieca vendetta? Celo! La pioggia di razzi? Celo! La pioggia di bombe? Celo! Hamas che festeggia la morte degli israeliani? Celo! I coloni che osservano i bombardamenti contro Gaza con i pop corn in mano? Celo! Ci hanno sottratto la gioia di seguire la Nazionale, ma il diritto a fare il tifo, beh, quello non potranno togliercelo mai. E allora via, con il mouse in una mano e la vuvuzuela nell’altra, giochiamo alla guerra spaparanzati in poltrona. In fondo, cosa cambia rispetto ad una partita di calcio? Anche alla mancanza di figurine dei calciatori c’è rimedio: ecco caterve di foto di corpi sventrati e di bambini amputati, che possiamo usare allo stesso modo. Beh, non proprio allo stesso: quelle con il sangue dei nostri sono immagini tremende, le loro fanno quasi ridere, mica possiamo scambiarcele, no?

Perché diciamocelo: noi siamo gli innocenti sempre nel giusto, loro sono demoni, bestie, non umani. Noi siamo il paese civile, loro il gruppo di barbari.

Israele è il paradiso assediato dall’inferno!“.
Gli attivisti per i diritti umani criticano il governo…
Sono al servizio della Palestina!“.
Giornali e premi Nobel israeliani criticano il loro governo…
Antisemiti!“.
Ma…
Comunista assassino, servo di Teheran!“.

Alternativamente:
La Palestina sarebbe un paradiso, se non fosse occupata dall’inferno!“.
Gli attivisti per i diritti umani criticano il governo…
Sono al soldo di Israele!“.
Scrittori e intellettuali palestinesi criticano il loro governo…
Arabofobi!“.
Ma…
Fascista assassino, servo di Washington!“.

Altro che palestra o nuoto: scarica lo stress da lavoro e da traffico con una bella discussione sulla guerra israelo-palestinese!

E già che ci sei, mettici pure qualche gay in mezzo: con la sua bandierina arcobaleno dà colore, rompe la monotonia monocromatica del rosso sangue. E allora via alle danze!

Il ragazzo arabo bruciato vivo era gay e non è stato ucciso da israeliani, ma dai parenti omofobi: ne abbiamo le prove dirette!“.
“Ma se gli assassini, israeliani, hanno già confessato!”.
Però Israele riconosce i diritti degli omosessuali!“. [Il Grande Colibrì] “E’ pinkwashing, lo fa solo per farsi bello davanti al mondo!”.
Intanto concede asilo politico ai gay palestinesi!“.
“No, la legge lo proibisce espressamente!”.
Già, ma i gay palestinesi fuggono in Israele, dove vengono accolti!“.
“Accolti? Ma se la polizia israeliana gli dà la caccia, li perseguita e li rispedisce in Palestina!”. [Il Grande Colibrì] “Le nostre sono solo piccole pecche, i vostri grandi peccati!“.
“I palestinesi non sono omofobi, lo sono diventati per colpa dell’occupazione!”.
Guardati ‘The invisible man’ di Yariv Mozer e capirai le colpe dei palestinesi!“. [Il Grande Colibrì] “Guardati ‘The invisible man’ di Yariv Mozer e capirai le colpe degli israeliani!”.
Guardati i documentari di Michael Lucas!“.
“Chi, quello che gira i film porno nei villaggi palestinesi evacuati? Bell’esempio!”. [Il Grande Colibrì] “Antisemita!“.
“Arabofobo!”.
Servo di Teheran!“.
“Servo di Washington!”.
Comunista!“.
“Fascista!”.

E’ un gran divertimento, no? E non ci provare neppure a fare discorsi un po’ più complessi, a stare attento ai fatti più che alle sentenze, a essere equilibrato, a chiedere a tutti il rispetto dei diritti di tutti, a pensare che le persone siano più importanti dei confini e delle bandiere: farai solo la figura del cretino, del “pacifinto” o “pacitonto“, di quello che si fa incantare dai media sionisti. O peggio: c’è chi ha scoperto che questo blog è al soldo di un noto attivista pro-israeliano gay torinese… che a sua volta ha scoperto che siamo al soldo di Ahmadinejad (ancora?). Come altro spiegare il fatto che denunciamo chi viola i diritti nei paesi arabi e sosteniamo chi li difende in Israele, che denunciamo chi viola i diritti in Israele e sosteniamo chi li difende nei paesi arabi? Siamo venduti e cornuti, come l’arbitro che ha fischiato il rigore.

Fermi tutti, ragazzi, è stato ucciso un finocchio in Medio Oriente, ma ancora non sappiamo se è dei nostri o se è dei loro. Cazzo, quanto sono snervanti questi momenti in cui già fa caldo e non sai se inondare Facebook della tua indignazione o se stappare un’altra birra grattandoti il pacco…

 

Pier
©2014 ilgrandecolibri.com

3 Comments

  • lyas laamari ha detto:

    peccato che non possa mettere "l'impronta" (mi piace)! 🙂

    ps: il sarcasmo nell'articolo era evidente, ma come potrai aver capito, forse reagisco a favore dei palestinesi perché con loro condivido storia, tradizioni, religione, lingua e una parte del mio sangue. La questione del patriottismo supera i confini ed è legata non solo ai territori (per come la vedo).

  • lyas laamari ha detto:

    Ciao Pier,
    Mi piace quest'articolo che rende tutto più come una palla/pianeta/ gigante vista da fuori e/o dall'alto. Mi sono sempre piaciute le tue osservazioni e il tuo modo di vedere il mondo. Sono d'accordo con te quando dici che tutti, dalla poltroncina di casa, si mettono a criticare e a indicare colpevoli colpevolizzati dai media (dipende da quali media l'uno segue). Non è giusto l'uso di immagini o video o fotoshop per alimentare un odio o un altro verso chiunque.
    Il discorso delle frociaggini nel bel mezzo del VS non credo c'entri molto. Lasciarsi ingannare dai pasti dei post di sangue e teste senza corpi penso sia normale per chi "tifa", non si può biasimare chi ha il sangue caldo e chiede giustizia, non possiamo nemmeno giudicare chi "si ritiene/riteniamo" ignorante perché si lascia trascinare dai venti come una bandiera (quella rainbow tanto per rimanere in tema), ma non puoi nemmeno fare il moralista cercando di essere obbiettivo, puntando il dito verso tutti criticando i loro atteggiamenti patriotici (palestinesi o israeliani).
    le info vanno filtrate, e non dico che siamo noi a scegliere cosa leggere o cosa guardare, ma internet, e chi lo controlla, ci fa passare ciò che abbiamo.
    Non credo tu sia di parte, né corrotto né cornuto, sei un ragazzo in gamba e ti rispetto come pochi. Però, vorrei tanto che tu chiarissi le idee sui fini di questo sito.

    • Il Grande Colibrì ha detto:

      Lyas, ti posso rispondere solo in chiave personale, perché come sai ogni persona che collabora a questo sito ha piena libertà di esprimersi, senza condizionamenti.
      Personalmente non riesco a fare distinzioni tra le persone basandomi sulla loro nazionalità, sulla loro etnia, sul loro credo, sul loro genere, sul loro orientamento. E sono profondamente convinto che nessuna di queste caratteristiche possa incidere sul valore della sua vita o sul peso delle sue colpe: non guardo al colore della sua pelle, della sua bandiera o della sua religione se devo piangere un morto innocente o se devo puntare il dito sul suo assassino.
      Questo mio atteggiamento si estende al patriottismo, che personalmente non capisco (non riesco a “sentire” qualcosa di più o di meno nei confronti di una persona perché il caso ha voluto che nascesse nel mio stesso paese).
      Questo non mi impedisce di rendere onore a un certo tipo di patriottismo, quello delle donne e degli uomini che, anche in nome della Patria, hanno combattuto (con il loro lavoro, con il loro pensiero, con le loro armi) per fare vivere i propri concittadini in maggiore libertà, in maggiore benessere.
      Trovo invece terrificante il “patriottismo” (ma è davvero patriottismo?) che non nasce dall’amore per la propria terra e per i suoi abitanti, ma è solo un alibi per conquistare le altre terre e per distruggere gli altri popoli, la loro vita, la loro libertà, il loro benessere.
      Trovo terrificante il “patriottismo" di chi voglia realizzare uno stato etnico, di qualunque etnia si stia parlando (mentre tanti condannano il progetto di “stato russo” di Putin applaudendo il progetto di “stato ebraico” della destra israeliana). Trovo terrificante il “patriottismo" di chi per resistere alle politiche violente di uno stato promuove l’odio nei confronti di tutti i suoi abitanti, dei loro simili e dei loro correligiosi in tutto il mondo.
      Trovo terrificante chi non è capace di vedere l’umanità nell’altro, chi nella vittima innocente dell’altro lato della barricata sa vedere solo un nemico, chi nella vittima innocente del proprio lato della barricata sa vedere solo uno strumento per soddisfare la propria voglia di schiacciare il nemico.
      Trovo altrettanto terrificante, per venire al discorso della strumentalizzazione delle persone LGBT in questo conflitto e non solo, anche chi non capisce che è essenziale difendere omosessuali e transessuali perché sono esseri umani (e la questione non è invece quella di difendere un essere umano solo perché è omosessuale e transessuale). Trovo terrificante, per questo, tanto chi chiude gli occhi sulle violazioni dei diritti basilari delle persone LGBT degli uni (le persone LGBT sono meno umane delle altre?) quanto chi si schiera a occhi chiusi con gli altri perché difendono i gay, senza preoccuparsi del fatto che intanto privano delle libertà più basilari un popolo intero (chi appartiene a questo popolo è meno umano degli altri?).
      Lyas, anche io ti rispetto come pochi e per questo spero che tutto sia più chiaro (ovviamente le accuse di essere al soldo di questo o di quell’altro sono assurde e la “confessione” all’interno dell’articolo era puro sarcasmo). Su una cosa, però, ti sbagli: io voglio essere profondamente di parte. Voglio essere dalla parte di chi (palestinese, israeliano, italiano, filippino o cileno che sia) difende gli esseri umani, la loro libertà, la loro dignità, la pace, la giustizia, l’uguaglianza. E voglio essere contro chi (palestinese, israeliano, italiano, filippino o cileno che sia) agisce per distruggere questi valori.
      Poi questo non significa e non deve significare negare che, se le colpe di una guerra sono presenti da una parte e dall’altra della barricata (ma lo sono anche le innocenze), c’è bisogno di considerare il fatto che ogni attore ha la sua diversa proporzione di colpe e di quella dovrà essere chiamato a rispondere.

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