Skip to main content

E dunque per la Camera dei deputati le coppie conviventi, quando uno dei due partner è parlamentare, pari sono e poco importa se si tratti di una coppia eterosessuale o omosessuale. Non tutti sono stati d’accordo con l’estensione della copertura sanitaria ai partner omosessuali dei deputati: a destra, la Lega ha votato contro e i Fratelli d’Italia si sono astenuti, come il pio centro di Scelta Civica. Nessuna sorpresa: la loro omofobia è nota ed esplicita. Si è astenuto anche il MoVimento 5 Stelle, accampando, con le dichiarazioni della capogruppo Roberta Lombardi, motivazioni false (“Nelle assicurazioni esterne il convivente dello stesso sesso non gode dell’estensione della copertura“) o assurde (“E’ un privilegio della casta“).

Bene aveva dichiarato tempo fa Sergio Lo Giudice, senatore, a Il grande colibrì: “Per me possiamo ridurre al minimo quella copertura sanitaria, ma finché ci sarà non può essere riservata alle coppie di sesso diverso e discriminare le coppie lesbiche e gay“. E Ivan Scalfarotto, sul suo blog, spiega in modo impeccabile il senso dell’iniziativa: “Ho deciso di chiedere che un parlamentare omosessuale non potesse che essere uguale a un parlamentare eterosessuale. Come ogni cittadino omosessuale dev’essere uguale, in ogni circostanza, a un cittadino eterosessuale“. Ed evoca Rosa Parks (nella foto), la donna nera che, su un autobus dell’Alabama, rifiutò di abbandonare il posto riservato ai bianchi sul quale si era seduta e per questo venne arrestata.

Il principio che i parlamentari gay di questa legislatura hanno fatto prevalere non può che essere condiviso da chi abbia a cuore i diritti universali. E la notizia non può che rallegrarci. Tuttavia, dal momento che non stiamo parlando della decisione di un consiglio di amministrazione di una compagnia assicuratrice relativa ad una qualsiasi polizza privata, ma della decisione dell’ufficio di presidenza della Camera dei deputati, cioè di un ramo dell’organo legislativo della nostra Repubblica, e dal momento che non stiamo parlando di una battaglia per garantire interessi personali, ma di una lotta politica per il riconoscimento giuridico di un diritto, sembra opportuno chiedere ai deputati gay un piccolo sacrificio.

Ottenuta questa importante vittoria, rinuncino alla copertura sanitaria per il partner finché la Camera dei deputati non proclami (attraverso il voto favorevole al riconoscimento del matrimonio tra persone dello stesso sesso) che sono uguali, senza distinzioni basate sull’orientamento sessuale, tutti i cittadini, non solo i parlamentari. Portando dentro il Palazzo la grave divisione discriminante tra cittadini eterosessuali e cittadini omosessuali che impera fuori dal Palazzo, si potrà denunciare con limpidezza e rigore l’ipocrisia della politica italiana: se il Palazzo oggi proclama un principio di uguaglianza limitato, i parlamentari gay siano la prova vivente che quel principio, proprio per colpa di quel palazzo, in realtà è violato ogni giorno.

Se un sorridente e cordiale governatore dell’Alabama avesse offerto a Rosa Parks uno speciale tesserino personale per consentirle di sedere in qualsiasi posto dell’autobus, Rosa quel tesserino lo avrebbe rifiutato. Perché Rosa sapeva che una donna nera poteva essere soddisfatta di sedersi al posto dei bianchi solo se qualsiasi altra donna nera avesse potuto fare lo stesso. “Mi piacerebbe essere conosciuta come una persona che si preoccupa della libertà e dell’uguaglianza e della giustizia e della prosperità per tutte le persone” disse.

 

Pier
Copyright©2013ilgrandecolibri.com

5 Comments

  • simona veneziani ha detto:

    ma perkè la casta si e noi povera gente no?

  • Stefano Z ha detto:

    Concordo pienamente con l'incipit del post.

    Non capisco però una cosa, dovrebbero rinunciare come protesta per indicare che deve essere un diritto esteso a tutti e non ad appannaggio di pochi, se non ho capito male. Ma allora perchè il M5S astenedosi lo ha fatto per "motivazioni assurde ("E' un privilegio della casta")"?
    Non capisco la differenza.

    • Il Grande Colibrì ha detto:

      Una prima differenza sta nelle premesse: affermare che riconoscere il partner omosessuale in una polizza assicurativa è un privilegio della casta perché (cosa falsa) nelle polizze non parlamentari questo sarebbe impossibile, è semplicemente assurdo.
      Una seconda differenza sta nel capire che riconoscere la parità tra eterosessuali e omosessuali è un atto dovuto da qualsiasi istituzione democratica; la richiesta poi di non esercitare un proprio diritto, come spiegato, ha connotazioni esclusivamente politiche. Non penso sia così complicato cogliere la diversità dei due piani.

    • Stefano Z ha detto:

      Infatti non mi riferivo alla prima dichiarazione, cha anche a me sembra una bufala dato che se uno paga….
      Ma il "privilegio" ritengo si riferisca ai diritti, proprio nella direzione auspicata dal post, non ad un mero fatto di contratto. Non sono però riuscito a trovare l'intera dichiarazione per farmi un'idea precisa e magari la Lombardi invece ha detto una cagata pazzesca (se per privilegio si riferiva il contratto)o comunque si è espressa proprio male.
      Al link in fondo ci sono le dichiarazioni di altri due parlamentari che confermano come la decisione del non voto era dettata dal desiderio di dare proprio quel segnale politico
      http://darlingmichele.wordpress.com/2013/05/16/m5s-garantire-i-diritti-delle-coppie-omosessuali-a-tutti-e-non-a-pochi/

Leave a Reply