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Senza ironia: nei confronti di Flavio Romani, presidente di Arcigay, dovremmo essere eternamente grati per averci risparmiato scene imbarazzanti a cui in passato ci eravamo assuefatti. Ricordate i peana per Alessandra Mussolini quando si dichiarò a favore delle adozioni per i single omosessuali (“Meglio fascista che frocio“)? Ricordate il premio come paladina dei diritti LGBT consegnato a Iva Zanicchi tra applausi e sorrisi estasiati (“Ero e sono a tutela della Famiglia e del Matrimonio e non ho certo cambiato idea“)? Di fronte alla richiesta di prendere la tessera dell’Arcigay avanzata da Vittorio Feltri, scribacchino di corte di Silvio Berlusconi, e da Francesca Pascale, fidanzata ufficiale sempre di quest’ultimo, andati servizievolmente in avanscoperta per le successive dichiarazioni gay-friendly del Grande Capo, la risposta di Romani segna un passo avanti importante rispetto al passato.

Di fronte a quella che è con ogni probabilità una semplice trovata pubblicitaria, con il suo comunicato stampa (arcigay.it) Romani si dimostra dignitoso, evitando un’accoglienza a braccia aperte e occhi chiusi di Feltri e Pascale e ricordando come “la tessera dell’Arcigay non è solo un atto di testimonianza, comporta impegni da prendere in prima persona“. E si dimostra scaltro, astenendosi da un rifiuto che sarebbe servito solamente a dare il fuoco alle polveri di strumentalizzazioni stucchevoli (del tipo: “Ecco, vedete, i gay sono i primi a discriminare“).

Rivolto a Vittorio Feltri, Romani chiede “l’apertura di uno spazio di discussione sul linguaggio giornalistico, da costruire assieme nel rispetto dei reciproci ruoli, per mettere al bando da quel linguaggio il sessismo, gli stereotipi, la violenza, perché questi sono gli obiettivi che persegue un socio Arcigay“.

Con scelta condivisibile, Romani non fa riferimento unicamente all’omofobia, ma più genericamente a ogni forma di pregiudizio e di odio: mi piace leggere, in questa scelta, una richiesta che si estende alla lotta al razzismo, all’islamofobia, al disprezzo nei confronti dei rom, alla stigmatizzazione dei poveri e dei diversi che hanno fatto la fortuna lavorativa, insieme al servilismo, di questo pseudo-giornalista. La riabilitazione di chi apre ad alcuni diritti rimanendo ferocemente contrario ad altri non solo sarebbe inaccettabile da un punto di vista etico, ma sarebbe anche sciocca da un punto di vista più grettamente lobbistico: Mussolini e Zanicchi hanno dimostrato quanto serio possa essere l’impegno gay-friendly quando non si fonda su una comprensione reale dei diritti, ma su mode improvvisate e ghiribizzi passeggeri.

Questa sensibilità si ritrova in pochi altri commentatori omosessuali, che si perdono in disquisizioni sulle posizioni passate, presenti e future assunte da Feltri sui diritti LGBT, in calcoli sulle probabilità che abbia cambiato davvero idea sull’omosessualità, in diatribe sull’opportunità morale di accogliere il figliol prodigo, in studi su come sfruttare politicamente e mediaticamente le nuove aperture… dimenticando sistematicamente che Feltri è (stato?) un campione del “giornalismo” del fango e dell’odio verso gli omosessuali e i transessuali, ma non soltanto verso di loro.

Nel comunicato dell’Arcigay, invece, non si capisce l’attenzione data alla semplice cittadina Francesca Pascale. Meglio: si capisce, ma chiedere a una persona di “farsi capofila di un movimento all’interno di Forza Italia, che metta al centro le nostre istanze e che ci porti entro settembre ad avere un numero consistente di parlamentari azzurri disposti a sostenere e migliorare le proposte di legge che riguardano le persone LGBT” solo perché è la compagna del Grande Capo suona un po’ umiliante. I nostri diritti sembrano precipitare al livello di belle concessioni date dal signorotto per far sorridere la sua fidanzata, un regalino tra una collana di diamanti e una cagnolina per far accoppiare Dudù. Concessioni che sarebbero ancora meno affidabili delle antiche moine di Mussolini e Zanicchi.

 

Pier
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2 Comments

  • Franco ha detto:

    Un articolo equilibrato e illuminante.
    Perché articoli come questo restano sempre in secondo e terzo piano, mentre quelli che riflettono un giornalismo fobico e deteriore raggiungono le prime pagine? Ma l'unica risposta adeguata è continuare su questa strada. Quella d'invitare al pensiero, ed al pensiero critico. Seminare cultura e apertura mentale è una strada in salita, ma non ne esiste un'altra…

  • Loran ha detto:

    E adesso bisogna anche considerare le esternazioni di Gasparri che come si dice ha rotto le uova nel paniere a Berlusconi scoprendogli il gioco di questa svolta gay frendly, adesso bisogna vedere se starà in silenzio o lo smentirà pubblicamente.

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