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Le notizie di questa settimana:
1. A.A.A. cercasi sperma: è crisi dei donatori in Canada
2. La bambina è mulatta? Niente risarcimento alla madre
3. Stati Uniti, transgender messicana non sarà deportata
4. India e Bangladesh, lesbiche al cinema e nei fumetti
5. Cina, terapie anti-omosessualità nei libri universitari

A.A.A. cercasi sperma: è crisi dei donatori in Canada
Oggi un terzo delle persone che ricorrono all’inseminazione assistita nel Regno Unito fa parte di coppie dello stesso sesso, ma i donatori locali di sperma sono troppo pochi e bisogna ricorrere a donatori danesi. Una situazione ancora più allarmante si registra in Canada, dove le coppie lesbiche costituirebbero ormai oltre la metà dell’utenza delle banche del seme [thedailybeast.com]: qui la combinazione tra la grande scarsità dei donatori e la mancanza di restrizioni legali, spinge a utilizzare lo sperma di uno stesso donatore per far nascere così tanti bambini da suscitare preoccupazioni per il rischio di futuri incesti inconsapevoli, come spiega uno studio della studiosa femminista Stu Marvel  [ssrn.com].

La bambina è mulatta? Niente risarcimento alla madre
Un giudice dell’Ohio, negli Stati Uniti, ha dato torto a Jennifer Cramblett, una donna lesbica che aveva accusato la banca del seme alla quale si era rivolta di “nascita errata“: la signora era stata inseminata artificialmente con gli spermatozoi di un afroamericano invece che con quelli di un uomo bianco, biondo e con gli occhi azzurri, come aveva richiesto. Risultato: Cramblett ha dato alla luce una bambina mulatta. La donna sostiene che crescere la figlia nel suo quartiere di soli bianchi razzisti sia troppo stressante: la lotta all’omofobia non le ha insegnato proprio niente? [ilgrandecolibri.com]

Stati Uniti, transgender messicana non sarà deportata
Edin Carey Avendano-Hernandez, una donna transgender messicana che in patria ha subito violenze fisiche e sessuali, è emigrata negli Stati Uniti senza avere i documenti in regola e per questo l’ufficio immigrazione l’avrebbe voluta deportare in Messico. Ma per fortuna la magistratura ha stabilito che la donna può rimanere negli USA, perché nello stato in cui è nata correrebbe troppi rischi: “La polizia prende di mira specialmente la comunità transgender per estorsioni e favori sessuali ed il Messico soffre di un’epidemia di crimini violenti irrisolti contro le persone transgender” [reuters.com].

India e Bangladesh, lesbiche al cinema e nei fumetti
Sono diverse le vicende e sono diversi i mezzi per raccontarle, ma in tutti i casi le protagoniste sono due donne che si amano: in India e Bangladesh tre storie hanno rotto il silenzio sul lesbismo e hanno aperto interessanti discussioni. Si tratta di un film indiano, “141” di Bhavaji [trailer qui sotto], bloccato per due anni dall’ufficio della censura e finalmente uscito nelle sale giovedì scorso; di una serie di fotografie, “Coming out”, scattate dall’artista indiano Arjun Kamath e pubblicate sul web; e di una storia a fumetti bangladese, “Dhee”, realizzata da un’associazione queer locale [ilgrandecolibri.com].

Cina, terapie anti-omosessualità nei libri universitari
Qiu Bai, una studentessa cinese di 21 anni, si è innamorata di una compagna: piena di dubbi, ha deciso di consultare la biblioteca dell’università per capire cosa le stesse succedendo. E così ha scoperto che ben cinque libri, tutti recenti, dipingevano l’omosessualità come un disturbo psicologico da curare. Qiu ha chiesto spiegazioni al ministero dell’educazione, ma, non ricevendo risposte, ha sporto denuncia. A questo punto l’ateneo, forse per vendetta, ha rivelato l’orientamento sessuale della ragazza alla sua famiglia, che ora vorrebbe sottoporla alle famigerate “terapie riparative” [chinatopix.com].

 

Pier
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