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Ghana, per i cristiani presbiteriani la povertà rende gay
USA, per i cristiani battisti la tortura rende eterosessuali
PD, Bersani promette il riconoscimento delle coppie gay
Libri, François Sagat nominato primo tra gli eroi del porno

MOI Si è conclusa sabato, senza incidenti, la decima edizione del Q! Film Festival, la rassegna di cinema a tematica LGBTQ* che si tiene ogni anno a Jakarta, capitale dell’Indonesia, lo stato a maggioranza musulmana più grande del mondo. Con i suoi 150 film provenienti da tutto il mondo, l’evento richiama migliaia di spettatori da ogni angolo del paese (the Jakarta Globe). Un paese che, nonostante un lunga storia di laicità e di pacifica convivenza tra diversi stili di vita (esistono associazioni LGBTQ* ufficiali da ormai 30 anni, ad un esempio), mostra preoccupanti segnali di un’intolleranza montante, con gruppi islamici integralisti che aggrediscono tutte le minoranze, religiose, etniche o sessuali che siano (Il grande colibrì): mentre già da quasi dieci anni alcune province hanno deciso di applicare la sharia, sono ancora nitidi i ricordi dell’assedio subito un anno fa proprio dal cinema che ospitava il festival Q!, quando 200 membri del Fronte dei Difensori dell’Islam occuparono una sala, insultando e minacciando gli spettatori (the Guardian).

MONDO Dai geni agli sbalzi ormonali, dallo scarso affetto genitoriale alle scuole troppo indulgenti, da Satana a Sailor Moon, dall’inquinamento all’eccessivo consumo di patate (sic!): se dovessimo mettere insieme tutto ciò che è stato citato come “causa dell’omosessualità”, dovremmo iniziare a sorprenderci dell’inspiegabile sopravvivenza dell’eterosessualità. La povertà e la disoccupazione non le aveva ancora citate nessuno come fattori “omosessualizzanti”, ma per fortuna ci ha pensato il reverendo Bugri Nagbo, presidente della Chiesa presbiteriana del Ghana settentrionale, in un discorso ufficiale pronunciato davanti alle autorità del paese (Ghana News Agency). Ci sarebbe quasi da ridere, se questo episodio non si inquadrasse in una violenta crociata omofobica che vede in campo persino i servizi segreti (Il grande colibrì). Intanto in Uganda, ennesimo stato africano dove l’emergenza omofobia è altissima (Il grande colibrì), l’unico bar LGBTQ* del paese, appartenente all’attivista Jacqueline Kasha, è stato obbligato a chiudere (the Washington Post).

CRONACA L’omofobia non è certo un’esclusiva dell’Asia o dell’Africa, come ben sappiamo. Proprio mentre si raccolgono adesioni per chiudere i centri ecuadoriani dove si pretende di “curare” le lesbiche a suon di torture (Il grande colibrì), sta facendo il giro del mondo lo sconvolgente racconto (raccolto da I’m from Driftwood, pubblicato su YouTube e rilanciato dal Daily Mail) di Samuel Brinton: il ragazzo, quando aveva appena 12 anni, ha subito allucinanti supplizi fisici da parte del padre, un pastore della Chiesa battista del sud, e psicologici da parte della madre. Samuel è stato seviziato con il ghiaccio e con il fuoco, sottoposto all’elettroshock, minacciato di morte e infine espulso con disonore dalla famiglia e dalla comunità per la sola colpa di non eccitarsi a guardare le foto di donne nude su Playboy.

POLITICA A sorpresa, il candidato unico alla presidenza di Equality Italia, Aurelio Mancuso, è stato eletto presidente dell’associazione che ha creato a propria immagine e somiglianza. Vittoria meritatissima per l’uomo che è riuscito a trasformare la cacofonia dei favorevoli e contrari all’outing (Il grande colibrì) in un unico coro (di risate). La vera notizia, fuor d’ironia, è un’altra: tra i tanti saluti arrivati da mezzo PD (e chi se lo aspettava, vero?), si segnala quello del segretario Pierluigi Bersani, che si prodiga a invocare “un paese aperto e inclusivo“, “una legge contro l’omofobia e la transfobia“, il “riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso” e altre promesse di diritti (Equality Italia). Ovviamente Bersani non accenna mai al matrimonio tra persone dello stesso sesso, che, guarda caso, è la richiesta di ormai buona parte del movimento LGBTQ* italiano ma non di Equality e di Mancuso (Il grande colibrì), che della politica dei piccoli passi (indietro) è un indiscusso maestro.

SESSUALITA’ Ognuno ha i propri eroi e per JC Adams, l’amministratore di GayPornTimes.com (nominato recentemente miglior blog erotico omosessuale), non possono che essere i porno-attori. Adams ne ha selezionati cento e su di loro ha scritto il libro “Gay Porn Heroes” (Bruno Gmünder), che contiene anche la classifica degli attori che più hanno fatto la storia della pornografia gay: in cima svetta il francese François Sagat, che finora, in appena sette anni di carriera, ha girato quasi 60 film porno, alcuni film d’autore e un documentario, per non parlare delle sue attività di successo come modello, blogger, attivista per la lotta all’AIDS… Molto più triste è stata invece la vita del secondo classificato, Joey Stefano, famoso per aver girato solo scene da passivo e morto a 26 per un’overdose di droghe. Terzo è Lukas Ridgeston, uno dei principali artefici del successo globale della casa di produzione slovacca Bel Ami.

Pier Cesare Notaro
©2011 Il Grande Colibrì
immagine: Il Grande Colibrì

4 Comments

  • Sara Mago ha detto:

    @Ahamed, più che altro non riusciamo a guardare al di la del letto di Berlusconi. E se provi a farlo, sei un fascista, di destra, clericale. Non ne posso più di questa estremizzazione del dibattito, e di questa logica del divide et impera.. come dice intelligentemente @terresottoilvento (di cui andrò a fare capolino sul blog).. e che si è così accellerata negli ultimi tempi, soprattutto grazie ai social network.. e questo sbatterci a sinistra, a destra ed a manca ci ha talmente storditi che lo assecondiamo, se non altro per sfogare le nostre frustrazioni. Ecco che il problema non è solo indonesiano, ma anche italiano.

  • Il Grande Colibrì ha detto:

    @ Ahmed: La capacità di inquietarsi è forse più preziosa (e ben più rara) della capacità di indignarsi. Condivido la tua (inquietante) analisi.

    @ terresottovento: Ti ringrazio del commento e ne approfitto per segnalare ai nostri lettori il tuo interessante blog!

  • terresottovento ha detto:

    L'intolleranza religiosa o sessuale o politica è qualcosa di profondo che ci portiamo con noi da sempre, come paura di ciò che è altro da noi. Qualcosa su cui hanno giocato ed alimentato le grandi religioni monoteiste, e qualcosa che il potere politico spesso usa e gestisce, come in Indonesia ed in tante altre parti del mondo. E' anche il principio del divide et impera.

  • Ahmed ha detto:

    In Italia, la televisione ha troppo potere e ha reso le persone un po ' stupido. Pertanto, tutti seguono la moda e la moda è ora quella di essere contro i politici. Gli italiani hanno ragione a essere contro i politici che gli governano, perché sono cattivi politici, ma non si guarda a ciò che succede al di fuori della politica. Questo signore Aureli Mancuso sembra inquietante e spero che la gente non segue nelle sue attivite.

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