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Per quanto ad una persona equilibrata possa sembrare ridicolo, invocare contro i gay i diritti degli altri (come se le due cose fossero contrapposte) funziona. E per una volta non stiamo parlando dell’Italia, dove pure la mancata approvazione di una legge contro l’omofobia ha fatto un’altra vittima, suicidando un quindicenne del liceo Cavour di Roma, preso in giro su Facebook per il suo modo di vestire e di atteggiarsi (il Fatto Quotidiano).

No, parliamo della Francia, stavolta. Dove i PACS sono legge da tempo e dove il nuovo presidente della Repubblica ha assicurato – fino alla scorsa settimana – che in pochi mesi sarebbe stato approvato il matrimonio per tutti: non un riconoscimento delle coppie di fatto, non un matrimonio senza diritti, ma l’estensione del diritto alle nozze (con annessi e connessi) anche per i cittadini che non vogliano sposare un coniuge di sesso diverso (Il grande colibrì).

Ma sono bastate un paio di manifestazioni omofobiche dei settori più reazionari delle tre religioni monoteiste e della destra francese nello scorso weekend (proprio mentre era in corso la conferenza degli omosessuali musulmani organizzata da CALEM), che le convinzioni dell’inquilino dell’Eliseo hanno cominciato a vacillare: così  Hollande si è lasciato scappare una frase ambigua, di per sé senza significato, che ha fatto esultare i conservatori e gli omofobi transalpini (e non solo): si dovrebbe infatti riconoscere il diritto all’obiezione di coscienza per quegli amministratori locali che non si sentissero d’accordo con il provvedimento (Tempi).

Resosi conto della gaffe clamorosa (come può un amministratore invocare l’obiezione di coscienza contro un diritto?) lo staff del presidente ha diffuso una circolare che rasentava  il ridicolo, sostenendo che i sindaci avrebbero potuto delegare il matrimonio ad un assessore o ad un funzionario qualora impossibilitati a celebrarlo (cosa che non ha nessuna attinenza con l’obiezione di coscienza), finché non è intervenuto lo stesso presidente a correggere quanto dichiarato in precedenza (France24). Incontrando una rappresentanza dell’associazione Inter-LGBT  infatti, Hollande ha assicurato che l’espressione “libertà di coscienza” è stato usato in modo inappropriato e che non ci sarà possibilità di invocare motivi di coscienza per non celebrare nozze omosessuali (Le Point).

Nonostante la retromarcia di Hollande, l’idea dell’obiezione di coscienza fa proseliti ed è stata adottata come parole chiave dai conservatori americani: “I gay non possono costringere i funzionari a rilasciare una licenza di matrimonio per coppie dello stesso sesso” (Charisma News).

Tuttavia le manifestazioni dello scorso weekend a Parigi e in altre città francesi hanno lasciato altri strascichi oltre alla gaffe presidenziale: per gli incidenti tra i manifestanti e il gruppo FEMEN sono partite denunce e controdenunce. Da un lato gli attivisti omofobi di Civitas hanno denunciato le femministe, ree di atteggiamento violento, di essere state “armate” e di essersi mostrate nude davanti a bambini (a proposito: quanti dei centomila partecipanti alla manifestazione erano maggiorenni?), mentre FEMEN ha avuto buon gioco nel denunciare le violenze subite da parte degli ottusi conservatori, ben documentate da tutte le immagini tv (Slate).

In più alcuni deputati socialisti hanno presentato una mozione per lo scioglimento dell’associazione ultraconservatrice Civitas, colpevole degli atti di violenza compiuti durante la manifestazione (le Nouvel Observateur). Né mancheranno reazioni più politiche: si annuncia per metà dicembre una manifestazione di piazza a sostegno del progetto di legge governativo per l’equiparazione dei matrimoni (che andrà in discussione il 29 gennaio), mentre su internet la campagna pro nozze gay “Ça vous choque?” è già partita.

Intanto, mentre in Italia Bersani ribadisce di pensare ad unioni civili alla tedesca (Stato quotidiano), il matrimonio gay entra nei videogiochi. Sembra che la quattordicesima serie del notissimo Final Fantasy vedrà anche questo elemento: perché tutta la società cambia, con buona pace degli omofobi di casa nostra e d’Oltralpe (GameSpot).

 

Michele
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