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CRONACAMotivi familiari“: alla questura di Reggio Emilia sono bastate queste due semplici parole per rilasciare il permesso di soggiorno a Rafael, un cittadino uruguayano legalmente sposatosi in Spagna con l’italiano Flavio. Ottenere l’ambito documento non è stato affatto semplice perché, dal momento che lo stato italiano non riconosce il matrimonio tra persone dello stesso sesso, per la questura non c’era alcun motivo per far rimanere Rafael in Italia, men che meno motivi familiari. Per fortuna i due coniugi hanno fatto ricorso e, grazie anche al supporto offerto dall’Associazione Radicale Certi Diritti, si è giunti, il 13 febbraio scorso, alla storica sentenza con cui il tribunale di Reggio Emilia ha decretato che il diritto di vivere in Italia deve essere riconosciuto a tutti coloro che sono sposati con cittadini italiani, indipendentemente dal riconoscimento del matrimonio nel nostro ordinamento legale (Il grande colibrì). Il permesso di soggiorno rilasciato a Rafael è un’ottima notizia non solo per i due sposi e per le coppie miste omosessuali, ma anche per tutti i cittadini italiani interessati a vivere in un paese civile: infatti, come annota Certi Diritti, ci troviamo di fronte al “primo documento nella storia italiana che dà efficacia al riconoscimento dello status famigliare delle coppie omosessuali“.

CRONACA Daniel Zamudio, un ragazzo gay di 24 anni, è finito nel mirino di una banda di neonazisti in Cile: gli estremisti di destra lo hanno sottoposto ad indicibili torture per più di sei ore, staccandogli un orecchio e bruciandogli una gamba, prendendolo a calci e pugni su tutto il corpo, per poi abbandonarlo, in fin di vita, dopo avergli inciso con dei pezzi di vetro delle svastiche sul petto. Ora la lotta dei medici dell’ospedale Posta Central di Santiago del Cile è disperata: le speranze sono poche, anche se non è stata decretata la morte celebrale del giovane, come erroneamente riportato da alcuni organi di stampa (Emol). Il mondo intero si è sdegnato ed il cantante Ricky Martin ha deciso di dedicare a Daniel la vittoria del premio ricevuto da GLAAD, associazione USA contro l’omofobia (Twitter). E a Sydney, in Australia, una coppia gay denuncia di aver vissuto un “brutto film dell’orrore“, anche se si è ben lontani dalla tragedia cilena: i due uomini accusano la polizia di un arresto illegale, di insulti omofobici, di un’aggressione fatta di calci e pugni e di aver manomesso il video che proverebbe tutto (Gay News Network).

MOI Non bastavano le minacce del viceministro monarchico Ekrem Spahiu, che ha invocato le manganellate contro i manifestanti (Il grande colibrì): il Pride programmato per il 17 maggio in Albania ora si becca la scomunica anche delle comunità religiose. Agron Hoxha, portavoce della Comunità Musulmana di Albania, accusa la parata di essere “un abuso dei diritti umani e delle libertà” e “un pericolo per la moralità e la tradizione della famiglia albanese“. Anche la minoranza cristiana è in allarme: per la Chiesa cattolica la manifestazione non si deve tenere perché, tuona don Gjergj Meta, portavoce della Conferenza episcopale albanese, “l’omosessualità è contraria all’ordine naturale e alla moralità della società” (AFP). Gli organizzatori comunque non si fanno intimidire e continuano nei loro programmi. Ricordando che la legge vieta ogni forma di discriminazione basata sull’orientamento sessuale (segui MOI Musulmani Omosessuali in Italia).

MOVIMENTO Sono stati tre giorni molto intensi quelli che hanno coinvolto i venti circoli di ArciLesbica a Milano per il VI congresso nazionale dell’associazione: dopo aver discusso di diritti, politica, associazionismo e cultura, le delegate hanno eletto Paola Brandolini presidente nazionale, mentre Giordana Curati sarà la sua vice. Brandolini, a cui vanno i nostri migliori auguri, ha dichiarato a Il grande colibrì: “Il VI Congresso di ArciLesbica si è chiuso nella consapevolezza che è necessario dare nuova forza in Italia alla battaglia per una parità di diritti delle persone LGBT, anche e soprattutto in un momento storico in cui l’emergenza economica ed i provvedimenti per una sua risoluzione rischiano di compromettere ulteriormente proprio, tra gli altri, quei soggetti che soffrono già dell’assenza di tutele giuridiche e, per questo, di una aggravata precarietà sociale“. Parole di ampie vedute che promettono davvero molto bene.

In breve:
1) In attesa di celebrare il proprio XIV congresso a novembre a Ferrara, Arcigay ha proposto, con il voto unanime di tutto il suo consiglio, la città di Palermo come sede del Pride nazionale per il 2012. La candidatura verrà ora discussa con tutte le altre associazioni LGBTQ* italiane.
2) Elsa Fornero, ministro del Lavoro e delle Pari Opportunità, in una lettera a Vanity Fair, ribadisce (iGC) di voler “affermare e diffondere una cultura contro la discriminazione, oggi purtroppo largamente assente”, ma, aggiunge, è roba a cui deve pensare il Parlamento. I diktat del governo, insomma, valgono solo quando si tolgono i diritti (vedi l’articolo 18), non quando li si difendono…
3) Nella maggioranza di governo c’è anche l’UdC, che ha il disonore di accogliere nei propri scranni in parlamento la poco onorevole Luisa Santolini. La quale, pur di sparare a zero contro la legge Concia, definisce la pedofilia come un orientamento sessuale al pari dell’eterosessualità e dell’omosessualità (Net1News). Ignoranza, cattiveria o un mix di entrambe?
4) La notizia non è nuova (per approfondire: Il grande colibrì), ma la BBC le dedica un interessante articolo: in Turchia i gay non sono benaccetti nell’esercito e conviene loro chiedere un esonero per evitare pesanti episodi di bullismo. Per ottenere l’esonero, però, occorre sottoporsi a prove umilianti, come farsi fotografare mentre si è penetrati analmente o vestirsi da donna senza averne alcuna voglia…

 

Pier
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