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L’Africa e l’omofobia: intolleranza e forse qualche dubbio
Dall’Indonesia film trans alla Berlinale, ma siti gay chiusi
Svezia sotto accusa: l’Europa condanna volantini omofobi

CRONACA La chiesa d’Inghilterra farebbe bene a non osteggiare i diritti LBGTQ*: secondo una coalizione di gruppi di supporto ai diritti omosessuali, che include ben dodici sigle, infatti, senza la presenza di clero omo o transessuale, la chiesa anglicana collasserebbe (PinkNews). E passando da Londra a Londrina, dall’Inghilterra al Brasile, altri diritti vengono negati e irrisi con la pretesa di rispettare diritti degli eterosessuali che non sono minimamente messi in discussione: una scuola di questa modesta cittadina a 500 chilometri da San Paolo ha diviso i bagni per gli etero e i bagni per i gay, per venire incontro al disagio dei ragazzi “normali”, che non se la sentirebbero di condividere gli stessi gabinetti con i compagni omosessuali (LadoA). Di scuola in scuola andiamo a Mombasa, dove un gruppo di ragazze ha ammesso davanti ad una commissione distrettuale di aver avuto relazioni omosessuali con altre compagne e sono state sospese dalle lezioni: in Kenya l’omosessualità non è ammessa dalla legge, anche se la repressione non raggiunge i livelli ugandesi (Capital FM News).

MONDO Proprio l’Uganda e la nuova discussione in Parlamento di nuove e più aspre leggi contro gli omosessuali sono al centro dell’attenzione: il governo ugandese, pur apprezzando la discussione parlamentare, ha fatto sapere che non appoggerà la norma proposta (BBC), mentre il ministro ombra sudafricano per la cooperazione ha chiesto al ministro per le relazioni internazionali del suo paese di intervenire sulla legge in discussione nel parlamento ugandese per censurarne i contenuti, contrari ai diritti umani (AllAfrica). Ma la situazione dell’intera Africa, a parte rare eccezioni favorevoli o tolleranti, è estremamente difficile per le persone LGBTQ*: lo dimostrano i racconti dei giovani liberiani riportati mercoledì da FrontpageAfrica. Anche se forse una crepa nelle certezze granitiche si sta aprendo dopo il discorso del segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon ad Addis Abeba (Il grande colibrì): il quotidiano online del Malawi Nyasa Times ospita un commento in cui si considerano inutili ed improduttivi (se non già ingiusti) gli attacchi alla minoranza LGBTQ*.

MOI La vastità di territorio e di popolazione, oltre alle numerose sfaccettature religiose che compongono il mosaico del paese con la più grande popolazione islamica del pianeta, spiegano notizie spesso contrastanti tra loro provenienti dall’Indonesia (per approfondire: Il grande colibrì). Mentre infatti al Festival del cinema di Berlino apertosi ieri viene presentato (da domani a sabato prossimo) l’interessante lungometraggio di coproduzione alemanno-indonesiana “Figli di Srikandi”, dedicato alla figura del poema epico Mahabharata che cambiò sesso per lottare alla pari con gli uomini (Berlinale), la Commissione internazionale per i diritti gay lesbici nel mondo (IGLHCR) denuncia che il proprio sito è stato oscurato in Indonesia. Purtroppo nel Paese la censura, non solo via internet, non è nuova ad episodi del genere, con la scusa che spesso i siti gay sono veicoli di pornografia, nonostante i richiami delle Nazioni Unite arrivati nel corso degli ultimi anni (segui MOI Musulmani Omosessuali in Italia).

MOVIMENTO E’ legittimo distribuire materiale anti-scientifico o contenente messaggi di odio a proposito dei gay? Se la risposta vi appare scontata, sappiate che non lo era per le autorità svedesi, che hanno dovuto subire un giudizio della Corte europea in cui si sanziona come inammissibile il materiale che quattro neonazisti avevano distribuito in una scuola di Söderhamn, precedentemente giudicato legittimo dalla Corte suprema svedese (Qx). E altri volantini, meno minacciosi nei toni ma senz’altro non meno pericolosi, sono sotto accusa a Montgomery County, nel Maryland: un gruppo di “parenti e amici di ex-gay” hanno infatti invaso scuole e cassette delle lettere con messaggi sulla “guarigione” dall’omosessualità, ma dopo le proteste hanno almeno dovuto specificare che il materiale non è né sponsorizzato né approvato dal Consiglio scolastico locale (The Washington Post).

In breve:
1) Come purtroppo ormai scontato, è diventata legge mercoledì la norma che vieta di parlare di omosessualità a San Pietroburgo: sono previste pesanti sanzioni pecuniarie, ma cinque attivisti che protestavano davanti al parlamento sono anche stati arrestati (The Moscow Times).
2) A Washington ha concluso il suo percorso la legge sul matrimonio omosessuale, che ora è legge (Los Angeles Times). Analogo percorso inizia ora in Illinois, anche se nell’anno elettorale qualche intoppo sarà prevedibile (NBC).
3) Una soldatessa americana, veterana dell’Iraq e nell’esercito da dodici anni, ha fatto causa al Dipartimento dei Veterani che le avrebbe negato i benefici di invalidità previsti dalle norme solo perché Tracey Cooper-Harris è sposata con un’altra donna (Los Angeles Times).
4) L’unanimità del consiglio regionale del Veneto ha approvato una mozione che impegna gli organi istituzionali ad approvare una normativa che tuteli contro ogni discriminazione legata all’orientamento sessuale e all’identità di genere (Corriere delle Alpi).
5) Non c’è dubbio che, scomparso dalla scena politica, Italo Bocchino tenti di cavalcare quella del gossip: dal presunto flirt con la Carfagna, alla relazione con l’ape regina Sabina Began e ora le dichiarazioni, riportate da Il foglio, secondo cui l’onorevole raccomanderebbe ai colleghi un’esperienza con un trans…

 

Michele
Copyright©2012MicheleBenini

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