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Il libro di Didier Lestrade “Pourquoi les gays sont passés à droite” (Perché i gay sono passati a destra) sta facendo discutere tutta la Francia. Oltralpe, in un clima di sgomento e quasi di impotenza di fronte al continuo rafforzamento dell’estrema destra, il movimento LGBTQ* si interroga sul proprio futuro, sulla propria natura.

Le tesi di Lestrade, a dirla tutta sembrano convincere pochi omosessuali francesi: “Che ci siano gay sia di destra che di sinistra la trovo una cosa più positiva che negativa” dice qualcuno, mentre altri sono più duri: “Sono cretinate: il suo obiettivo non è il razzismo, ma l’universalismo ed i valori repubblicani che lui odia più di ogni altra cosa“. E ancora: “E’ vero, l’estrema destra in Europa, come fa l’Unione Democratica di Centro svizzera o il Fronte Nazionale qui da noi, si presenta come protettrice dei gay contro i musulmani, ma i gay non si faranno abbindolare“. E infatti, secondo i sondaggi ben il 17% delle persone LGBTQ* voteranno per i neofascisti…

Dopo avere intervistato Lestrade il giorno stesso dell’usicta del suo pamphlet nelle librerie francesi (Il grande colibrì), oggi vi proponiamo il punto di vista su queste analisi di un osservatore privilegiato sulle dinamiche tra estrema destra, omosessualià, razzismo e islamofobia: Ludovic Lofti Mohamed Zahed, nato in Algeria e cresciuto in Francia, è il portavoce dell’associazione HM2F Homosexuel-les musulman-es de France (Omosessuali Musulmani di Francia; sito).

In questo periodo elettorale in Francia, l’avanzata degli estremismi sembra segnare una svolta storica. Tuttavia, se si vogliono adottare soluzioni corrette per il nostro futuro e per quello dell’Europa (all’interno della quale la Francia continua ad avere un ruolo di primo piano), occorre fare diagnosi corrette, lontano da ogni forma di ideologia o di politica partigiana fine a se stessa.

C’è razzismo, islamofobia, sessismo, persino transfobia, nella “comunità” LGBT. Una comunità che, secondo alcuni studi, della comunità non avrebbe nulla, dal punto di vista politico, a parte il nome. Evidentemente non esiste, infatti, un “voto gay” (o LGBT), anche se, a dire il vero, gli omosessuali votano più massicciamente a sinistra – e meno male, visto che la destra non ha fatto nulla in termini di uguaglianza dei diritti dal 2007… Allo stesso modo non esiste un “voto musulmano” in Francia, come dimostrano studi simili di inizio 2011, al momento del fiasco clamoroso, ridicolo e claunesco, del dibattito sull’Islam e sull’identità “nazionale” (Le Point).

Insomma, se vogliamo adottare soluzioni corrette per il futuro – ed è urgente – abbiamo bisogno di diagnosi corrette, senza ideologie, allarmismi, scandalismi, populismi, sensazionalismi… Sono d’accordo sul fatto che è triste vedere che le minoranze sessuali non sono immuni alla xenofobia; i meccanismi psico-sociali all’origine dell’omofobia e del sessismo sono identici a quelli che producono il razzismo, l’islamofobia, la giudeofobia, eccetera: fobie, paure irragionevoli dell’alterità, rafforzamento delle frontiere del gruppo attraverso l’identificazione con un’autorità centralizzata, se non totalitaria, identificazione di capri espiatori in base a criteri ingiusti e ingiustificabili…

Tuttavia è inutile gridare al lupo e lucrare sulla fobia dell’alterità, e lo dico soprattutto per mettere in guardia associazioni come HM2F (Omosessuali Musulmani di Francia), di cui sono portavoce, dalla facilità dell’estremismo allarmista.

Come abbiamo detto venerdì mattina ai microfoni di Sud Radio, le persone LGBT sono persone come tutte le altre (c’è ancora bisogno di darne prove?) che possono scegliere, come tutte le altre, di essere xenofobe, anche se io sono il primo a sentirmi triste per questo.

Esiste poi una seconda questione legata a questa, ma, secondo me, sensibilmente diversa: quella dell’omonazionalismo. Mi spiego meglio: coloro che votano per l’estrema destra, in Francia e in Europa, utilizzano, per non dire che strumentalizzano, le lotte per i diritti della minoranza LGBT a fini nazionalistici, spesso xenofobi… anche se tutte le forme di fobia dell’alterità sono basate sugli stessi meccanismi psico-sociali. Personalmente non accetto che le lotte per i diritti umani LGBT, per le quali io do tanto del mio tempo, siano utilizzate per fini di politica partigiana fine a se stessa, qualsiasi fini siano e ancor di più se questi fini sono nazionalisti e xenofobi.

HM2F ha sempre affermato di essere, nelle proprie pratiche di cittadinanza, apolitica, nel senso di non essere partigiana di una posizione politico-partitica. E su questo punto io sono personalmente del tutto d’accordo con chi vuole combattere questa avanzata degli estremismi, che abbiamo già denunciato anche molto recentemente (HM2F).

 

Ludovic
traduzione di Pier
Copyright©2012LudovicLoftiMohamedZahed-PierCesareNotaro

La discussione continua…
* L’outing di Lestrade: i gay sono diventati di destra
* Svolta a destra dei gay? La parola al movimento…
* Emotivi, consumisti, violenti: i gay come la società

7 Comments

  • Carmela Blandini ha detto:

    certamente internet offre tanti spazi decenti di informazione la quale tuttavia se rimane allo stato superficiale e non supportata da uno studio approfondito ovvero, diciamo, se chi si informa su internet non ha le basi necessarie a capire le informazioni che lo bombardano, siamo sempre allo stesso punto! cioè la gente continua a basarsi su quel poco di bagaglio culturale che ha recepito dalla famiglia o dalla scuola o dagli amici senza aggiungere nulla di nuovo…per me la tecnologia è un'arma a doppio taglio: fa bene a chi ha l'intelligenza e le capacità di andare andare avanti, ma fa male a chi è già in difficoltà di apprendimento facendolo radicare sulle sue posizioni…di conseguenza il mondo è culturalmente statico perchè non legge libri e non studia e la colpa è anche della tecnologia…

  • Il Grande Colibrì ha detto:

    @ Carmela: Scusami, ma non capisco il tuo ultimo commento… Quello che volevo dire sarà pure ovvio, ma il punto è se è anche sbagliato. Dici che provi a capire la società anche attraverso Internet, e questo mi sembra un uso virtuoso della tecnologia, no? Più che criticare o esaltare i mezzi tecnologici in sé, mi sembra opportuno vigilare sul modo e sulla libertà con cui vengono usati… E la tv italiana offre giornalismo pessimo e poco libero, Internet qualche spazio decente riesce ancora ad offrirlo…

  • Carmela Blandini ha detto:

    – della tecnologia tutto dipende dall'uso che se ne fa- è una frase che si sente ormai così spesso da non avere più significato, se vogliamo parlare di cose ovvie allora ammettiamo pure che è giusto che il terrore dei tg getti la gente tra le braccia della destra che li protegge e non se ne parla più…scrivere un articolo è facile ma riuscire a capire le tematiche della società è un'altra cosa…io ci provo anche attraverso internet e vedo come si comporta la gente…

  • Il Grande Colibrì ha detto:

    @ Carmela: Non sono molto d'accordo con te. Non credo che la tecnologia e la comunicazione siano buone o cattive in sé, tutto dipende dall'uso che se ne fa. Ad esempio, se alcune persone LGBTQ* si gettano tra le braccia dell'estrema destra terrorizzate dalle notizie dei TG, altre tramite Internet riescono a capire meglio la realtà – e magari a cercare di modificarla…

  • Carmela Blandini ha detto:

    "è sempre più evidente che la paura degli esseri umani si concretizza in forme di estremismo di stampo retrogrado…mi sono fatta l'opinione personale che più avanza la tecnologia e meno gli esseri umani useranno il cervello per pensare in modo nuovo progressivo innovativo della cultura mondiale…la stessa opinione applicata al sociale mi da la misura di come più si comunica e più differenze vengono fuori e più ci si arrocca su posizioni comode perchè già antiche e già sperimentate…INSOMMA: avremmo dovuto cambiare il mondo e invece abbiamo cambiato la lavabiancheria (adesso va di moda quella a schede)!!!!!!!"

  • Il Grande Colibrì ha detto:

    @ Zeno: Lo studio più approfondito e recente è quello del CEVIPOF, il quale attribuisce una sostanziale parità tra voto di sinistra e voto di centro-destra (quest'anno molto più frammentato tra diversi candidati rispetto alla sinistra, esattamente l'opposto di quanto avvenuto nel 2007).
    In particolare le intenzioni di voto LGBTQ* sarebbero le seguenti (tra parentesi le intenzioni di voto della popolazione in generale):
    – sinistra 49,5% (41%);
    – destra 22,5 (32,5%);
    – estrema destra 19% (19,5%);
    – centro 9% (6,5%).

  • Zeno Menegazzi ha detto:

    E' veramente interessante questo articolo, anche se un recente sondaggio diceva che la maggioranza dei gay voterà "Gauche" alle prossime imminenti elezioni.

    Zeno
    Verona

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