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Masturbarsi? Lo abbiamo fatto tutti da adolescenti e da adulti, maschi e femmine, e c’è chi lo fa ancora anche in età avanzata. Il punto è che tutti, eccezioni a parte, ci siamo masturbati almeno una volta nella vita, soprattutto appena raggiunta la pubertà [Il Grande Colibrì].

الاستمناء (al-istimna’) è il termine arabo più diffuso per indicare l’auto-stimolazione dell’organo sessuale, ma esistono altri come العادة السرية (al-‘ada al-sirriya; “l’abitudine segreta”) e نكاح اليد (nikah al-yad; “il matrimonio della mano”). Ricordo benissimo la mia prima volta: fu tra le zampette corte di stoffa fibrosa di un peluche marrone, compagno di avventure dei mesi precedenti, ma che dovetti poi bruciare la sera stessa.

Dopo un paio di settimane il numero di peluche in casa era dimezzato!

Ironia a parte, all’epoca credevo fermamente che la masturbazione fosse proibita e che fosse considerata atto peccaminoso, motivo per cui usai il peluche al posto delle mani e poi dovetti sbarazzarmi, col fuoco, delle “tracce” dell’حرام‎ (haram, peccato) che pensai di aver commesso. Avevo paura di subire una punizione nel caso fossi stato scoperto.

Qui sorge la mia domanda: qual è la punizione della masturbazione in termini religiosi nell’Islam?

Quel che dicono gli insegnamenti islamici a proposito della masturbazione è molto chiaro: non si fa. Tralasciando la finalità riproduttiva della visione eterosessuale perché all’epoca si ricorreva precocemente al matrimonio, adesso che nella maggior parte dei paesi islamici l’età legale per sposarsi è passata dai 15 anni lunari per i maschi e 9 per le femmine ad un minimo di 18 anni solari per le femmine e 20 per i maschi [Avvocati di Famiglia], perché è vietato masturbarsi prima del matrimonio o a chi non è sposato/a?

Le principali interpretazioni ci portano tutte a un versetto coranico che recita: “[I credenti sono coloro] che si mantengono casti, eccetto con le loro spose e con schiave che possiedono […], mentre coloro che desiderano altro sono i trasgressori” (Sura 23, I credenti, 5-7). L’ultima aya (versetto) è quella che include l’auto-stimolazione nella sfera del haram, in quanto perversione, per tutte le varie correnti islamiche sia sunnite che sciite, perché qualunque forma di gratificazione sessuale praticata al di fuori del matrimonio (o del concubinato con schiave, qualora ce ne fossero) è severamente proibita in quanto porta a trasgredire la legge di Allah.

Il tafsir della aya, ossia l’interpretazione autentica data da dotti musulmani con una grande conoscenza linguistica e un’ottima preparazione teologica, è uguale per tutte le interpretazioni degli studiosi più famosi (come Ibn Kathir, Al-Ghazali, Al-Qurtubi e anche il più recente fra loro, Sayyid Qutb) e afferma che il pronome “coloro” si riferisce alla popolazione maschile. Ma allora le femmine possono masturbarsi? Anche se la risposta è no, troviamo la solita assenza di prove concrete a riguardo.

A questo punto, fingendo di accettare il fatto che la masturbazione sia un peccato paludoso da cui l’uscita non è per nulla facile, rivolgo lo sguardo alla punizione di tale “indecenza”, cerco un’esauriente risposta tra le numerose pagine web di stampo islamico e trovo solo arrampicamenti sugli specchi, tra chi la considera equivalente alla زناء (zina, adulterio) e chi la paragona addirittura alla zoofilia.

Anche in questo argomento, le maggiori correnti islamiche si dividono: gli hanafiti dicono sia completamente haram, mentre i malikiti e gli sciafeiti sostengono che l’eiaculazione volontaria e con il solo pensiero senza nemmeno toccarsi sia peccato che esige una punizione. Gli hanbaliti e gli zahiriti invece favoriscono il parere che la masturbazione sia detestabile ma non peccaminosa se praticata per evitare di cadere in fornicazione illecita, perché né nel Corano né nella Sunna (regole di comportamento derivate da azioni e parole di Maometto) esistono prove che la condannano.

Dunque, dopo tutte quelle ricerche credo semplicemente che ci sia una grande confusione riguardo alla masturbazione, che comunque rimane giudicata come atto osceno, peccaminoso e deviante nell’Islam, ma senza validi fondamenti nella religione in cui cerco di credere con consapevolezza e con spirito critico. Perciò chiedo a chi conosce bene questo argomento di illuminarci tutti e tutte.

 

Lyas
©2017 Il Grande Colibrì

3 Comments

  • Alessandro ha detto:

    Conosco l’argomento.

    Dobbiamo partire dalle differenze fra l’Islam e l’Occidente anche facendo riferimento all’opera d Foucault, sulla costruzione della sessualità in Occidente, in connessione con l’interiorizzazione del potere da parte dell’individuo anche attraverso la disciplina e la pratica della confessione, al fine di rimuovere ogni ambiguità nel desiderio sessuale e nei sentimenti erotici e stabilire chiaramente le identità, cosa mai avvenuta in Oriente (ma nei gruppi gay occidentali nei fatti invece sì!!! – ma questa è un’altra storia).

    Questo sviluppo portò in Occidente alla definizione di patologie, come l’omosessualità o la masturbazione.

    Nell’Islam, invece la sessualità non è mai stato vista come una particolare sfera di indagine: l’amicizia tra gli uomini, o l’amore di un uomo per l’altro, erano elementi essenziali della cultura e delle relazioni sociali (v. le numerose testimonianze delle poesie di amore Male-Male che abbiamo nella Letteratura Classica Araba e Persiana).

    La pratica sessuale non è mai stata collegata a un senso di colpa come in Occidente.

    L’idea che il peccato possa portare all’inferno (che ha promosso l’attuazione di strumenti di disciplina come la confessione auricolare nel cristianesimo latino) – è stata difesa nell’Islam solo dai Mu’taziliti (un gruppo razionalista e ascetico la cui dottrina, prevedeva la promessa e la minaccia “al-waʿd wa al-waʿīd” del paradiso e dell’inferno; la giustizia di Dio per essi era una questione di necessità logica: Dio deve ricompensare il bene e punire il male) contro cui i sunniti (e gli shiiti) reagirono vigorosamente.

    Il punto è che oggi le letture sulla questione della sessualità nell’Islam in Occidente sono in gran parte proiezioni delle concezioni del sesso proprie dell’Occidente coloniale e puritano.

    Così gli orientalisti hanno voluto vedere l’argomento come definito quasi esclusivamente in termini di prescrizioni religiose.

    E ancora una volta, purtroppo, i musulmani fondamentalisti di oggi adottano posizioni vicine ai loro antagonisti occidentali e gli sono speculari sulla questione della sessualità (compreso l’autoerotismo).

    Per entrare nello specifico dobbiamo notare come la masturbazione è un argomento di cui l’Islam classico e le menti legali musulmane non si Sono mai occupate nella loro storia fino in tempi recenti.

    Questo è facile da dimostrare, vedendo p.es. come anche un tardo autore come
    Sheikh ‘Abd al-Rahman al-Jaziri (1882-1941) non la menziona affatto nella sua opera ampiamente pubblicata e letta (che è un classico della giurisprudenza Islamica)
    intitolata “Islamic Jurisprudence According to the Four Sunni Schools” pubblicata quando lui era ancora in vita.

    Interessante sempre da notare invece ai nostri fini che l’argomento fu invece introdotto in una nuova edizione del suo libro negli anni ’90!!!

    E anche da questa semplice nota di carattere editoriale possiamo riuscire a spiegarci tutto (o quasi) del discorso precedente!

    L’idea che il disturbo sessuale (comunque definito) regnasse nei Paesi Musulmani era diffusa tra gli europei durante l’era coloniale ed era usato per spiegare la loro “decadenza” o “degenerazione” e per giustificare la “missione civilizzatrice” delle potenze coloniali.

    Il fatto triste è che purtroppo oggi i valori borghesi europei riguardanti la famiglia e la sessualità (compreso omosessualità, auto-etoretismo ecc) sono stati ampiamente adottati dalle classi dirigenti musulmane e sono descritti come “islamici” sia da loro stessi che dagli osservatori occidentali!

  • Carmelo ha detto:

    Scusa, ma tu che idea ti sei fatta della cosa? Non credi che la religione sia un fatto estremamente privato tra il tuo dio e te? Cosa c’entrano gli altri. Comunque sai che il tuo dio vede tutto e sa tutto anche le cose nascoste e persino i tuoi pensieri. Quindi il solo pensarlo potrebbe essere peccato e non permetterti di entrare e permanere in un luogo al quale nessuno che vi sia stato ha potuto confermare che esista! Ti sembra normale ciò? E ti sembra normale che dal libro non sia stato tolto il discorso anacronistico delle schiave e molto altro ancora?

  • Farah ha detto:

    “Haram” non significa in nessun caso “peccato” parola e concetto estrano al Islam che vení insieme alla Colonizzazione europea. “Haram” é vietato, frontiera dello “Halal” o lícito, permesso. Dobbiamo ancora usare come fonte il Corano senza reinterpretazioni, che parla de “schiave” ed “concubine” cosa certamente vietata dalla Legge? Ci sono tante revisioni e letture del Corano piú cientifiche da questi Tafsir datati in tempi remoti, lontani dalla centuria che noi, ed anche musulmani viviamo.
    Tutto ció che riguarda il sesso in Corano, datato nel 700 dopo Cristo, “miledia” in árabo, é direto ala costruzione di una Comunitá homogénea, nei inizi dell Islam, che venne dibatito dopo tra casi e casi, fin´ora.

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