Skip to main content

La notizia passa di bocca in bocca: c’è un uomo col rossetto. La rabbia della folla monta velocemente nel quartiere commerciale di May Pen, nel sud della Giamaica. Il presunto omosessuale si rifugia in un negozio di abbigliamento e ha la fortuna di trovare commesse solidali: chiudono a chiave la porta e chiamano la polizia. Intanto l’edificio è stato circondato da centinaia di persone che intonano slogan omofobici minacciosi. Solo con l’arrivo delle forze dell’ordine il negozio è messo in sicurezza e solo con l’arrivo dei rinforzi l’uomo col rossetto può essere condotto in salvo (video sottostante). E può persino tirare un sospiro di sollievo: poche settimane fa l’attivista gay Kenrick “Bebe” Stephenson è stato ucciso fuori da casa sua con numerosi colpi di pistola. La polizia non ha fornito un movente: c’è chi pensa all’omofobia, chi lo accusa di essere implicato in un giro di gioco d’azzardo illegale (urbanislandz.com).

Ma l’omofobia profonda della cultura giamaicana non si esprime solo in scatti di cieca violenza collettiva o negli omicidi: è parte integrante della vita quotidiana di tutte le persone LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) dell’isola. Dichiararsi omosessuale o transessuale equivale il più delle volte a venire cacciati di casa, come è successo alla quarantina di omosessuali e trans che si sono ritrovati ad accamparsi in un canale di scolo della capitale Kingston. Solo dopo l’inchiesta dell’inglese Channel 4 (video sottostante), il parlamentare Julian Robinson ha chiesto di risolvere il problema: “Sono giovani che hanno sofferto abusi fisici, psicologici e sessuali, sono stati cacciati dalle famiglie, alcuni non hanno casa e molti si prostituiscono” (jamaicaobserver.com). Proposte concrete? Nessuna.

A gennaio sul Journal of sex research (tandfonline.com) Keon West e Noel M. Cowell hanno pubblicato un’interessante ricerca per individuare le “variabili indipendenti del pregiudizio contro lesbiche e gay in Giamaica”. Lo studio, oltre a confermare l’altissima diffusione dell’omofobia nell’isola, individua due elementi chiave che alimentano l’odio anti-omosessuale: da una parte, il machismo, che spinge gli uomini a disprezzare ogni forma di effeminatezza, reale o presunta; e dall’altra il dancehall reggae, che veicola messaggi violentemente omofobici. La ricerca di West e Cowell ha il merito di smontare la tesi sulla sostanziale innocuità delle canzoni di artisti come Buju Banton o Vybz Kartel, dimostrando come i loro brani abbiano influenze profonde sui pensieri e sulle azioni del pubblico.

Ad alimentare l’omofobia sono anche alcuni episodi di cronaca sulla cui veridicità, però, si possono nutrire dubbi. Jamaicaobserver.com racconta di un ragazzo fermato in un parco, mentre faceva jogging, da due uomini armati di pistole e di coltelli, che gli avrebbero legato mani e piedi, gli avrebbero tagliato i vestiti e poi lo avrebbero violentato analmente più e più volte. L’uomo sarebbe stato ritrovato nell’erba, con il sangue che gli colava “copiosamente” dall’ano, da alcune donne. La polizia afferma che nessuno ha denunciato il fatto, ma sono soprattutto la ridondanza di particolari impressionanti e l’immediata strumentalizzazione (“tutte le conquiste che l’iperattiva lobby gay ha ottenuto negli ultimi anni [?] devono essere sospese“; jamaicaobserver.com) ad essere sospette.

Per fortuna anche in Giamaica qualcosa si muove: jamaica-gleaner.com, uno dei più importanti giornali dell’isola, ha pubblicato un editoriale che attacca frontalmente il divieto di matrimonio tra persone dello stesso sesso (“atteggiamento ipocrita e anacronistico che perpetua le discriminazioni“) e la criminalizzazione dei rapporti omosessuali (una norma “agghiacciante” che “permette allo stato di controllare le preferenze sessuali e di invadere la privacy delle camere da letto“). Il sogno è quello di una “società moralmente plurale” che garantisca i diritti di tutti, ma per sognarlo bisognerà prima risvegliarsi dall’incubo di una realtà dove l’emarginazione sociale delle persone omosessuali e transessuali è estrema.

Pier Cesare Notaro
©2014 Il Grande Colibrì
foto: Il Grande Colibrì

9 Comments

  • francesco flamini ha detto:

    …sono cattolico praticante, ma a differenza di molti "cristiani", non sono omofobo, perchè un VERO cristiano sa che l'omofobia come tutte le forme di odio (razziale, sociale, religioso o politico) vanno contro la dottrina e gli insegnamenti cristiani, ma si sa che la gente è deficiente oltre ogni limite, e il caos dilaga(grazie anche al "lavaggio del cervello" messo in atto dalle varie lobby…io sono etero ma anche se una persona mi fa un complimento "estetico", non mi incazzo come certe bestie, ma ringrazio, anche perchè la Bibbia non parla solo di condanna e punizione(verso i peccatori, ma anche chi si mette al di sopra dei peccatori, convinto di non esserlo) ma di pace, accettazione e umanità!
    …riguardo alla musica(in generale) come ogni forma di espressione e comunicazione, viene usata sia per la pace che per l'odio, DA SEMPRE, e accusare un certo tipo di concetto dell'essere(pensiero, abbigliamento, comportamento, eccetera)di essere PER FORZA un violento o un "santo", cioè l'Odio(con la O maiuscola) esiste da SEMPRE in ogni comunità e forma di pensiero, e TUTTI provano sia odio che amore(tranne gli psicopatici), insomma il razzismo(l'odio razziale, sessuale, eccetera) non è insito SOLO in una categoria(cioè un bianco attacca un nero è razzismo, un nero attacca un bianco è violenza), il razzismo è "un tipo che odia un tipo" punto, insomma esistono sia religiosi che atei razzisti, sia etero che omo razzisti, sia idioti che non-idioti, ma anche nelle etnie, asiatici con asiatici(anche dello stesso "tipo": cinesi contro cinesi, eccetera), neri contro neri(o "meno" neri), bianchi contro bianchi, etero contro etero, omo contro omo, e tanto altro ancora, ma se metto altro nessuno mi legge più il post!!!…

    …dai cazzo, abbiamo un cervello, e ogni tanto usiamolo!!!…

  • Il Grande Colibrì ha detto:

    Bizzarri, non ti suggerisco di studiare: ci vuole molto meno. Ti basterà fare una velocissima ricerca su Google per scoprire quanto sono bianchi Keon West e Noel M. Cowell, gli autori dello studio. E scoprirai facilmente quanto sono bianchi gli attivisti che lottano contro l'omofobia (anche nel reggae) in Giamaica. O quelli che collaborano a questo sito.

  • BIZZARRI RECORDS ha detto:

    Parlare di ragazzi omosessuali che muoiono a kingston mentre ci sono donne e bambini che fanno la fame è come pestare una Merda di mucca e provare a toglierla con un filo di erba… Ma vi rendete conto che il reggae è la musica nazionale? Come mai in questo articolo non ci sono riferimenti alle leggi omofobe del governo che vietano la Sodomia? Ma poi a parte tutto siete un gruppo di bianchi con il dito pronto a giudicare dopo che avete schiavizzato gli africani per 400 anni e adesso vi lamentate che sono ignoranti? Ahah penosi penosi siete proprio penosi e ipocriti! Condanno le canzoni omofobe che sono circa neanche l'1% della musica prodotta da questa gente! Studiate gente! Studiate!

  • Anonimo ha detto:

    Ora la colpa è del reggae. Ma per favore sembrate i genitori cattolici che accusano il rap di incitare al sesso. Pensavo che gente intelligente come voi capisse la differenza tra causa e conseguenza

    • Il Grande Colibrì ha detto:

      Se è vero che un omofobo ascolterà più volentieri canzoni omofobiche, non sembra così assurdo pensare che il messaggio veicolato dalle canzoni più popolari venga interpretato come valore condiviso e perciò tenda a essere fatto proprio. Se le canzoni più popolari incitano spesso e volentieri e senza alcun problema a disprezzare o persino a uccidere gli omosessuali, è facile che chi le ascolta avrà più incentivi a sviluppare un sentimento omofobico. E lo studio citato (che puoi leggere al link presente nell'articolo) lo conferma.

    • Anonimo ha detto:

      Un omofobo non ascolta più volentieri canzoni omofobe, ma ascolta le canzoni di un cantante che gli piace. Se poi hanno anche quei messaggi è un altro paio di maniche, oltre al fatto che il cantante non vive in una bolla di vetro ma assieme agli altri. Le canzoni sono omofobe o è la società che lo è e il cantante la canta? Il reggae in Jamaica ha una tradizione lunghissima e bollarlo come fate voi come veicolo di odio è fuorviante e pregiudizievole. Veramente siete moralisti peggio dei cattolici. Poi l'articolo non lo posso leggere perché occorre essere abbonati e non posso giudicare la bontà o meno di un articolo solo dall'abstract. e mi auguro che almeno voi lo abbiate letto per intero prima di metterlo come riferimento

    • Il Grande Colibrì ha detto:

      Se una canzone ci piace o ci disgusta forse un motivo ci sarà, o no? E forse un ruolo lo avrà anche il testo e il messaggio della canzone, o no? Non tutto il reggae è omofobico, e ci mancherebbe altro, ma il fatto che gran parte di questo genere musicale in Giamaica sia stato preso in ostaggio dall'omofobia è purtroppo un fatto risaputo, denunciato anche da artisti reggae che hanno deciso di impegnarsi contro le campagne d'odio di gran parte dei loro colleghi (si pensi anche solamente alla campagna "Stop murder music"). Se poi denunciare la frequenza con cui nelle canzoni di alcuni artisti compaiono frasi come "Sogno una nuova Giamaica, vieni a giustiziare tutti i gay" o "Tutti i culattoni e i sodomiti devono essere uccisi" ti sembra moralismo, non so proprio cosa farci.

  • KaOs ha detto:

    Siamo alle solite.

  • Claudiano ha detto:

    Più che una volta pronta al linciaggio sembra un folla di curiosi, quasi stessero aspettando di vedere un dodo.

Leave a Reply to BIZZARRI RECORDS Cancel Reply