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Da sempre Il grande colibrì ha tra i suoi obiettivi quello di mettere in rilievo e analizzare la doppia discriminazione che subiscono le persone LGBTQI (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer e intersessuali) che arrivano in Italia dopo aver lasciato la propria terra d’origine perché costrette da persecuzioni omofobiche o transfobiche, da conflitti o da condizioni economiche difficili, oppure perché semplicemente desiderose di iniziare una vita diversa, di seguire il proprio compagno, di conoscere un nuovo paese. Spesso queste persone devono combattere contro i pregiudizi legati alla diversità di orientamento sessuale e di identità di genere sia da parte degli italiani sia delle persone emigrate dal loro stesso paese (che rappresentano frequentemente un punto di riferimento essenziale per la sopravvivenza stessa), ma anche lo stigma che colpisce le minoranze etniche, culturali e religiose.

MENO PREGIUDIZI, PIU’ INFORMAZIONI

A questo problema si aggiunge spesso il fatto che non molti sanno che in Italia è possibile fare domanda di asilo politico o di altre forme di protezione internazionale quando nel proprio paese di origine si sono subite o si potrebbero subire persecuzioni legate alla propria sessualità: leggi che criminalizzano i rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso, norme che ritengono reato il presentarsi con un aspetto diverso da quello previsto per il proprio sesso biologico o situazioni sociali che possono pregiudicare la vita delle persone LGBTQI (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer e intersessuali) sono motivi validi per chiedere protezione in Italia. Molti migranti LGBTQI, inoltre, non sanno neppure che in Italia la legge non criminalizza la diversità sessuale.

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Con il duplice obiettivo di affrontare i pregiudizi legati alle differenze affettive, etniche e religiose e di informare le persone migranti omosessuali e transessuali sui loro diritti, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale che si celebra ogni 21 marzo, Il grande colibrì presenta con ANDDOS (Associazione Nazionale Contro le Discriminazioni da Orientamento Sessuale), organizzazione presente in tutto il territorio con decine di circoli ricreativi e di associazioni locali, e con MigraBo LGBT, sportello che offre assistenza gratuita ai migranti omosessuali e transessuali in Emilia Romagna, una campagna informativa che da fine mese porterà alla distribuzione di 45mila cartoline e centinaia di poster in tutta Italia.

“NON GUARDARE IL TUO PREGIUDIZIO”

Le cartoline presentano sul fronte le illustrazioni sovraccariche dell’artista visuale theAmir e slogan provocatori che sembrano ribadire gli stereotipi che ingabbiano le persone migranti (l’africano dotato, la transessuale in vendita, il musulmano che semina terrore) e in cui troppo spesso ci ritroviamo a rispecchiarci. Sul retro, però, questi stessi stereotipi vengono smontati in modo imprevisto, costringendoci a domandarci chi siano davvero le persone che liquidiamo troppo in fretta con il metro del nostro pregiudizio e, quindi, chi siamo davvero noi stessi. “Guarda chi sono, non guardare il tuo pregiudizio” è lo slogan della campagna: l’invito è ad affrontare direttamente i propri stereotipi e a conoscere senza preconcetti persone che tra loro sono, ovviamente, sempre diversissime.

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Marco Canale, presidente di ANDDOS, condivide con Il grande colibrì il senso dell’iniziativa: “Le problematiche affrontate dai migranti e dai profughi sono anche una questione LGBT, per l’ovvio motivo che molti di loro sono LGBT. E noi abbiamo il dovere di tutelare chi è discriminato due volte, perché migrante e perché LGBT”. Il discorso è comunque più ampio, come ribadisce lo stesso Canale: “Siamo convinti che tutelando ogni minoranza difendiamo tutte le persone LGBT: in un certo senso, la nostra posizione è quasi egoistica”.

I LOCALI? PICCOLI SPECCHI DEL MONDO

Il punto di forza della campagna sarà il coinvolgimento dei circoli ricreativi gay, luoghi che attraggono persone tra loro molto diverse. E anche se si chiamano “locali”, sono molto “globali”: ogni giorno sono frequentati da circa 200 “stranieri”, e non sono rare le persone omosessuali e trans che hanno iniziato a esplorare la propria sessualità, affettività e identità proprio nei locali italiani. Si tratta di persone che possono essere avvicinate con estrema difficoltà con attività più prettamente politiche o attraverso siti internet, mentre avranno la possibilità di ricevere informazioni e contatti preziosi dai gestori di bar, discoteche e saune. “Attraverso i locali – ricorda anche Canale – abbiamo l’opportunità di parlare con tutti, dagli omosessuali politicamente più consapevoli a chi è all’inizio del proprio percorso di accettazione”.

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L’iniziativa, che è stata preparata nel corso di mesi, parte per pura coincidenza in un momento in cui alcuni media, omofobici ma persino gay, stanno conducendo una vergognosa campagna di disinformazione contro i locali di incontro omosessuali. “In questo paese sessuofobico i nostri circoli sono demonizzati – dice Canale – ma offriamo ogni giorno gratuitamente informazioni sulla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili e migliaia di preservativi, abbiamo creato i centri anti-violenza, assistiamo psicologicamente e legalmente le vittime di discriminazioni e violenze omotransfobiche. E ora vogliamo iniziare a impegnarci anche sul fronte della lotta al razzismo”. Anche in questo caso, vale lo stesso slogan: guarda chi sono, non guardare il tuo pregiudizio.

 

Michele
con la partecipazione di Pier
©2016 Il Grande Colibrì

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