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Le notizie di questa settimana:
1. Patto Israele-Hamas per rompere il blocco di Gaza?
2. Militari israeliani contro ragazzini: “Che vergogna!”
3. Libano, proteste contro la spazzatura: sarà primavera?
4. Donne saudite e voto: possono… ma non vogliono?
5. A Dubai (Emirati Arabi) spuntano le “palme intelligenti”

Patto Israele-Hamas per rompere il blocco di Gaza?
1. La Conferenza ONU sul commercio e lo sviluppo [unctad.org] prevede che, a causa dei devastanti attacchi israeliani del 2014 e del costante crollo economico, la Striscia di Gaza sarà inabitabile entro il 2020. Intanto sono sempre più insistenti le voci di un accordo tra il governo israeliano e Hamas per la creazione di una via marittima sicura tra Gaza e Cipro del Nord, sotto il controllo della Turchia. La “fine” del blocco su Gaza potrebbe favorire un rilancio dell’economia della Striscia, mentre Israele romperebbe l’isolamento diplomatico in cui è finita, continuando però ad espandere le colonie in Cisgiordania. A pagare il conto dell’accordo sarebbe proprio la Cisgiordania e l’unità palestinese [haaretz.com].

Militari israeliani contro ragazzini: “Che vergogna!”
2. E’ diventato virale il video in cui un soldato israeliano cerca di arrestare violentemente un ragazzino palestinese di 12 anni, con un braccio ingessato, nei pressi del villaggio di Nabi Saleh, in Cisgiordania. Anshel Pfeffer, su haaretz.com, nota come il soldato fosse mascherato: “Sempre più soldati si mascherano per la vergogna: sono rari quelli che tornano in famiglia nel weekend fieri di aver avuto come missione principale quella di arrestare o picchiare degli adolescenti“.

Libano, proteste contro la spazzatura: sarà primavera?
3. In Libano le piazze si riempiono per protestare, sotto lo slogan “Puzzate!”, contro l’incapacità del governo nel gestire i rifiuti e contro la mancanza di trasparenza nell’assegnare gli appalti. Se per l’editorialista Hazem Saghieh l’obiettivo deve essere il crollo di una classe politica clientelare, che fa leva sulle differenze religiose e culturali all’interno del paese per mantenere i privilegi [alhayat.com], per il politologo Ziad Majed la novità più importante sta proprio nel fatto che le manifestazioni, concentrandosi su problemi comuni e non su grandi strategie, riescono a unire tutto il popolo libanese, senza divisioni tra le comunità [now.mmedia.me]. E se alcuni media egiziani hanno criticato le manifestazioni per la presenza di troppe donne “poco vestite”, due manifestanti hanno risposto per le rime: “Questo spiega perché la vostra rivoluzione è fallita: vergognatevi, puzzate anche voi!”.

Donne saudite e voto: possono… ma non vogliono?
4. Alle elezioni municipali che si terranno a dicembre, per la prima volta nella storia dell’Arabia Saudita le donne potranno partecipare come elettrici e come candidate. Questo importante diritto politico, però, non sembra entusiasmare le cittadine del regno, che solo in rari casi hanno deciso di registrarsi nelle liste elettorali – a Dhamad, ad esempio, lo hanno fatto solo in quattro [saudigazette.com.sa]. Molte donne non sanno di avere ottenuto il diritto al voto, mentre la complessità delle pratiche burocratiche per registrarsi ne scoraggia molte altre. Il problema principale, però, potrebbe essere un altro, come denuncia il dottor Solaiman A.M. Solaiman a arabnews.com: la politica saudita è gestita da clan e tribù e le donne hanno capito che votare è inutile. E, scuse a parte [arabnews.com], non sarà proprio questa consapevolezza a rendere così rare anche le candidature?

Emirati Arabi Uniti, spuntano le “palme intelligenti”
5. Dopo una prima sperimentazione di successo, Dubai è pronta a riempirsi di palme… artificiali! Si tratta di postazioni iper-tecnologiche dalla forma arborea che forniscono gratuitamente a tutti i passanti una connessione wi-fi, la possibilità di ricaricare cellulari e tablet, un touch-screen su cui trovare informazioni sui trasporti locali e le previsioni del tempo. Queste “palme intelligenti”, che funzionano sfruttando l’energia solare, in futuro potrebbero offrire anche molti altri servizi [reuters.com].

 

Pier
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2 Comments

  • AMg ha detto:

    Il video del finto arresto del "povero ragazzino palestinese" è diventato così virale che ha permesso di individuare una intera industria cinematografica del fake anti-israeliano con una famiglia di attori ormai professionisti dell'immagine farlocca e propagandistica razzista.

    • Il Grande Colibrì ha detto:

      Alba, facciamo un passo indietro?

      La notizia che il video fosse una montatura e che fosse stato realizzato da una famiglia di attori viene da una fonte autorevolissima: un canale YouTube gestito da un internauta anonimo. Un anonimo talmente autorevole da aver cancellato il video in cui esponeva le tesi complottiste che anche tu riporti non appena si è reso conto che queste stesse tesi erano state smontate in pochissimo tempo.

      In ogni caso, ti è sfuggito che l'episodio:
      1) è stato confermato dai portavoce dell'esercito israeliano (haaretz.com);
      2) è stato confermato (e condannato) dalla ministra della cultura israeliana (israelnationalnews.com);
      3) è stato confermato (con grande vanto) dal padre del soldato (haaretz.com) – ma non era un attore?

      E mi fermo qui.

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