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Belgrado e Mosca, attacco alle manifestazioni LGBT
Parigi, migliaia di persone per i diritti transgender
Virus HIV: non chiedere, non dire, non discriminare

MOI I rappresentanti dell’Unione Europea Catherine Ashton e Stefan Füle hanno visitato nei giorni scorsi Tunisi, per avviare con le autorità locali la Task Force che dovrà stabilire una nuova partnership privilegiata tra UE e Tunisia. Al centro del dibattito anche lo sviluppo economico e democratico del paese africano, che tra non molto dovrà affrontare le prime elezioni del dopo Ben Ali. Secondo nostre fonti tunisine non ufficiali, la Ashton avrebbe con forza perorato la causa della legalizzazione delle associazioni omosessuali nel paese, mettendo questo pacchetto di richieste sul piatto della bilancia per gli imminenti accordi di partneriato. Secondo alcuni gruppi integralisti, lo scopo di questa richiesta sarebbe quello di minare la stabilità della nazione islamica, come dimostrerebbe l’intensificarsi delle rivendicazioni dei gruppi LGBTQ* (il 19 ottobre, ad esempio, si terrà la Giornata dell’Orgoglio Omosessuale Marocchino; Gay Maroccosegui MOI Musulmani Omosessuali in Italia)

MONDO Come si temeva, e come aveva già denunciato Amnesty International (iGc e iGC) il Pride previsto a Belgrado è stato annullato (il Fatto Quotidiano) e non per volontà degli organizzatori ma delle autorità, ufficialmente preoccupate dal rischio di incidenti che le contromanifestazioni avrebbero potuto causare. Un altro segnale, accanto a quelli di intolleranza nei confronti dei rom (il Fatto Quotidiano) che ad est tira una gran brutta aria. Però qualche speranza si può nutrire. Magari verrà anche in Serbia il giorno che l’opposizione violenta alle legittime manifestazioni di orgoglio omosessuale troverà la sua strada: quella della galera. A Mosca sabato sono state infatti arrestate 40 persone, appartenenti ad un’organizzazione nazionalista, che avevano organizzato un’azione violenta, con pomodori e pistole a vernice, contro un raduno gay autorizzato (Ria Novosti).

MOVIMENTO Per il quindicesimo anno si è svolta sabato a Parigi la marcia “Existrans“, una manifestazione di denuncia del ritardo francese nell’accreditare diritti alle persone transessuali, che chiede la fine delle espulsioni e delle sterilizzazioni, nonché la depatologicizzazione e la deprecarizzazione per i/le transgender. La marcia, partita da place de la Bastille, ha raccolto migliaia di partecipanti che hanno raggiunto il Municipio cittadino dove le richieste di una politica meno transfobica è stata ribadita dai rappresentanti delle numerose organizzazioni che hanno aderito alla marcia (Lez Tranz).

SESSUALITA’ Ci può anche essere un “Don’t ask, don’t tell” raccomandabile. Abolito quello dell’esercito americano, a proporre la medesima formula – ma con ben altro scopo – è il regista porno Michael Lucas, che lo suggerisce per la camera da letto, o – più in generale – per gli incontri di sesso, magari occasionali (PinkNews). Stabilito chiaramente che il modo più sicuro per non rischiare il contagio del virus HIV è quello di ricorrere al preservativo, se non si entra in argomento non si corrono rischi di discriminazioni: viceversa accade con grande frequenza che sapere il partner positivo al test HIV crei un rifiuto a praticare sesso con lui, sebbene si prendano tutte le precauzioni del caso o non si richieda un contatto sessuale a rischio. Credo che a ciascuno di noi sia accaduto di sentirsi in difficoltà di fronte all’esplicita dichiarazione della positività del partner occasionalmente incontrato: probabilmente questa formula, che non sarà quella dei sogni per il migliore dei mondi possibili, è tuttavia un buon palliativo che permetta di evitare traumi e discriminazioni.

 

Michele
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