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Non c’è settimana che gli omofobi di tutto il mondo non dicano amenità sulle questioni LGBT e, quando queste dichiarazioni non precorrono una vera e propria discriminazione, ci capita anche di riderne (ilgrandecolibri.com). Quasi sempre, però, affermazioni di questo tipo sono lo specchio di un pensiero che è tutt’altro che superato, anche nel mondo occidentale, o che si appoggia sulle credenze religiose per stabilire l’innaturalezza di determinati rapporti. E così, senza grandi differenze tra oriente e occidente, assistiamo al giocatore di hockey russo  Pavel Datsyuk [nella foto] che non spende neanche una parola di troppo per giustificare il suo favore alle leggi anti-gay di Putin, benedette dalla chiesa ortodossa, e dice semplicemente: “Sono un ortodosso e questo dice tutto“, come riporta su twitter.com il giornalista specializzato in hockey Igor Eronko.

E, dall’altra parte dell’oceano, alla trasmissione “Club 700” della CBN (Christian Broadcasting Network) il reverendo Pat Robertson, popolare star della destra più retriva e dei cristiani più integralisti degli Stati Uniti , accusa i gay di diffondere deliberatamente l’HIV tagliando la pelle delle persone a cui stringono la mano tramite speciali anelli – salvo poi costringere prima YouTube e poi Vimeo a cancellare i video della trasmissione in questione per evitare, probabilmente, le meritate denunce (rightwingwatch.org).

Molto più leggero, ma non meno carico di battutine sarcastiche, l’attacco del candidato al senato del New Jersey, Steve Lonegan, al suo rivale democratico Cory Booker, che alle esplicite domande dei cronisti non avrebbe accettato di dichiararsi etero od omosessuale, pretendendo di essere rispettato in ogni caso. Lonegan ha detto che probabilmente Booker sta solo cercando l’appoggio dell’elettorato LGBT, ma non ha mancato di metterci una spiritosaggine dal (vago?) sapore omofobico, precisando che lui, invece, è contento di essere un maschio (youtube.com).

Tra le discriminazioni in cui si rincorrono occidente ed oriente, però, vince decisamente quest’ultimo: oltre alle note leggi contro la propaganda gay (in difesa della gioventù, naturalmente) e le violenze che sono dilagate in tutto il paese ad opera di gruppi neonazisti (ilgrandecolibri.com), una nuova discriminazione potrebbe andare a colpire le persone LGBTQ* in Russia: sembra infatti imminente una reintroduzione del divieto per i gay di effettuare donazioni di sangue (rt.com), ma anche in questo caso ci si guarda bene dall’ammettere l’intento discriminatorio. Il parlamentare Mikhail Degtyarev spiega infatti che la limitazione si renderebbe necessaria in quanto il 65% dei malati di AIDS sono omosessuali…

Del resto anche alle nostre latitudini c’è chi dice solenni scemenze omofobiche, e nemmeno sembra rendersene conto. E, sia chiaro, stavolta Giovanardi non c’entra. Sul nostro podio nazionale, infatti, c’è il deputato leghista Gianluca Buonanno, che in un’intervista a Klaus Davi (youtube.com), oltre ad attaccare a destra e sinistra con particolare predilezione per la presidente della Camera Laura Boldrini, si lancia in una arrampicata sugli specchi degna di miglior causa, per spiegare la sua opposizione ad una legge contro l’omofobia.

E’ assolutamente inaccettabile che una persona venga condannata per omofobia perché rivolge a un’altra persona il termine finocchio o culattone – spiega l’onorevole leghista – Non sono assolutamente termini né offensivi né omofobici. Anzi, se lei me li rivolgesse le risponderei con una risata“. Per chi, come il sottoscritto, non sopportasse né Buonanno né Davi, un sunto dell’intervista è disponibile su un’altra perla del giornalismo italiano , liberoquotidiano.it.

E infine, per dimostrare che un po’ tutto il mondo è paese, vale la pena di rilevare come negli stereotipi ci possano cadere anche coloro che hanno una discreta apertura mentale, siano politici o giornali. E infatti nella civilissima Germania  Der Spiegel, uno dei più prestigiosi settimanali nazionali (certamente non identificabile con la destra o con il mondo cristiano) ha pubblicato un’inchiesta in cui, con il nobile scopo di difendere l’infanzia, ha rilanciato il cliché del pedofilo omosessuale, causando la reazione di gruppi e giornali LGBTQ*, giustamente scandalizzati da questa caduta di stile del tutto imprevista (queer.de).

 

Michele
Copyright©2013ilgrandecolibri.com

One Comment

  • enrico ha detto:

    Bellissimo articolo. Vorrei solo precisare una cosa. All'inizio si parla dell'omofobia degli ortodossi. Credo sia necessario precisare di quali ortodossi si stia parlando. L'Ortodossia infatti non è un blocco unico piramidale come il Cattolicesimo Romano. L'Ortodossia è formata da tante chiese di dimensioni solitamente nazionali. E se è vero che il Patriarcato di Mosca e la chiesa russa da lui dipendente sono decisamente omofobi, altrettanto non si può dire della Axios, chiesa ortodossa americana e gay-friendly, o della Chiesa Autonoma Ortodossa Italiana, alla quale io, gay dichiarato e orgoglioso di esserlo, mi onoro di appartenere in qualità di diacono.

    http://www.axios.org/doku.php

    http://www.innematov.it/

    Galaad

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