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Il fatto che la fase finale del concorso Mister Gay World fosse ospitata in Sudafrica aveva spinto molti a immaginare, e forse sperare, una vittoria di un candidato del continente in cui si svolgeva la manifestazione. Il Sudafrica, pur non privo di omofobia, è uno dei pochi stati che riconosce pieni diritti alle persone omosessuali incluse le nozze, come quelle che hanno unito Ludovic e Qiyaam (Il grande colibrì): ma il resto dell’Africa vede una situazione di generale omofobia (Il grande colibrì) e il concorso di bellezza era visto come un’occasione per portare alla ribalta dei media mondiali la situazione, anche grazie alle candidature di un rappresentante dello Zimbabwe e di un etiope.

Già nel corso dei mesi la situazione era degradata: il concorrente dello Zimbabwe si ritirava dalla competizione e quello dell’Etiopia era costretto ad espatriare per evitare di subire atti di violenza (Il grande colibrì). E così alla fine anche l’esito della gara è stato più conforme ai canoni abituali che hanno incoronato i reucci della bellezza gay negli ultimi anni: ha vinto Andreas Derleth, un neozelandese di origine tedesca con tutti i muscoli a posto, e dell’omofobia che impera in tre quarti dei paesi africani è uscito poco, pochissimo, quasi per nulla (Towleroad).

Pure non è che mancasse l’occasione per spaziare un po’ sull’argomento: oltre ai due candidati africani intimiditi (il rappresentante etiope è stato anche diseredato dalla propria famiglia benestante), pure il concorrente della Namibia a dicembre era stato picchiato per il suo coming out attraverso la partecipazione alla manifestazione (Il grande colibrì). E la cronaca degli ultimi giorni ci racconta dell’arresto di quindici persone in Gambia, sospettate – molto semplicemente – di essere gay. Gli arrestati (tutti locali, a parte un senegalese) sono accusati di aver esibito pubblicamente o promosso l’omosessualità, in un paese dove la pena per questo tipo di “reato” arriva fino ai quattordici anni di carcere e per fortuna il presidente Yahya Jammeh ha fatto retromarcia rispetto alla sua proposta di decapitare gli omosessuali (News24).

 

Michele 
Copyright©2012MicheleBenini

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One Comment

  • Erica ha detto:

    mi sembra un po' deprimente sperare in un concorso così futile per arrivare alla soluzione di un problema così 'interiorizzato' nel mondo africano :-((

    Da quello che ho visto tra gli amici africani , specialmente ghanesi , per gli uomini è veramente un tabù , un divieto che viene dall'alto da parte di un Dio letto sempre allo stesso modo …omofobo e maschilista. Le donne , come mamme e come amiche , capiscono molto di più e vedono con altri occhi una realtà di fatto ben visibile. L'argomento va contro il rispetto , l'educazione, la religione …praticamente i cardini dell'africanità cristiana e mussulmana di potere e… non è poco . Parlo da valdese-critica con uguale 'amore' per gli africani e per il mondo LGBT. Ne parlo anche sapendo quanto io sia sempre al di fuori degli schemi normali in cui mi mette la mia chiesa così apparentemente aperta e contro ogni discriminazione. Solo l'idea del matrimonio celebrato a Milano ha fatto si che metà dei metodisti emigrasse in chiese pentecostali chiaramente molto più chiuse e 'antiche'.

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