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MONDO E’ davvero complesso riuscire a ricostruire l’universo ideologico di Anders Behring Breivik, il fondamentalista cristiano autore delle stragi norvegesi (leggi il racconto su iGC). Se è evidente il suo odio viscerale contro gli immigrati, i musulmani, la sinistra e la cultura multiculturalista, è più difficile ricostruire le sue posizioni, ad esempio, sul tema dei diritti LGBTQ*: Breivik si dichiara pro-gay e afferma di aver conosciuto molte persone omosessuali, per le quali non dichiara nessun odio, ma al tempo stesso si scaglia contro l’egualitarismo estremo e l’esaltazione dell’omosessualità (Gay.it). Parole che, purtroppo, sentiamo tutti i giorni da chi si dichiara moderato (e magari affonda una proposta di legge contro l’omofobia…).

POLITICA A Mario Borghezio va riconosciuta la sincerità: quando afferma che quelle di Breivik “sono posizioni che collimano al 100% con molte delle posizioni” dei movimenti di destra europei, Lega Nord compresa (Repubblica), dice qualcosa che non hanno il coraggio di dire con chiarezza non solo i suoi compagni di partito, ma anche gli oppositori (gran parte del movimento LGBTQ* compreso). Eppure le idee e il linguaggio di Breivik appaiono a tratti persino più moderati del linguaggio e delle idee dei padani. Mancano le stragi? Lo si vada a dire alle migliaia di anime morte per colpa dei respingimenti in mare e dei lager gheddafiani aperti per volere del governo italiano…

MOVIMENTO L’associazione internazionale LGBT ILGA è stata riammessa, dopo 17 anni, tra le organizzazioni accreditate con status consultivo presso il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC). A votare a favore 29 paesi (tutti quelli europei, quasi tutti quelli americani, più India, Mongolia, Giappone e Australia), contro 14 paesi (tutti africani e/o a maggioranza musulmana, più Russia e Cina), 6 le astensioni. ILGA è la dodicesima associazione LGBTQ* ad essere riconosciuta dall’ECOSOC (PinkPaper).

MOI Il cuore di Ifti Nasim ha ceduto (AP): il grande poeta pakistano, dichiaratamente gay, ha descritto con grande pathos l’amore omosessuale in componimenti in urdu e in inglese pubblicati negli Stati Uniti, in Europa e in India e circolati, con edizioni clandestine, anche in Pakistan. Nasim ha sempre sostenuto la necessità che l’Islam tornasse ad accettare l’omosessualità: “Dio non mi avrebbe creato se non avesse voluto che conducessi una vita felice e soddisfacente. Dio non crea spazzatura“. Pochi giorni fa avevamo scelto proprio dei versi di Nasim per aprire la scheda dedicata al Pakistan (leggi la scheda su iGCsegui MOI Musulmani Omosessuali in Italia).

CRONACA Mentre ancora rimane incerta la sorte di K., il ragazzo marocchino omosessuale che rischia il rimpatrio perché non gli è stato notificato l’esito della richiesta di protezione internazionale (iGC), giunge una buona notizia da Roma: il tribunale ha riconosciuto lo status di rifugiati a una coppia gay palestinese, in quanto “omosessuali visibili in un contesto di guerra e occupazione militare” (Corriere del Veneto). Nei Territori Occupati l’omosessualità maschile è considerata reato e solo gruppi troppo ideologizzati possono negare il problema dei diritti LGBTQ* in Palestina (iGC).

CULTURA Dal 1° ottobre al 5 novembre si terrà a Parigi, presso la Galerie Benj, l’esposizione “Fils de…” (Figli di…) dedicata al tema dell’omogenitorialità (leggi l’articolo su iGC). La mostra, realizzata da Taina Tervonen, giornalista della rivista gay-lesbo TÊTU, e dal fotografo Zabou Carrière, raccoglierà i ritratti di 30 persone di tutte le età (dai 18 agli 87 anni) accomunate dall’essere figlie di gay o lesbiche. All’esposizione sarà abbinato anche un libro. Il tutto con il sostegno del Comune di Parigi e della Regione Ile-de-France.

 

Pier
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