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Dunque OMSA con un fax ha mandato a casa qualche centinaio di operaie. L’azienda navigava in acque floride, i profitti erano alti, ma potevano esserlo ancora di più: è bastato tirare un calcio in culo a chi ha lavorato fino a ieri e assumere qualcun altro a metà costo, le entrate non varieranno, ma finiranno nelle tasche dei padroni invece che delle lavoratrici. E così OMSA ha chiuso la baracca in Italia e la riaprirà in Serbia, sicura che, nell’era dell’eroe e grande manager (non si sa quale delle due definizioni sia più assurda…) Marchionne, questo gesto d’ingordigia meriterà più plausi che biasimi. Questa volta, però, le cose potrebbero andare diversamente: le operaie cacciate e i sindacati invitano al boicottaggio dell’azienda e l’idea sembra diffondersi…

Non mancano le voci che incensano OMSA per il suo coraggio, la sua intraprendenza, la sua libertà e chissà cos’altro (ma siamo abituati a film dove mafiosi che sparano alle spalle e bruciano negozi di indifesi cittadini vengono dipinti come impavidi anti-eroi, e allora perché stupirsi?). “Di cosa vi lamentate? – ci chiedono beffardi, magari aggiungendo qualche intemerata sull’isterismo femminista o sul sindacalismo che soffoca il paese – Un’azienda nasce per fare profitti e cosa può fare d’altro se non cercare di massimizzare i propri profitti?”. Un’azienda deve fare profitti, più profitti che può, e nel mondo degli affari tutto è lecito, anche più che in guerra ed in amore. E’ anche questa, è soprattutto questa la libertà, ci raccontano questi auto-definiti libertari.

Che poi sono gli stessi che portano avanti battaglie fondamentali per il bene del paese e allora sentirli sprofondare così nel cinismo e nell’incoerenza dà un senso di vertigine, di smarrimento, di sconforto: che speranza ci sarà mai in questo paese? Per dire: sono spesso loro i principali difensori della laicità in Italia, sono loro che ci insegnano l’importanza di dare vita ad una convivenza pacifica in cui la vita, la libertà e la dignità delle persone siano sopra a tutto, anche alle credenze religiose. Peccato che poi non si curino del fatto che la dignità e la libertà (e qualche volta anche la vita) delle persone siano schiacciate e umiliate dalla sete di maggiore profitto: concedono al denaro quello che non concedono neppure a dio…

Magari si preoccupano (giustamente!) che le aziende non scarichino in mare i loro rifiuti, ma alzano le spalle o addirittura si spellano le mani a suon di applausi se quelle stesse aziende scaricano nel nulla i propri lavoratori. Dell’equità, insomma, non gliene frega niente. Anzi sì, eccome se gliene frega: dopo averci spiegato quanto sia assurdo il comunismo perché, per voler eliminare il divario tra ricchi e poveri, alla fine rende tutti poveri, oggi in nome dell’equità vogliono eliminare l’articolo 18, la libera rappresentanza sindacale nei luoghi di lavoro e altri diritti perché, di fronte al divario tra gli “iper-garantiti” (iper-che?) ed i senza-garanzie, quale soluzione potrebbe essere più saggia, ci chiedono, che togliere garanzie a tutti?

Con le loro tesi così bislacche e incoerenti, i libertari servi (spesso incredibilmente in ottima fede, ma comunque servi) del profitto senza fine, senza limiti e senza freni riescono solo a incitare chi non è intontito dalla grancassa ipnotica dei TG e delle riviste patinate a darsi da fare per un mondo diverso. E allora rifiutiamo che le nostre gambe glabre, depilate o villose di donne, uomini, trans, trav, crossdresser e drag queen siano ricoperte da calze, collant e autoreggenti dei marchi Golden Lady, OMSA, SiSi, Filodoro, Philippe Matignon, NY Legs, Hue e Arwa. Se le ragazze dello Stonewall, trans e trav che fecero partire sui tacchi a spillo il movimento LGBTQ* contemporaneo, erano fiere di non indossare le mutande (“We wear no underwear, we show our pubic hair” era il loro motto), è tempo che le travestite di oggi siano fiere di non indossare le calze degli sfruttatori.

 

Pier
Copyright©2012PierCesareNotaro

One Comment

  • Anonimo ha detto:

    Pienamente d'accordo ho boicottato il marchio OMSA, senza troppa fatica visto che ne prediligo altri, e sto cercando di divulgare il messaggio anche ad altri CD ed amiche donne, sin dal primo giorno in qui si è saputa la notizia

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