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Le notizie di questa settimana:
Mediterraneo – Migranti, ipocrisia sulle stragi
Medio Oriente – La sfida tra sauditi e iraniani
Sudan – Nuovo giro di vite contro gli attivisti
Centrafrica – La persecuzione dei musulmani
Armeni – Turchia e Israele, niente “genocidio”

Mediterraneo – Migranti, ipocrisia sulle stragi. I migranti morti nel Mediterraneo aumentano del 4000% (ilgrandecolibri.com), ma l’UE finge di impegnarsi, quando in realtà decide solo di chiudere gli occhi.

L’Italia, alla quale il resto d’Europa ha delegato il controllo delle frontiere marittime, stanca di dover elemosinare risorse economiche supplementari, ha ridotto le spese destinate alle operazioni di salvataggio. L’Europa meridionale si trova di fronte ad una grande sfida: ignorare il suo dovere umanitario tradizionale di soccorrere chi si trova in difficoltà nel Mediterraneo o seguire l’esempio barbarico del regime egiziano, il cui esercito recentemente ha bombardato un’imbarcazione di migranti che erano appena partiti dalla costa egiziana, diretti verso il sogno europeo. [elwatan.com]

Quando sentiamo che l’obiettivo è che “non ci siano altre morti in mare“, in particolare bombardando le imbarcazioni dei trafficanti, c’è da temere che si voglia rompere il termometro invece di combattere le cause del dramma o che si voglia ridurre la visibilità insopportabile di questa migrazione di massa invece di occuparsi delle ragioni di chi parte e dell’accoglienza di chi arriva. Far esplodere le barche della morte ridurrà il numero di chi annega sotto gli occhi del mondo, ma non cambierà affatto la volontà di chi è pronto a rischiare la morte pur di fuggire dall’inferno in cui è nato. [lesoir.be]

Siamo di fronte alla più grave crisi umanitaria dal dopoguerra e le cancellerie d’Europa che dicono? “Tranquilli, ci pensiamo noi a piombare le fessure della fortezza” ma senza dire una parola sul disastro umanitario, sulle vite spezzate, sul sangue che ha sporcato il Mediterraneo; per quelle basta il minuto di silenzio. Dimostrano di non aver capito nulla: nessuno fermerà chi scappa da fame e conflitti, nessuno. La tragedia dei richiedenti asilo del Mediterraneo è un conto che la storia sta presentando alla vecchia Europa. Un conto che, prima o poi, dovremo pagare. [ilfattoquotidiano.it]

Medio Oriente – La sfida tra sauditi e iraniani. Le tensioni religiose tra sunniti e sciiti non sono il reale motivo delle tensioni tra l’Arabia Saudita e l’Iran, la cui reputazione internazionale è in forte ascesa.

Quale che sia la componente religiosa delle coalizioni guidate da Arabia Saudita e Iran, lo scontro tra sciiti e sunniti non è la migliore spiegazione della guerra che agita la regione. Si tratta di una mera lotta di potere: le due coalizioni non hanno definito criteri identitari o ideologici monolitici. I dirigenti iraniani sono teocrati, ma sono anche attori astuti e pragmatici in geopolitica. L’alleanza saudita ha una colorazione sunnita, ma sarebbe sbagliato considerarla un raggruppamento religioso monolitico: fino a poco fa, l’Arabia Saudita sosteneva gli sciiti zaiditi che ora bombarda. [foreignpolicy.com]

La politica occidentale, che è stata modellata dall’ostilità verso l’Iran a partire dalla rivoluzione islamica, non ha fatto altro che accrescere le turbolenze e le sofferenze in Medio Oriente. Inoltre, dopo che la politica occidentale di appoggio ai regimi arabi sunniti filo-occidentali è fallita con le primavere arabe, l’idea stessa di primavera è fallita, mentre la regione diventava più instabile che mai. Perfino il “vecchio nemico” Iran si è rivelato un interlocutore più sensibile, soprattutto dopo che Hassan Rouhani è diventato presidente al posto di Mahmud Ahmadinejad [hurriyetdailynews.com]

Sudan – Nuovo giro di vite contro gli attivisti. Alcuni attivisti per i diritti umani sono stati arrestati per aver lanciato un appello alle opposizioni, mentre una femminista è stata rapita per quattro giorni e torturata.

Il governo ha deciso di intensificare il giro di vite sulla società sudanese e ha accresciuto la sua retorica contro le influenze occidentali e laiche. Le recenti azioni di aggressione politica e fisica dimostrano che il 2025 non sarà un anno migliore per chi difende i diritti umani rispetto al 2013 e al 2014. Di fronte alle critiche sempre più forti sui diritti umani e ai rapporti sulle “gravi violazioni”, le autorità sudanesi farebbero meglio a far luce sul lavoro degli attivisti per i diritti umani e a lavorare in cooperazione con, e non contro, i principali avvocati per i diritti in Sudan. [muftah.org]

Centrafrica – La persecuzione dei musulmani. Nella Repubblica Centrafricana molti musulmani, soprattutto donne e ragazze, sono tenuti prigionieri e violentati dalle milizie cristiane anti-balaka.

Una famiglia ha raccontato l’orrore, durato 14 mesi, della prigionia nel villaggio di Pondo. Le milizie cristiane e animiste degli anti-balaka hanno ucciso due bambini di 6 e 7 anni e violentato tre ragazze, una delle quali si è ammalata ed è morta durante la prigionia. Una giovane donna, di circa 18 anni, ha raccontato di essere stata violentata da diversi anti-balaka, durante la prigionia: “Mi hanno semplicemente presa, brutalizzata ed ora sono incinta“. La sorella della vittima, di 20 anni, è stata più volte violentata da un anti-balaka che l’ha rivendicata come “sua moglie“. [hrw.org]

Armeni – Turchia e Israele, niente “genocidio”. Il quotidiano laico turco Cumhuriyet vuole aprire il dibattito sul “genocidio armeno”, che anche in Israele è un’espressione omessa per motivi geopolitici.

Dobbiamo confrontarci senza paura con la storia, qualsiasi sia il termine scelto (“genocidio” o “deportazione”) per designare quello che è successo nel 1915. Oggi portiamo il lutto del dolore comune vissuto su queste terre cento anni fa. Il dolore della catastrofe che è avvenuta in epoca ottomana è ancora vivo. Ed è ormai tempo di confrontarsi con questa ferita che paralizza tanto lo spirito e la coscienza quanto il bisogno di giustizia. In modo tale che non si ripeta mai più. [cumhuriyet.com.tr]

Rivlin ha guidato per anni la battaglia affinché Israele riconoscesse il genocidio armeno. Ma dopo essere diventato presidente, è stato riluttante a confermare le sue precedenti posizioni in materia. Il mese scorso Rivlin ha pronunciato un discorso incisivo alla Giornata internazionale di commemorazione delle vittime dell’olocausto all’Assemblea generale ONU. Purtroppo ha commesso due errori: ha definito il genocidio armeno un massacro e, per bilanciare i suoi commenti, ha ricordato la morte degli azeri a Khojaly durante la guerra armeno-azera. [armenianweekly.com]

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