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“Con la sua ritrattazione viene meno una delle difese scientifiche – l’unica? – a favore della efficacia delle terapie riparative”: non usa mezzi termini, Paolo Rigliano, coautore del recente volume “Curare i gay?” [Il grande colibrì], per commentare la clamorosa lettera di Robert Spitzer, docente della Columbia University e colonna portante del pensiero che per anni ha continuato – di fatto – a considerare una malattia l’omosessualità e, come tale, a cercare di curarla.

Il testo di Spitzer in effetti fa crollare uno dei pilastri su cui la pubblicistica tradizionalista fondava le proprie “ragioni”, e lo fa senza mezzi termini: “Credo di dovere alla comunità omosessuale le mie scuse per aver aver fatto affermazioni non dimostrate circa l’efficacia della terapia riparativa. Devo anche scusarmi con ogni persona omosessuale che ha sprecato il suo tempo sottoponendosi a qualsivoglia genere di cura riparativa perché credeva che io ne avessi dimostrata l’efficacia” [Truth Wins Out].

Con una onestà invidiabile (da vero scienziato che ha vagliato i risultati della sua teoria), ma forse con un colpevole ritardo e una – per ora – scarsa pubblicità delle proprie ammissioni di errore (la lettera è un documento privato indirizzato ad un altro psicologo e sessuologo convinto della bontà di questo genere di interventi, Ken Zucker), Spitzer getta un macigno su una pratica sempre più in voga, sostenuta con fervore anche da numerose dottrine religiose [Il grande colibrì].

Lo dimostra la tournée italiana del “guaritore” americano Richard Cohen, ospite di una chiesa evangelica Ministero Sabaoth [Gay.it]. Personaggio di stile fortemente televisivo, Cohen punta molto al bersaglio facile, i genitori, che molto spesso in una famiglia sono l’anello debole dell’accettazione, per una serie di ragioni a cominciare da quelle anagrafiche ma anche spesso affettive: la cura dell’omosessualità è vista spesso da un padre o da una madre come una scappatoia per evitare le difficoltà che la vita mette sulla strada dei ragazzi omosessuali.

Accade così che un giovane che a sedici anni decide di dichiararsi gay e innamorato di un coetaneo viene messo in un centro di riabilitazione per curarlo dalla sua “malattia”: “Preferirei che tu fossi disabile o un vegetale che omosessuale” ha detto il padre a Ivan Kharchenko prima di farlo rinchiudere – con il consenso del resto della famiglia – in una clinica per disintossicarlo, ufficialmente da droghe e alcol, ma in realtà dalla sua condizione “contronatura”. E’ accaduto in Russia [Ria Novosti], dove il 60% dei genitori considererebbe una tragedia avere un figlio omosessuale e l’86% della popolazione approva le leggi omofobiche di recente approvazione. Ma può accadere ovunque l’omosessualità sia ancora (o nuovamente) considerata una patologia.

Proprio per questo, come sottolinea ancora Rigliano, “il ripudio da parte di Spitzer del suo stesso lavoro ci dimostra che la lotta paga: ottengono riconoscimento e scopo le critiche scientifiche e culturali che sono state fatte al suo articolo del 2001, e dunque alle pretese delle terapie riparative”. E chissà che per queste mistificatrici e dannose teorie non cominci oggi il viale del tramonto…

 

Michele
©2012 Il Grande Colibrì

2 Comments

  • giorgio ha detto:

    OCCORRE CHIARIRE SIGNOR MICHELE CHE NELLA LETTERA DEL DOTTOR SPITZER EGLI AFFERMA SEMPLICEMENTE CHE SI SCUSA CON I GAY PER AVER DATO L'IMPRESSIONE DI AVER TROVATO UNA CURA ALL'OMOSESSUALITA' QUANDO IN REALTA' NON L'HA TROVATA. E' UN SEMPLICE DOTTORE CHE RICONOSCE DI NON ESSER STATO CAPACE DI TROVARE LA CURA AD UNA MALATTIA E SI SCUSA PER AVER ILLUSO I MALATI. SE DOMANI UN ALTRO RICERCATORE DOTTORE , COME E' SEMPRE AVVENUTO NELLA STORIA DELLA MEDICINA, TROVA UNA CURA CHE FUNZIONA, ECCO CHE LA OMOSESSUALITA' POTRA' ESSERE CURATA. QUINDI E' DEL TUTTO ERRATO AFFERMARE CHE IL DOTTOR SPITZER ORA RITIENE CHE LA OMOSESSUALITA' NON E' CURABILE. IL DOTTOR SPITZER HA SOLO AMMESSO LA INEFFICACIA DELLA CURA DA LUI FINORA SVILUPPATA. FORSE HA ANCHE GETTATO LA SPUGNA, COME MOLTISSIMI RICERCATORI HANNO FATTO NEL CORSO DELLA STORIA DI FRONTE ALLA DIFFICOLTA' DI TROVARE UNA CURA EFFICACE AD UNA CERTA MALATTIA COMPLESSA. LA OMOSESSULITA' RESTA COMUNQUE UNA CONDIZIONE PSICOLOGICA DISTORTA NEL SENSO CHE E' IL FRUTTO AMARO DI CAUSE CONCOMITANTI CHE DETERMINANO UNA DEVIAZIONE DALLA CONDIZIONE NORMALE. LE CAUSE SONO LE PROBLEMATICHE NEL RAPPORTO CON:
    GENITORI, L'ALTRO SESSO, IL SESSO, LA SENSUALITA', AFFETTIVITA', RELAZIONI SOCIALI, IL PROPRIO CORPO, LA PROPRIA AUTOSTIMA, ECC…
    CHE SI APPLICHINO I GAY IN MODO UN PO' SERIO A COMPRENDERE TUTTA QUELLA INCREDIBILE CONFUSIONE CHE SI E' DETERMINATA NELLA LORO CAPA INVECE DI PENSAR SOLO A SPASSARSELA NELLA SODOMIA E NEL VIZIO

    • Il Grande Colibrì ha detto:

      Bastano due secondi per disinserire il blocco delle maiuscole, Giorgio, e bastano due minuti per leggere quello che scrive Spitzer. Per capirlo forse ci vuole un po' di più, ma è uno sforzo che vale la pena fare.

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