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4-0: il voto ai referendum statunitensi sui matrimoni tra persone dello stesso sesso ha segnato in tutti e quattro gli stati in cui si votava (Maine, Maryland, Minnesota e Washington) una vittoria netta di chi vuole che anche gay e lesbiche possano convolare a nozze – o, perlomeno, che non sia costituzionalmente vietato loro di farlo (The New York Times). Sul web appaiono le foto degli attivisti omofobi in lacrime…

E’ invece ovviamente grande festa nella comunità LGBTQ*, e non solo. “Ci sono buone probabilità che nei prossimi quattro anni il matrimonio egualitario sia un diritto per tutti gli americani LGBTQ*, indipendentemente dallo stato di residenza“, commenta, tra gli altri, Ani Zonneveld, cofondatrice e presidente della principale associazione islamica liberale, Musulmani per i valori progressisti (MPV), già intervistata da Il grande colibrì: “Politicamente, i musulmani in America devono smetterla di appoggiare iniziative referendarie che discriminano gli omosessuali: le persone che ci stanno dietro sono le stesse che demonizzano i musulmani e l’Islam. Dal punto di vista islamico, la nostra fede proibisce le discriminazioni, e ciò è valido anche per il diritto a sposarsi delle persone LGBTQ*“.

Il trionfo è stato completato dagli ottimi risultati ottenuti da molti candidati LGBTQ*: tra gli altri, nel Senato USA siederà per la prima volta una lesbica, Tammy Baldwin dal Wisconsin (CNN), mentre al Congresso entra la prima donna dichiaratamente bisessuale, Kyrsten Sinema dall’Arizona (Advocate). L’omofobia non ha portato bene, invece, a Josh Mandel, candidato al Senato in Ohio: chissà se gli peserà di più il fatto di non essere stato eletto o l’intera pagina acquistata dai suoi parenti su un quotidiano locale per dirgli, in piena campagna elettorale, che “la tua posizione discriminatoria viola i valori fondamentali della nostra famiglia” (The Cleveland Leader).

La vittoria più importante, per la storia tanto generale quanto dei diritti delle persone LGBTQ*, è stata comunque quella di Barack H. Obama, che ha condotto una campagna elettorale fortemente favorevole ai diritti e al riconoscimento del valore di ogni diversità. Non è certamente un caso se il 68% dei musulmani (Arabian Business) e ben il 90% degli omosessuali d’America hanno deciso di riconfermare il presidente uscente (Gay Star News), mentre il suo oppositore, l’oscenamente omofobo e razzista Romney, ha potuto raccogliere solo le briciole del voto delle “minoranze” sessuali, etniche e religiose. I gay filo-repubblicani hanno dovuto cercare di arrampicarsi sugli specchi in ogni modo per giustificare la propria preferenza, sia negli USA (Il grande colibrì) sia in Italia (Il grande colibrì).

Sono gli stessi che cercano di screditare, con le stesse motivazioni razziste (apre le porte all’invasione degli immigrati, ecc…), il governo di François Hollande in Francia. Governo che ha varato finalmente il progetto di legge per estendere anche alle coppie dello stesso sesso il diritto a contrarre matrimonio e ad adottare: da qui a fine anno si terranno audizioni con associazioni della società civile, psichiatri infantili e giuristi, poi il 29 gennaio inizierà la discussione in parlamento. L’approvazione del disegno di legge appare molto probabile, anche perché la maggior parte dei francesi si dice da tempo favorevole (Libération).

E di matrimoni omosessuali ha parlato anche la Corte costituzionale in Spagna, per dire che né le nozze tra persone dello stesso sesso né il loro diritto all’adozione contrastano con la carta fondamentale del regno. Le norme introdotte dal governo Zapatero sette anni fa sono dunque definitivamente salve, nonostante siano invise all’attuale governo di destra. Rodrigo Araneda, presidente dell’Associazione catalana per l’integrazione degli immigrati LGBT (Acathi), commenta: “Il matrimonio è stato un elemento che ci ha aiutato a realizzare i nostri sogni. Per sette anni la minaccia sulla costruzione delle nostre famiglie ha gravato sulle nostre vite. Oggi il Tribunale costituzionale riconosce e dà sicurezza ai nostri progetti e alle nostre famiglie“.

La Spagna potrebbe anche essere il primo paese a riconoscere civilmente un matrimonio omosessuale celebrato secondo il rito islamico, come spiegano l’Associazione dei musulmani omosessuali spagnoli (Amho) e Abdennur Prado, presidente del Congresso internazionale del femminismo islamico: “Dal momento che i matrimoni tra persone dello stesso sesso sono stati legalizzati in Spagna, nulla impedisce che si celebrino tra musulmani. Basta che un solo musulmano riconosciuto come dirigente islamico, in base all’Accordo di cooperazione firmato tra lo Stato spagnolo e la Commissione islamica di Spagna, sia disposto a celebrarlo affinché si realizzino matrimoni tra uomini o tra donne secondo la sharia, con piena validità relativamente ai suoi effetti civili“.

Prado ricorda i numerosi casi di matrimoni religiosi islamici tra persone dello stesso sesso e spiega: “Indipendentemente dal fatto che li consideriamo legali o una perversione, è indubbio che vi sono stati e vi sono musulmani che li considerano leciti. L’esistenza di matrimoni tra musulmani omosessuali dimostra come la condanna a morte sia ben lontana dall’essere l’unica opinione possibile. Nell’Islam coesistono sempre opinioni diverse, a volte così distanti tra loro che sembra di essere di fronte a religioni diverse. Ad esempio, esistono ulama che affermano che l’Islam proibirebbe la musica, ma altrove leggiamo che la musica non è stata così consustanziale a nessuna civiltà come a quella islamica“.

E se nel resto del mondo occidentale si festeggia, in Italia il parlamento ha bocciato per l’ennesima volta una proposta di legge contro l’omofobia e la transfobia. Resta “comunque ottimista” solo Paolo Patanè, presidente di Arcigay: “Con le elezioni, questa gara patologica di inabilità finirà e il crollo auspicato di tutta questa classe politica libererà finalmente quell’uguaglianza che ormai tutti i cittadini pretendono“. Probabilmente la guerra fratricida che sta disgregando la più grande associazione omosessuale italiana lo ha distratto dalla realtà…

 

Pier
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