Skip to main content

Queer to Queer, oltre i soliti cliché“: è online dal 14 marzo il primo episodio di un podcast che vuole dare voce alle minoranze nel mondo LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali). Abbiamo intervistato Giulio Farronato e Nicola Noro, co-creatori del programma, per farci raccontare da loro questo progetto.

“Siamo intersezionali, inclusivi, femministi, frocie, giovani e indipendenti” leggo sul sito di Queer to Queer, ma chi c’è davvero dietro al podcast? Quali sono i vostri percorsi?

Nicola Sono responsabile dello sportello migranti dell’associazione LGBT G.A.G.A., di Vicenza, e ho studiato lingua dei segni italiana all’università Ca’ Foscari. Ho scritto la tesi di laurea sulla doppia minoranza sordi LGBTQIA.

Giulio Ci siamo conosciuti perché lavoravo in ambito migranti, come operatore legale nell’accoglienza. Sono entrato in contatto con l’associazione G.A.G.A. Vicenza, che si occupava anche di richiedenti asilo, perché ho iniziato a portare lì i richiedenti asilo LGBTQIA che avevo in accoglienza per il percorso con la commissione per la richiesta d’asilo. Lì ho conosciuto Nicola e ho iniziato a collaborare con l’associazione, che negli anni è cresciuta: ora c’è un gruppo migranti e uno sportello, che è anche segnalato da Il Grande Colibrì tra i servizi per migranti LGBTQIA.

Da questa vostra collaborazione e dai vostri percorsi di studio e attivismo nasce Queer to Queer…

Nicola Noi abbiamo imparato che ci sono delle persone diverse, delle personalità diverse all’interno della comunità LGBTQIA. La stragrande maggioranza della comunità a queste altre “comunità nella comunità” non ci pensa, non le guarda nemmeno. Allora abbiamo pensato di lanciare questo progetto.

Giulio Ci siamo detti: sai che c’è? Forse sarebbe il caso di parlare delle minoranze nel mondo LGBTQIA, delle persone che non hanno a che fare con i famosi MBOB (maschi bianchi omosessuali basic), come li chiamano nella pagina Facebook “Le bimbe di Lilly Gruber”. In più vorremmo sedimentare da qualche parte quello che abbiamo imparato durante questi 4 anni in cui ci siamo dati da fare.

stiamo organizzando primo prideRitenete che l’immagine della comunità LGBTQIA oggi rappresenti solo una precisa identità, quella – cito dal vostro sito – dei “corpi bianchi, muscolosi e cisgender da instagrammare con un paio di filtri”?

Nicola Ci interessa non solo com’è rappresentata la comunità LGBTQIA “fuori”, cioè come viene rappresentata dai media e percepita dalla maggioranza. C’è anche un problema interno alla comunità. Magari si parla anche di migranti o di disabili LGBTQIA, però poi, se pensiamo per esempio ai Pride, molti non sono interpretati in lingua dei segni italiana… C’è bisogno di portare determinati discorsi all’interno della comunità.

Giulio Se penso ad altre cose che ci sono capitate, magari gli organizzatori di un evento ci chiedono di avere sul palco la donna migrante lesbica, ma la vogliono solo per il taglio del nastro. Certe storie, certi percorsi, non hanno uno spazio per prendere la parola e raccontarsi. Noi ci rifiutiamo di fare pornografia del dolore, non è il nostro modo di lavorare. La nostra idea è informare la comunità stessa che ci sono una serie di situazioni che non conosciamo rispetto alle quali dare un po’ di informazioni è utile. Ogni due episodi tratteremo un tema, interverranno esperti e ovviamente parleranno i protagonisti.

Fare informazione, rivolgendosi alla comunità LGBTQIA e parlare delle zone d’ombra non è un obiettivo semplice, come sappiamo a Il Grande Colibrì… Come è stato realizzare il podcast, quali risorse avete avuto a disposizione?

Nicola Abbiamo avuto la fortuna di trovare delle persone che avevano voglia di lavorare tanto quanto noi e soprattutto erano supercompetenti e piene di energia. L’idea è partita da noi, poi a un certo punto ci siamo accorti che noi avevamo i temi, ma poi chi fa il sito, le grafiche, chi registra? Abbiamo iniziato a contattare le persone che conoscevamo chiedendo se fossero interessate a partecipare al progetto e poi si sono offerte di collaborare persone con cui ne parlavamo quasi per caso. Ci siamo trovati con una squadra di ragazzi tutti molto giovani e veramente tutti bravissimi.

Giulio C’è un lavoraccio dietro ed è tutto a budget 0, al massimo, spritz e pasticcini quando registriamo. È tutto partito con presupposti zero, non è partito per avere migliaia di follower: volevamo avere uno spazio dove dare voce a questo tipo di situazioni e dove concretizzare quello che abbiamo imparato, quello che sappiamo. È stato bello vedere come le persone che abbiamo messo in contatto, che non si conoscevano prima tra di loro, abbiano iniziato a scambiarsi competenze e a imparare gli uni dagli altri dandosi una mano.

donna bianca foglia nascosta

Parlateci un po’ del primo episodio, che è già disponibile online su Queer to Queer.

Giulio La nostra prima protagonista è Gift, una donna nigeriana. Ci teniamo a portare anche la voce delle donne e a farlo da subito. Con lei parliamo di migrazioni, ci racconta qual era la sua situazione in Nigeria e cosa significa fare il viaggio che l’ha portata qui. Continueremo insieme a lei nel prossimo episodio parlando del percorso una volta arrivati in Italia, quindi della richiesta d’asilo, ma anche delle situazioni che lei come persona LGBT migrante si trova ad affrontare all’interno della comunità LGBTIA, all’interno della comunità nigeriana, all’interno di un gruppo migranti LGBTQIA, nel suo caso quello di G.A.G.A. Vicenza.

Nicola La storia e le varie criticità di cui parliamo con lei nel podcast sono venute fuori proprio dalla discussione nel gruppo. Abbiamo fatto diverse interviste, che saranno in parte all’interno del podcast e che sono la base su cui abbiamo costruito l’episodio: ci hanno parlato delle loro difficoltà nel paese d’origine, ma anche in Italia. Solitamente si è portati a pensare alla fuga dal loro paese d’origine, al viaggio terribile, ma non si pensa ai problemi una volta arrivati in Italia, come dover affrontare le audizioni in tribunale, al fatto che una volta arrivati nessuno informa che in Italia l’omosessualità è legale e tutta una serie di problematiche che emergono da loro in prima persona e che volevamo trasmettere perché era una loro necessità parlarne.

Il primo episodio è online, quando saranno le prossime uscite di Queer to Queer?

Nicola Su questo abbiamo un’idea che continua a cambiare, quindi potrebbe poi non essere effettivamente così. Per ora vorremmo uscire con due episodi al mese, a una settimana l’uno dall’altro. Il secondo dovrebbe uscire quindi il 21 marzo e il terzo ad aprile.

Giulio Nel frattempo, nel mese tra due episodi e i successivi, faremo uscire contenuti di approfondimento che, per ragioni di durata, non riescono a stare nel podcast, come dei post su Instagram, in modo da dare la possibilità alle persone, se sono curiose, di approfondire.

Valerio Barbini
©2020 Il Grande Colibrì
immagine: elaborazioni da Queer to Queer / da Allie Smith (CC0) / da Pxfuel (CC0)

Leave a Reply