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Finché morte non vi unisca: in Italia per gli omosessuali anche le formule rituali vanno capovolte. E così succede che una coppia di persone dello stesso sesso non si veda riconosciuto alcun diritto da viva, ma possa godere – si fa per dire… – della vicinanza dei loculi da morta, come succederà a Gornate Olona (Varese) grazie all’iniziativa del sindaco Barbara Bison, di centro-destra (Il Giorno). Iniziativa benemerita quanto semplice, e tuttavia destinata ad apparire, nel deserto dei diritti italiano, come un’impresa eroica. Gli eroi veri, però, pensano al matrimonio – e infatti Northstar, il primo supereroe gay della Marvel, convolerà a nozze con il suo fidanzato Kyle nel numero di Astonishing X-Men di maggio (Bleeding Cool). Sarà pure solo un fumetto, ma dimostra l’avanzamento del dibattito negli Stati Uniti sulle nozze omosessuali.

E infatti, negli USA, non si parla d’altro. Se in Maine è in discussione una legge di iniziativa popolare per allargare il diritto al matrimonio anche alle coppie dello stesso sesso che, secondo un sondaggio MPRC, avrebbe il consenso della maggioranza dei cittadini (nonostante proprio su tale argomento la popolazione si espresse negativamente in un referendum tenuto nel 2009), in Nevada l’associazione Lambda Legal tenta la via giudiziaria: otto coppie gay e lesbiche hanno intentato causa davanti ai giudici federali contro il divieto di nozze same-sex introdotto nella costituzione con un referendum nel 2002. Secondo l’avvocatessa Tara Borelli, la norma viola il principio di uguaglianza davanti alla legge, “stigmatizza queste coppie innamorate e i loro figli come cittadini di serie B e incoraggia pregiudizi e discriminazioni private“.

Intanto però i cittadini della Carolina del Nord dovranno esprimersi l’8 maggio su un divieto persino peggiore rispetto a quello introdotto dieci anni fa in Nevada: la proposta, infatti, vuole bandire a livello costituzionale tanto il matrimonio gay quanto le unioni civili. Chi propone questa innovazione si fa forza dei sondaggi favorevoli, ma deve anche registrare defezioni pesanti e sorprendenti, come quelle di David Blankenhorn e di Elizabeth Marquardt: i due noti attivisti per la difesa del matrimonio “tradizionale”, infatti, hanno scritto a The News & Observer di sperare nella sconfitta del fronte del sì, perché “la proposta è eccessiva” e soprattutto perché “per difendere il matrimonio non bisogna per forza essere fanaticamente intolleranti nei confronti di gay e lesbiche“.

L’attenzione di tutti, però, è catturata soprattutto dalla campagna elettorale per le presidenziali di novembre. Barack Obama, alla ricerca della rielezione, evita di prendere posizioni che possano scontentare parte dell’elettorato e, con un colpo al cerchio e l’altro alla botte, boccia tanto il divieto di matrimonio tra persone dello stesso sesso in Minnesota (StarTribune) quanto il divieto di discriminazioni contro le persone LGBTQ* a livello federale (The New York Times). Lo scarso coraggio del presidente USA ha provocato delusione nella comunità omosessuale, ma difficilmente avrà conseguenze sul voto: da una parte Obama porta in dote alcune importanti riforme, dall’altra lesbiche, gay e transgender probabilmente accorreranno a votarlo pur di non avere un presidente repubblicano.

Infatti le primarie repubblicane hanno offerto l’immagine di un partito profondamente diviso e litigioso che ha cercato di usare il fondamentalismo cristiano come collante per rimanere unito. Anche quello che ormai è certo che sarà il candidato ufficiale, Mitt Romney, se si è presentato inizialmente come un politico liberal ha sempre più svoltato a destra per rincorrere gli avversari più conservatori, come Rick Santorum, promettendo, ad esempio, di emendare la Costituzione per definire il matrimonio come un’unione possibile solo tra un uomo e una donna (Il grande colibrì). Dichiarazioni utili nelle primarie, ma che rischiano di rivelarsi un boomerang alle presidenziali: Romney, infatti, non solo si è alienato il voto LGBTQ*, ma potrebbe perdere anche il sostegno di importanti finanziatori gay-friendly (Politico).

Ma di matrimoni tra persone dello stesso sesso non si parla solo negli USA. In Australia, ad esempio, gli oppositori fanno a gara a chi si dimostra più ridicolo: David Phillips, presidente di Family Voice Australia, paragona l’omosessualità all’incesto e pubblicizza le terapie riparative (cfr. Il grande colibrì), il vescovo cattolico Julian Porteous accusa i gay di provocare disturbi nell’identità di genere dei bambini (The Australian) e Tony Abbott, leader dell’opposizione di centro-destra, continua a dirsi contrario alle nozze omosessuali mentre sua sorella fa coming out e si dichiara lesbica (The Sydney Morning Herald). E intanto in Indonesia il ministro per gli Affari religiosi, Suryadharma Ali, dice no ai gruppi che premono per riconoscere le nozze gay nel più popoloso stato musulmano del mondo (The Jakarta Post).

 

Pier
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