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Avete stomaci deboli? Pensate che sia poco serio parlare di pornografia? Ritenete di pessimo gusto mettere al centro della scena la sessualità delle persone disabili? Ottimo: questa intervista è fatta proprio per voi, mettetevi seduti e leggetela tutta d’un fiato, alla fine potreste scoprire un mondo nuovo, più rispettoso dei corpi, dei desideri e dei sentimenti di tutti. Parliamo della sessualità delle persone disabili con Tim Dean, professore di lettere inglesi all’Università di Buffalo, nello stato di New York, esperto di queer theory e studioso delle sessualità nel mondo contemporaneo.

Uno dei principali problemi lamentati dalle persone disabili, almeno in Italia, è il fatto che il senso comune le vede come asessuate: un disabile desideroso di sesso è considerato, esplicitamente o meno, come perverso, desiderare sessualmente un disabile è considerato di cattivo gusto, un rapporto sessuale con un disabile è considerato degradante…

Credo che la situazione sia abbastanza simile negli USA. Tendiamo a considerare la disabilità, comunque sia definita, come profondamente indesiderabile. Quello che è meraviglioso nella pornografia della disabilità è che ci mostra come la disabilità possa essere sexy e desiderabile. Ma tendiamo anche a pensare che le persone disabili non dovrebbero avere desideri erotici: dovrebbero comportarsi come bambini, cioè dipendere dalle nostre cure e dalla nostra benevolenza. Che incredibile paternalismo!<

E così facendo li si priva anche dell’abilità di avere rapporti sessuali…

Uno studio sulle persone che hanno subito lesioni al midollo spinale ha mostrato come queste persone valutassero la capacità di avere rapporti sessuali come più importante rispetto alla capacità di tornare a camminare. Le persone disabili hanno desideri sessuali, esattamente come chiunque altro. E’ come se ci fosse concesso di avere desideri sessuali solo se siamo giovani e se abbiamo un corpo normativo. Non ci piace pensare che le persone che reputiamo non attraenti facciano sesso, ma è una cosa ridicola. Le persone disabili sopportano il peso di questi pregiudizi.

Quando pensiamo alla pornografia gay, di solito immaginiamo ragazzi belli, muscolosi, quasi perfetti. La pornografia della disabilità rappresenta una forma di erotismo senza connessioni con l’idea più diffusa di perfezione…

Credo che hai ragione: le immagini di perfezione fisica non sono molto erotiche. Le forme più intense di piacere sessuale sono generate dalla rottura, quando qualche delimitazione fisica o fisiologica va in frantumi. Può essere più facile accedere a questo tipo di piacere intenso con la pornografia della disabilità che con la pornografia aerografata, utopistica.

Come cambia la relazione con i corpi in questa diversa prospettiva?

Quello che è stato fantastico nella proliferazione del porno online è che ci ha permesso di vedere tutti i tipi di corpo, così come tutti i tipi di azioni, che la gente trova eccitanti. La gamma di possibilità per trovare piacere è in continua espansione. E la pornografia della disabilità fa parte di questa espansione. Aiuta anche a vedere come le persone possono trasformare un contenitore di pena o di disabilità in un contenitore di piacere. Vediamo sempre più come il corpo normativo sia stato idealizzato come un mito.

Tutti i corpi, in breve, possono essere erotici…

Quello che mi piace nei primi film di Paul Morris, prodotti dalla Treasure Island Media, per esempio, è il fatto che includeva molti uomini piuttosto comuni nei suoi film. E ora vediamo corpi piuttosto normali, non scolpiti per avvicinarsi a qualche ideale impossibile di perfezione, nel porno online. E’ stata una cosa estremamente importante che Paul Morris ci abbia mostrato come i corpi di uomini pelle e ossa o i corpi sovrappeso e soprattutto i corpi segnati dall’HIV, possano essere desiderabili e sexy. Credo che questa democratizzazione delle tipologie fisiche sia stata molto incoraggiante per la sessualità delle persone disabili. Ma probabilmente bisogna riconoscere che nella pornografia c’è una gamma più ampia di tipologie fisiche tra gli uomini che tra le donne.

Insomma, sembra quasi che la pornografia della disabilità abbia una funzione educativa…

Credo che la pornografia della disabilità ci educhi sulle tipologie di piacere che possono essere generate con corpi non normativi. Forse più che educarci, questo tipo di pornografia ci ispira ad essere un po’ più inventivi nel modo di fare sesso. Dobbiamo fare attenzione a parlare della pornografia come educativa, perché ciò si scontra con le paure della gente sul sesso, sul fatto, ad esempio, che il porno bareback indurrebbe tutti a non usare il preservativo o che la pornografia rude incoraggerebbe la violenza. Io non penso che la pornografia agisca così direttamente sul comportamento dei suoi spettatori. E ovviamente non vogliamo una pornografia che sia strettamente educativa: vogliamo una pornografia che sia eccitante!

Potremmo parlare più di ruolo rivoluzionario che di ruolo educativo…

Il punto è che quello che le persone trovano eccitante cambia di persona in persona e che, a maggior ragione, quello che ciascuna persona trova eccitante può modificarsi notevolmente. La pornografia ci aiuta a vedere che a poter generare piacere sono tutti i tipi di corpi, di atti e di incastri. Io ammiro davvero le persone disabili che fanno porno e si mettono in gioco. La pornografia è un mezzo potente per infrangere ogni tipo di tabù, per sfidare i pregiudizi sociali su chi ha desideri e su chi dovrebbe poter agire in base ai propri desideri.

Ovviamente tra adulti consenzienti!

Ça va sans dire che l’attività sessuale richiede sempre il consenso dei partecipanti. Ma non abbiamo bisogno del consenso sociale per rendere pubblico il sesso tra adulti consenzienti, anche se il tipo di sesso o i tipi di corpi in quella pornografia sfidano le aspettative sociali.

Quali sono le pratiche sessuali più comuni nella pornografia con attori disabili?

La pornografia della disabilità è davvero molto varia, tanto varia quante le tipologie di differenze e di menomazioni fisiche che caratterizzano la disabilità. Ho anche pensato al porno bareback, dove tutti gli attori sono HIV-positivi, come ad una forma di pornografia della disabilità. Esiste anche la pornografia dei sordi. E ho scritto a proposito di pornografia del moncherino, nella quale degli uomini vengono scopati in culo da arti monchi – soprattutto da gambe amputate, ma anche da ragazzi che hanno perso una mano o un braccio. Un amputato lo chiama “fisting senza fist”, fisting senza pugno. C’è un famoso film porno degli anni Settanta nel quale una donna a cui è stata amputata la parte inferiore della gamba usa il proprio moncherino per scopare alcuni ragazzi in culo.

Quindi possiamo dire che gli attori si dedicano soprattutto a pratiche feticistiche o sadomaso?

Sì, credo che queste pratiche tendano maggiormente verso l’estremità sadomasochistica dello spettro, esplorando una gamma più ampia della capacità del corpo nel provare piacere. Quello che io trovo particolarmente interessante nella pornografia della disabilità è come delle menomazioni fisiologiche incoraggino le persone a diventare più inventive nell’uso sessuale dei propri corpi.

Quanto è diffuso questo tipo di pornografia negli USA? E’ un mercato underground?

Ci sono ancora dei tabù legati al sesso disabile, ma io non descriverei la pornografia della disabilità come un mercato underground. Sempre più persone disabili si stanno mettendo in gioco online. Internet è la migliore protesi sessuale che abbiamo a disposizione! Negli USA ci sono un sacco di giovani uomini che tornano dall’Iraq o dall’Afghanistan come veterani disabili, ragazzi a cui è stato spazzato via un arto o due, ma che sono sopravvissuti all’esplosione. Abbiamo più veterani amputati che mai dai tempi della guerra civile, cioè da metà del XIX secolo. Questi ragazzi stanno scoprendo quello che possono fare con i propri corpi e mettono online i risultati, su siti amatoriali come Xtube, così come su siti porno più specializzati. A giudicare dal numero di visite che alcuni di questi video ottengono, sembrano piuttosto popolari.

Quali altre forme di pornografia reputa particolarmente interessanti?

Quello che mi sembra più interessante in questo momento è il fatto che ciascuno di noi ha la tecnologia per produrre il suo proprio porno. Se hai una telecamera sul tuo cellulare e un accesso a Internet, puoi diventare un produttore di porno. Questo cambiamento tecnologico è forse rivoluzionario. Spero che conduca ad una diversificazione persino maggiore della pornografia e all’indebolimento della vergogna sessuale.

 

Pier
©2012 Il Grande Colibrì

11 Comments

  • Giulio ha detto:

    articolo interessantissimo, complimenti

  • Adriano ha detto:

    Bell'intervista! Aspetto anch'io l'indebolimento della vergogna sessuale.
    Vi invito alla visione del documentario "Sesso, Amore & Disabilità" di prossima stampa.
    http://www.sessoamoredisabilita.it/

  • Luca Iacovone ha detto:

    è bello riappropriarsi della "normalità" che "ci" spetta. Si spera però che la pornografia non sia l'unico mezzo. Mettere i propri video porno su internet è riflesso anche di solitudine e bisogno di attenzione. Mi sarebbe piaciuto di più leggere che i disabili non hanno problemi a trovare un compagno o una compagna piuttosto che leggere che non hanno problemi a "farsi scopare in culo con un moncherino". Però forse cercavo qualcosa che non c'è. Questo non toglie che ho apprezzato comunque questa riflessione su questo tema di cui ovviamente non parla mai nessuno, figuriamoci! Grazie! 🙂

    • Il Grande Colibrì ha detto:

      Luca, sicuramente la pornografia non è una risposta a tutto né può essere una risposta per tutti. Esistono altri mezzi per riappropriarsi della "normalità", della pari dignità di ogni diversità. Però, chissà, forse un mezzo può affiancare e rafforzare gli altri?

  • Il Grande Colibrì ha detto:

    Rich, stiamo parlando di persone che decidono autonomamente di esprimere la propria sessualità secondo queste modalità. E lo fanno proprio perché ritengono che pornografia e/o feticismo siano buone risposte alle proprie necessità – sicuramente non a tutte, siamo d'accordo, ma esiste qualcosa che offra risposta a tutti i bisogni di una persona, "disabile" o "abile" che sia? Personalmente lascio che la valutazione di queste scelte sia fatta da chi queste scelte le fa.

    • Anonimo ha detto:

      Certamente! E il mio non era certo un giudizio! Ma se non interessa l' opinione altrui tanto vale non intavolare il discorso scrivendo un articolo o un dibattito! A meno che lo scopo ultimo non fosse solo ricevere degli applausi!

    • Il Grande Colibrì ha detto:

      Non ho capito l'osservazione, visto che non è stata usata censura o scortesia nei confronti di nessuno. Ci sono opinioni diverse, ognuno le sta esponendo, no?

  • Anonimo ha detto:

    Non credo che la pornografia rappresenti la vita reale… la sessualita di ognuno, quella in una coppia o in rapporto che va la dil al della carnalita non puo certo rappresentare una realta'. Sono stato a contatto con disabili e credo che in Italia il concetto (molto cattolico della malattia come punizione divina e pertanto il disabile come una persona che si debba mantenere pura) di sessualita' del disabile sia ancora un grande tabu. Ma non credo che si rompano degli schemi con la pornografia… il disabile, come tutti, non ha solo necesssita' dell'atto in se, non sempre almeno. E il problema non si risolve sublimando i desideri piu o meno fetish di qualcuno. Rich

  • Lyas ha detto:

    Prima di leggere quest'articolo pensavo a cosa avrebbe potuto insegnarmi un testo sul porno dei disabili. Ma ora, realizzo che mi abbia aperto la mente e gli occhi su una diversità non credevo esistesse, e ammetto che ho sempre pensato, in qualche modo, che le persone disabili fossero a-sessuali… fino ad oggi.
    un bellissimo articolo Pier/philippe 🙂

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