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Come annunciato, l’Uganda si sta dotando di una nuova legge punitiva per gli omosessuali: era annunciata entro la fine dell’anno (Il grande colibrì), ma potrebbe arrivare anche un po’ in anticipo. Non si conoscono ancora i particolari, si sa per certo che la pena di morte non ci sarà (BBC): magra consolazione, già prevista dai più. Era abbastanza lampante che la pena capitale fosse un trucco al rialzo, per poter poi dire che si è stati magnanimi con i peccatori e i pervertiti. Anche se è probabile che quel poco che ha potuto l’opinione pubblica mondiale, mobilitata da mesi attraverso numerose organizzazioni umanitarie, si sia concretizzato in quest’assenza.

Il progetto di legge, lanciato dal deputato David Bahati, ha avuto la benedizione del presidente del parlamento Rebecca Kadaga, che ne ha promesso l’approvazione come “regalo di Natale” ai suoi sostenitori, e del presidente Yoweri Museveni, che non perde occasione di compiacere le chiese cristiane più intolleranti, come dimostra la sua partecipazione, con tanto di preghiera per i peccati dell’Uganda, al Giubileo nazionale della scorsa settimana (New Vision).

Non è che in Uganda essere omosessuali fosse esattamente facile: esistevano già leggi proibitive, ma con le nuove norme le detenzioni vengono sensibilmente allungate e si può arrivare anche all’ergastolo nel caso in cui siano coinvolti minori, disabili, sieropositivi o si sia in presenza di un recidivo (definito dalle norme un “offensore seriale“). Inoltre sarebbero previste dure sanzioni anche per chi promuove, incoraggia o loda l’omosessualità.

R., un attivista ugandese, ci racconta: “Se l’Uganda è una terra di Dio, dovremmo mettere in pratica ciò che predichiamo, l’amore e la misericordia, e non l’odio. Ma ciò che più fa male è che i capi religiosi sostengono la legge per uccidere i gay: come molti attendono trepidanti il Natale, loro aspettano la legge per uccidere i gay come regalo di Natale“.

La legittimità costituzionale di queste norme è messa in dubbio dall’avvocato specializzato in diritti civili Ladislaus Rwakafuzi (Youtube – NTV Channel) e, dopo gli appelli dei mesi scorsi, anche le organizzazioni umanitarie, i semplici cittadini e i gruppi di pressione si rimettono in movimento perché la legge venga ulteriormente emendata prima della sua approvazione definitiva: sono attive una petizione di Avaaz, una di All Out e una di We the peole rivolta al Presidente americano Barack Obama che chiede sanzioni se la legge verrà approvata così come è stata presentata, sebbene la Casa Bianca stia già esercitando le dovute pressioni per evitare questa prospettiva (AllAfrica).

Inoltre Kasha Jacqueline Nabagesera ha promosso su Facebook un appello da inviare alle autorità ugandesi per far loro percepire la riprovazione popolare nei confronti di queste nuove norme restrittive dei diritti degli individui.

Naturalmente, anche se tutte le persone di buonsenso guardano atterrite al paese africano, la nuova legge ugandese fa sognare i più retrivi conservatori americani, quali il presidente dell’Associazione famiglie americane che sogna un ritorno a leggi simili anche nel suo paese (New Civil Rights Movement).

Come tutte le leggi che limitano le libertà sessuali, anche questa inoltre avrà effetti negativi sulla diffusione del virus HIV, poiché spingerà i soggetti a rischio a non farsi curare e probabilmente anche a non farsi controllare (Huffington Post).

Se però si vuole andare oltre la notizia, vale la pena di considerare qualche retroscena: dietro questo inasprimento di pene per gli omosessuali, senza che vi fosse alcuna “emergenza” in materia, potrebbe esserci la mira, nemmeno troppo velata, di Rebecca Kadaga a diventare capo dello stato, anche se, in questo caso, viste le elezioni lontane quattro anni e i suoi cattivi rapporti con il primo ministro Amama Mbabazi, la presidente del parlamento potrebbe aver fatto male i conti (Sebaspace).

 

Michele
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2 Comments

  • Miriam ha detto:

    Ragazzi,scusate ma inorridisco!!!!Ho provato a cercare in giro un sito,una pagina un posto dove firmare una petizione,un'indirizzo e-mail per intasare la posta di questi esseri abbietti con il loro microscopico cervello,ma siccome sono negata per la tecnologia,non ci sono riuscita.Qualcuno può aiutarmi!!!Cosa possiamo fare per evitare quest'ERESIA???????!!!!!!!

    • Il Grande Colibrì ha detto:

      Miriam, nell'articolo (capoversi quinto e sesto) sono segnalate quattro petizioni: basta che clicchi sui link, segnalati dal colore marroncino delle parole, e ti si aprono le pagine in cui inserire i tuoi dati per aderire alle petizioni. Solo l'appello di Kasha Jacqueline Nabagesera ti richiede qualcosa in più, cioè di scrivere una e-mail e di mandarla ad una serie di indirizzi.

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