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Durante le parate dei Pride molti di voi avranno visto un ragazzo di origini pachistane che girava con un cartello dove, su uno sfondo rainbow, c’era scritta la frase: “Allah Loves Equality”. Si trattava di Wajahat Abbas Kazmi, un regista che, dopo aver fatto coming out, ha deciso di iniziare una campagna di sensibilizzazione per aprire la cultura islamica alle istanze delle persone omosessuali. Naturalmente non tutti apprezzano questo suo impegno e, di recente, ha scritto, un po’ scoraggiato: “Possibile che ci siano così tante persone che mi contestano dicendo che non si può essere musulmani e omosessuali nello stesso tempo?”.

Visto che è una domanda che mi sono sentito rivolgere tante volte anch’io, ho deciso di scrivergli questa breve lettera per fargli capire che chi è chiamato da Dio a fare qualcosa di grande per la propria Fede, deve sempre e comunque avere il coraggio di andare controcorrente.

Come si fa a essere gay?

Tanti anni fa, se uno diceva di essere gay si sentiva dire: “Come si fa a essere gay?”. Il fatto che gli omosessuali non avessero il coraggio di vivere in maniera trasparente la propria omosessualità spingeva la maggior parte delle persone a pensare che l’omosessualità fosse una scelta dovuta a chissà quale perversione.

Tante volte, io che sono cattolico e che sono omosessuale, mi sono sentito fare la stessa domanda: “Come si fa ad essere cattolici e a essere gay?”. Anche qui, il fatto che gli omosessuali cattolici, nel corso della storia, avessero vissuto di nascosto la loro omosessualità, spingeva le persone a chiedersi come si potesse scegliere di avere una determinata fede pur essendo omosessuali. Ma chi certe esperienze le ha viste più da vicino, si è accorto che la fede, così come l’omosessualità, non è il frutto di una scelta, ma la risposta a una chiamata che non dipende da noi.

Cosa deve fare chi è gay?

Con il tempo e con la progressiva visibilità di molti omosessuali cattolici, questa domanda è stata messa da parte ed è stata sostituita dalla domanda: “Che cosa deve fare un cattolico che si scopre gay?”. Io a questa domanda rispondo partendo dal Vangelo dove Gesù non parla mai di omosessualità, ma parla, in compenso, molto spesso di ipocrisia, condannandola senza se e senza ma. E quindi rispondo dicendo: “Un cattolico che scopre di essere gay deve, innanzi tutto, mettere da parte l’ipocrisia e vivere in maniera trasparente questa sua condizione. Senz’altro, questo aiuterà la chiesa a capire meglio l’omosessualità e a dare riposte meno condizionate da una storia che l’ha spinta a leggere con occhiali omofobi la rivelazione”.

Credo che la stessa cosa capiti a un gay musulmano che ha deciso di fare coming out. Adesso contestano la sua stessa esistenza, più in là, quando capiranno che uno non sceglie di essere gay e musulmano, gli faranno la domanda che fanno anche a me: “Cosa deve fare un musulmano che scopre di essere gay?”.

Gianni Geraci
©2017 Il Grande Colibrì

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