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Si è costruita una vera e propria frontiera
simbolica, ingabbiando tutti i musulmani entro
un unico perimetro, perché la proiezione che si
fa su di loro non fa alcuna distinzione fra chi
si oppone alle derive politiche e radicali e chi
invece pensa che l’islam sia essenzialmente politica.
Khaled Fouad Allam, L’Islam spiegato ai leghisti

Didier Lestrade, fondatore di Act Up e di Têtu, una delle voci più ascoltate oltralpe del movimento LGBTQ*, accusa gli omosessuali di Francia e d’Europa di avere “una mentalità di destra, dal momento che, in fin dei conti, ce l’hanno contro le minoranze, contro gli arabi e i neri, contro le religioni, contro la periferia. E’ una mentalità che ha già incorporato il razzismo e la xenofobia” (per approfondire: Il grande colibrì). Abbiamo chiesto ad alcune importanti figure del mondo gay del nostro Paese un parere sulle sue opinioni.

A rispondere per primo è stato, con uno sfogo senza peli sulla lingua, Giovanni Dall’Orto, attivista e intellettuale: “Magari il mondo gay fosse islamofobo, così come cristianofobo, giudeofobo, buddistofobo e induistofobo! Magari! Purtroppo Lestrade se l’è sognata una cosa tanto bella e giusta! Che da parte dei gay sarebbe pura e semplice legittima difesa. Basta baciare le Sacre Pantofole di tutti i clericali, e i mullahricali, e i rabbinocali, e i bonzocali, e i braminocali del mondo!“. Quando tenta di moderare le sue parole, tuttavia il concetto non cambia: “L’Islam condanna a morte gli omosessuali, e questo si lamenta che il mondo gay è ‘islamofobo’? E’ come accusare gli ebrei di essere ‘nazistofobi’! Magari l’accusa di Lestrade è anche vera, ma sarebbe preoccupante se non lo fosse: vorrebbe dire che ci lasciamo massacrare senza reagire!“.

Secondo Adam Ruchel, attivista italo-tunisino e firma de Il grande colibrì, “sono moltissimi, nel nostro paese, gli omosessuali che caldeggiano idee di destra, o addirittura di estrema destra” (leggi). Anche per Fabio Pellegatta, coordinatore della sezione cultura dell’Arcigay di Milano, “l’analisi portata da Lestrade è fortemente condivisibile“. Pellegatta aggiunge però che Lestrade “non dice niente di nuovo se si considera che il pensiero sociale plasma il pensiero di tutt* e che vederne le peculiarità e le conseguenze è frutto di processi di ‘esternazione culturale’ che possiedono in poch*. E’ logico se si pensa che molt*, se non tropp*, non sanno cosa vuol dire essere di destra o di sinistra e quindi votare a destra o sinistra. Non stupisce se si tengono in considerazione le dinamiche della mente umana di fronte a paure e angosce interiori“.

Altre voci, al contrario, ritengono le osservazioni di Lestrade ben lontane dalla realtà. Ad esempio Ivan Scalfarotto, vicepresidente del PD, dice: “A me pare un ragionamento molto confuso. Ma chi l’ha detto che i gay sono razzisti o ce l’hanno con ‘arabi e neri’ o con le persone che vengono dal sud del mondo? Da dove prende Lestrade questi dati? Da cosa li desume? Al limite possiamo dire che i gay non auspicherebbero di vivere in una società governata dalla Sharia – e dai loro torto! Se posso essere sincero non mi pare che il discorso di Lestrade abbia grande spessore. Quanto all’outing, mi pare, come ogni forma di gogna, una forma di lotta incivile e degradante. Soprattutto se viene fatto in modo pedestre come è successo in Italia solo qualche mese fa” (per approfondire: Il grande colibrì).

Secondo Bruno Moroni, vicepresidente dell’Arcigay di Ravenna, il problema esiste (“il consumismo, l’egoismo e l’individualismo fanno dimenticare i valori di sinistra spingendo al qualunquismo“), ma sarebbe “un fenomeno generalizzato, non particolarmente legato all’essere omosessuale o transessuale“: “Il problema dello spostamento a destra, per quanto mi concerne, riguarda l’intera società ed è causato dal progressivo isolamento degli individui negli ultimi 20 anni. Il divide et impera (causato da TV, videogiochi, internet, mancanza di spazi di aggregazione, eccetera…) è la principale causa dell’individualismo che sembra essere la molla che alimenta consumismo e pensiero di destra“.

Questo “divide et impera” è ben raccontato da Adam: “Non stupisce come poco si riesca a parlare di integrazione tra di noi, quando ognuno pensa a salvaguardare il proprio difficoltoso orticello… e poi arrivano ad esempio i musulmani bombaroli, che i gay di destra italiani temono più degli omofobi con le mazze, dentro i parchi la notte!“.

Il problema descritto da Lestrade c’è o non c’è, allora? Di certo – come ricorda Gianfranco Meneo, portavoce dell’Arcigay di Foggia e firma di questo sito – “il centro-destra, figlio del machismo berlusconiano e dell’escludente padania leghista, ha bollato il gay come colui che non regge la fama dell’uomo conquistatore di matrice mussoliniana. Attivi e virili, bisogna usurpare il corpo delle donne e la loro morale per dimostrarsi maschi. Ed ecco che tutta quella parte politica si è dimostrata protesa a fare dell’omosessualità il simbolo del retaggio dei colori rosa e celeste o dello stereotipo“. Non che la sinistra in Italia sia stata molto meglio: “Ci ha lusingato, corteggiato, ammaliato e mentre raccoglieva i voti ha giocato alle ambiguità. Lo ha fatto il Partito Democratico che promette, dichiara, si apre a parole ma, al momento giusto, con assenze strategiche o alleanze torbide rivelatrici del male intrinseco che le colpisce, ecco che diviene evidente quel vuoto al centro delle idee“. Gubbio docet, insomma, con il PD che, a braccetto con il PdL, ha cancellato il registro delle unioni civili…

Con una situazione politica così, in Italia è ovvio che i fenomeni descritti da Lestrade siano meno visibili, evidenti, espliciti. Questo non significa che il problema sia estraneo al nostro paese, soprattutto se ascoltiamo quello che dicono gli omosessuali musulmani che vivono o sono passati di qui. Samir, marocchino, ci ha già raccontato come si sia dovuto scontrare con l’intolleranza, i pregiudizi, anche gli insulti di alcuni gay italiani (per approfondire: Il grande colibrì).

Masud, egiziano, ha poco più di vent’anni, ma ha già girato mezza Europa con la sua famiglia e per questo può permettersi di fare qualche confronto: “I gay italiani sono simpatici, sanno vestire bene, ma non sanno aprirsi a chi è diverso. Non fanno amicizia se gli dici che sei musulmano, chiedono solo sesso e pensano che sei un escort…“. Kasper, iraniano, prima di trasferirsi negli USA ha vissuto alcuni anni in Italia: “Qui i gay o sono razzisti con cattiveria come Santorum o non hanno problemi con le razze. In Italia i gay sono come Berlusconi: in generale non sono cattivi, ma pensano solo a sembrare simpatici, al sesso e a farsi i fatti loro. E sono razzisti senza rendersene conto, senza cattiveria. Poi ci sono tante eccezioni“.

Non si tratta certo di puntare il dito contro i “cattivi omosessuali italiani” e di fare l’apologia dei “poveri omosessuali immigrati” (anche perché, per esempio, come nota Bruno Moroni, “le famiglie immigrate dall’est Europa, cioè da paesi dominati dal comunismo, sembrano essere di destra per reazione e i figli gay sembrano seguire le orme dei genitori“), ma di capire se esiste un problema e quali soluzioni sviluppare. E per Samir le posizioni anti-islamiche di molti gay rappresentano eccome un grande problema: “Ma come, abbiamo sempre sofferto, ci hanno ammazzati, torturati e si sentono ancora dire queste parole? Il gay deve essere il primo a capire la sofferenza degli altri, a prescindere di che nazionalità sei oppure che credenza hai“.

Superare gli steccati è fondamentale, come ribadisce Bruno: “Aggregare in maniera creativamente attiva le persone sarebbe l’antidoto a questa deriva disumanizzante“. Secondo qualcuno, come Gianfranco, il problema è ben al di là della classica distinzione destra/sinistra: “Siamo nel postmoderno, nella crisi delle ideologie, nella dissoluzione dei valori, nell’acentrismo dell’uomo. Come posso credere che il diritto delle persone LGBTQ* possa incardinarsi a destra o sinistra se il riconoscimento di quel che si chiede è contenuto nella nostra carta Costituzionale. Destra o sinistra? Non m’importa. In tema di diritti civili penso che solo una grande trasversalità di civiltà potrebbe consentire a tutti noi di essere non utopicamente felici ma solo e semplicemente cittadini!“.

O forse occorrerebbe fare un passo ancora più ambizioso, ancora più necessario, di fronte ad un movimento LGBTQ* che “scivola dentro i pensieri sociali che lo circondano e li fa propri, pensando così di tutelare dei diritti“: Lestrade, dice Fabio, individua alcuni problemi e la gerarchia di pensieri che li determinano e “lo dovrebbe fare anche il movimento GLBTQ*, astraendosi dal pensiero che accusa, ma di cui inesorabilmente è strumento“. Perché, in altre parole, non rivendicare una diversità politica che faccia del movimento non l’ennesimo gruppo di interesse che chiede diritti per sé, ma un bene comune che pretenda diritti per tutti? Perché, insomma, il movimento non torna finalmente a dire qualcosa davvero di sinistra? “Senza questo, nessun importante diritto alla persona potrà essere ottenuto“.

 

Pier
con il contributo di Michele
Copyright©2012PierCesareNotaro

17 Comments

  • aaaaa ha detto:

    ha straragione dall'orto. voi italiani siete troppo buoni e di indole tolleranti, vi va bene tutto. bisogna essere invece più intransigenti, e mettere paletti decisi. così fanno all'estero, e infatti all'estero i gay hanno diritti che in italia latitano, forse a causa anche di questo atteggiamento buonista dell'italiano medio che per non scontentare nessuno rimane fermo e immobile, senza adottare scelte decisive.

    • Il Grande Colibrì ha detto:

      Cosa succede all'estero? Dove i diritti LGBT sono più riconosciuti, quelli delle minoranze religiose sono più o meno riconosciuti? E, viceversa, dove i diritti LGBT sono meno riconosciuti, quelli delle minoranze religiose che fine fanno? Parliamo di casi concreti, perché il mitico "estero" nel quale proiettare tutto quello che vorremmo non esiste…

  • lyas ha detto:

    come Algerino, muslim e fiero di esserlo, e omosessuale, vorrei rispondere al signor Dall'Orto:
    cito NON UN SOLO brano del Corano, che sostenga il diritto delle persone omosessuali, cristiani, atei, buddisti, ebrei ecc, alla libertà, alla dignità e alla ricerca della felicità con una completa tolleranza verso tutti:
    1- 21. Ammonisci dunque, ché tu altro non sei che un ammonitore.22. e non hai alcuna autorità su di loro.Al-Ghashiya(L'Avvolgente) 21-22.
    2- 6. a voi la vostra religione, a me la mia». Al-Kafirun
    (I Miscredenti) 6.
    3- 256. Non c'è costrizione nella religione. Al-Baqara(La Giovenca).256.
    4- 125.Chiama al sentiero del tuo Signore con la saggezza e la buona parola e discuti con loro nella maniera migliore. An-Nahl(Le Api)125.
    5- 20.Se si sottomettono, saranno ben guidati; se ti volgono le spalle, il tuo compito è solo il trasmettere. Allah osserva i Suoi schiavi.20. Âl 'Imran(La Famiglia di Imran)20.
    Per quanto riguarda il mio Credo, credo che quelli che commettono "crimini" in nome di Dio, Allah o qualsiasi altra forma divina, lo facciano per convinzione nell'interpretazione cui viene loro insegnata.
    Dall'Orto: non potrei immaginare la rabbia che Lei porti dentro contro tutti, in quanto "anticlericalista", ma vorrei dirLe una sola cosa e poi chiudo: L'odio, in generale, è un'emozione che nasce dentro il cuore e lì muore, e non porta altro che risultati negativi.

  • Michele Benini ha detto:

    Mi pare evidente che in ogni messaggio Dall'Orto non faccia altro che affermare il proprio diritto all'intolleranza: che esercita benissimo, in effetti – e come tutti gli intolleranti semplifica senza capire che le differenze non stanno solo nelle identità di genere; personalmente rinuncio a rispondergli ulteriormente. Così come non amo gli islamisti, non amo gli ateisti: ma rispetto gli islamici e gli atei, ovviamente.

  • Il Grande Colibrì ha detto:

    @ Giovanni Dall'Orto: Notiamo bene quale blog viene citato da Certi Diritti… anche perché siamo stati proprio noi ad avvisare Certi Diritti (tra gli altri) . To', che strano! E sa perché continuiamo ad informare dei misfatti compiuti da certi musulmani e continuiamo a difendere la libertà di altri musulmani di continuare a esprimere la propria sessualità e a professare la propria fede? Perché non facciamo di tutta l'erba un fascio, come più volte detto. Se voleva dimostrare la coerenza del nostro modo di procedere e ragionare c'è riuscito perfettamente.

    D'altra parte, non vedo alcuna coerenza in un discorso che, giustamente ostile a chi agisce crudelmente "in nome dell'Islam", se la prende con l'Islam o con tutti i musulmani. O forse lei è ostile alle famiglie eterosessuali, perché in nome loro, agisce il Vaticano? E' ostile al proletariato perché, in nome suo, hanno agito le BR?

    Un ultimo accenno al concetto di verità. A parte che lei mischia completamente i due punti di vista (islamico e non islamico) che le avevo proposto, saltando a conclusioni sballate (il "criterio del fatto che se un miliardo e mezzo di persone la pensa in un modo esso non va certo scartato non è certo farina del mio sacco, come tenta di farlo apparire). In ogni caso, come potrà verificare qui e in altre pagine, diciamo semplicemente che esistono moltissimi modi di interpretare il Corano e che non tutti sono contrari all'omosessualità (di nuovo: non fare di tutta l'erba un fascio). Questo non significa che stiamo dicendo che alcune interpretazioni siano più vere o più false (converrà facilmente che si tratta di cose assai diverse). Concetto che, a sua volta, non significa rinunciare a pretendere un approccio del tutto laico nel diritto e nella politica. Utopia a pensarlo con i musulmani? Eppure è quello che chiedono e fanno moltissimi musulmani (no, non quelli che vanno in tv…). E la laicità l'ha inventata gente che fino al giorno prima si massacrava…

  • Giovanni Dall'Orto ha detto:

    @IlgrandeCOlibrì C'è una falla nel suo ragionamento: sia dal punto di vista islamico che da quello ateo. Allah non può avere rivelato verità contrastanti nel medesimo Corano, Dunque, dovrebbe cortesemente spiegarmi chi, fra i mussulmani liberali e quelli integralisti, possiede la unica verità "vera" del Corano. In base al criterio del fatto che se un miliardo e mezzo di persone la pensa in un modo esso non va certo scartato, il fatto che la maggioranza dei mussulmani non la pensa come i liberali direi che la verità la possiedono questi ultimi. Ma lascio a lei il compito di direi che essi brancolano nelle tenebre… tanto so che loro direbbero la stessa cosa di lei.
    Non ho niente contro l'islam in quanto tale: è il pensiero religioso,con la pretesa che esistano verità "rivelate", a creare queste contraddizioni.
    Quanto ci sono cento religioni che proclamano che esiste un'unica verità rivelata, e che tutte e le altre 99 sono fallaci, la conclusione che la probabilità che siano fallaci tutte e 100 è forte. Quando poi anche all'interno dei possessori della verità rivelata si arriva a dire che metà non la capiscono "davvero", come fa lei, mi permetto, lo scetticismo diventa quasi un dovere intellettuale.

    Ad ogni modo vorrei tornare al discorso originale. A me stabilire se l'Islam sia vero o falso non interessa minimamente. A me importa che nel suo nome vengono lapidate e impiccate ogni anno decine di persone. Questo giustifica o no la mia ostilità verso chi, nel nome dell'Islam, lancia la pietra e stringe il cappio? Chiedo a lei cosa farebbe al posto mio. I mussulmani sono "inquisizionofobi" e "crociatofobi" per caso? Io non so se lo siano, ma se lo sono, hanno ragione da vendere ad esserlo. Tutto qui.

  • Giovanni Dall'Orto ha detto:

    Gusto. Lasciamo la parola ai non autodichiarati imam. Non farò una sola riga di commento (PS E notate quale blog viene citato in fondo al comunicato stampa… to'!!!).

    CONFERENZA ISLAMICA ALL’ONU: NO AI DIRITTI PER LE PERSONE LGBTI. L’ALLARME LANCIATO DA ‘UN WATCH’, QUASI DEL TUTTO IGNORATO.

    Roma, 20 febbraio 2012

    Comunicato Stampa dell’Associazione Radicale Certi Diritti:

    Zamir Akram, il Coordinatore dell’Oic, l’organismo che raggruppa i paesi islamici alle Nazioni Unite lo scorso 14 febbraio ha scritto una lettera all’Onu nella quale, tra l’altro, si legge che "Gli Stati dell'Organizzazione della Conferenza Islamica (OIC) sono profondamente preoccupati per l'introduzione nel Consiglio per i Diritti Umani dell'ONU di nozioni controverse come l'orientamento sessuale e l'identità di genere". Lo ha reso noto UN Watch una importante Ong di promozione dei Diritti Umani che svolge attività di monitoraggio sull’attività delle Nazioni Unite.

    La lettera è stata scritta dopo l’approvazione di una Risoluzione in difesa dei diritti Lgbti(e) da parte del Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu durante la sua ultima Sessione svoltasi a Ginevra e in vista di un importante incontro sul tema previsto il prossimo 7 marzo.

    Secondo quanto scritto nella lettera dell’Oic “ I Diritti Umani non sarebbero per nulla universali, ma il loro rispetto dipenderebbe dalle "peculiarità nazionali e regionali e dai diversi contesti storici, culturali e religiosi". Insomma, una evidente contraddizione risolvibile solo proclamando o la fine di tutti i diritti umani o la "non-umanità" degli omosessuali e delle persone transessuali. La lettera dell'OIC rimane ambigua e cerca di confondere le acque: "Siamo ancor più preoccupati dal tentativo di concentrarsi su determinate persone in base al loro comportamento sessuale anormale, mentre non ci si concentra su esempi evidenti di intolleranza e discriminazione, in diverse parti del mondo, basati su colore, razza, genere o religione, solo per citare alcune cause".

    L’Associazione Radicale Certi Diritti ringrazia l’Ong UN Watch e, in Italia, il Blogger il grande colibrì http://www.ilgrandecolibri.com per aver fatto conoscere questa lettera e si augura che i paesi islamici democratici non aderiscano a questa preoccupante iniziativa che cerca di limitare l’azione della Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite.

  • Anonimo ha detto:

    Grillo… Celentano… Dall'Orto… Basta con questi autodichiarati intellettuali che sanno solo urlare e tirarsela!
    Ivan

  • Il Grande Colibrì ha detto:

    @ Giovanni Dall'Orto: Le rispondo secondo due possibili punti di vista: uno islamico e uno ateo, agnostico o comunque non islamico.

    Punto di vista islamico: La condanna dell'affettività/sessualità tra persone dello stesso sesso (omosessualità è parola e concetto alquanto moderno) nell'Islam non è una costante né culturale né storica né tanto meno teologica. In altre parole: non solo in alcune culture islamiche o in altre epoche storiche l'affettività/sessualità tra persone dello stesso sesso è/è stata pienamente accettata, ma esistono ricchi filoni di interpretazione coranica che non condannano le persone LGBTQ*. Vuole qualche citazione? Scusi la provocazione, ma proprio la pagina da lei segnalata e scritta indica, nella colonna di destra, alcuni di questi studi. Insomma, presumo che lei sia a conoscenza di tutto quanto già detto in questo paragrafo, e allora perché preferisce far finta di niente?

    Punto di vista "non islamico": Ammettiamo pure che il Corano sia un'opera letteraria priva di qualsiasi legame con il divino. Rimane il fatto che un miliardo e mezzo di persone al mondo ha un'opinione differente. Dunque, quale lettura del Corano dovremmo preferire tra quella dei dogmatici e quella dei liberali? Premesso che soprattutto per un ateo ogni interpretazione dovrebbe essere indifferente rispetto alle altre (infatti nessuna interpretazione sarebbe di origine divina o comunque superiore e dunque portatrice di maggiore verità), non capisco questo accanimento di alcune ateochecche (che poi è lo stesso identico accanimento, nei contenuti e nei toni, dei fascisti, dei clericofascisti e degli islamofascisti) nel voler negare dignità alle interpretazioni liberali, con l'unica vera conseguenza di dare legittimità, in quanto "veri musulmani", ai musulmani dogmatici…

  • Michele Benini ha detto:

    Caro Giovanni,

    cominciamo con i toni: se sono sentenziosi lo giudicheranno i lettori, così risolviamo il problema; per me lo sono ma io sono conscio di essere nulla di fronte al tuo sapere.
    Veniamo un po' invece alle tue certezze, con una premessa: se gentilmente mi citi dove abbiamo scritto che il Corano benedice i gay mi fai una cortesia, perchè non sono riuscito a ritrovare la citazione. Venendo al dunque: come certamente saprai esistono svariate versioni italiane del Corano, non esattamente univoche anche se non credo che in nessuna di esse si trovi alcuna benedizione per l'omosessualità; tuttavia varrebbe la pena di confrontarle (oppure di dare un'occhiata a pareri di studiosi islamici che sono riportate nella sezione MOI de Il grande colibrì) per capire che la condanna del comportamento omosessuale potrebbe non essere affatto così scontata come sentenzi (pardon, dici) tu.
    Io personalmente non conosco alcuna lingua mediorientale (mentre sono certo che tu sei un esperto di filologia araba) e non ho grandi interessi ad approfondire il messaggio "divino" della religione islamica nè di qualsivoglia altra. Però so che l'Islam è una religione molto più dinamica del cristianesimo, che l'interpretazione e lo studio dei testi è sempre in evoluzione e credo che lo studio delle religioni sia una ricchezza e non una sciocca perdita di tempo, anche se le storie dei libri sacri sono per me solo (alcuni più, altri meno) importanti testi letterari.
    Sull'intolleranza, come sulla sentenziosità (e anche sulla saccenza, che aggiungo ora) giudicheranno pure i lettori. Ma io personalmente di quelli che mi dicono "Io sono tollerante, però…", "Io non sono razzista, però…" come fai tu, io proprio non riesco a fidarmi. Per quello che hai scritto da quando Il grande colibrì ti ha interpellato fino a questi commenti, l'unico sentimento che provo per te è una grande, grandissima pena.

  • Giovanni Dall'Orto ha detto:

    Dimenticavo: confermo che sono intollerante. Non tollero i razzisti, i fascisti, i nazisti, i violenti, e gli assassini. Se però gli assassini vogliono lapidare me, scusatemi, ma proprio "sciocco" non sono. Lo sarei se benedicessi la pietra che mi massacra. Questo nobile compito lo lascio a voi,che ci sembrate più tagliati. Buon divertimento.

  • Giovanni Dall'Orto ha detto:

    @ Benini e Colibrì: ho passato 35 anni a bettegare con le chierichecche che sostenevano che la Chiesa cattolica era nostra amica, quindi non mi stupisco né mi straccio le vesti se adesso ci toccano pure le islamochecche che sostengono la stessa solfa. Le versioni del masochismo sono infinite.

    Perciò la faccio breve: citatemi UN SOLO brano del Corano, anche breve e piccolo, che sostenga il diritto delle persone omosessuali alla libertà alla dignità e alla ricerca della felicità.
    Io vi ho già citato quelli contrari
    http://www.giovannidallorto.com/testi/islam/corano/corano.html
    adesso tocca voi smentirmi. Dati alla mano, per cortesia: scomuniche e anatemi non servono a nulla.

    Dopodiché, io sono gay, e sono cristianofobo (e giudeofobo, e induistofobo, e… tutto quel che serve per la LEGITTIMA DIFESA). Quindi la tesi che i gay sono islamofobi ma non cristinofobi è dimostrata falsa.
    Ciao.

    PS I miei toni non sono né sentenziosi né dogmatici. Io cito fatti. Mi spiace se i fatti per certe persone si rivelano "sentenze".
    La Sharia, per me, è un fatto, per esempio.
    Ora tocca a voi dimostrare di non essere i saputelli fanatici, e citatemi il Corano per dimostrarmi che approva i diritti lgbt. Vi aspetto….

  • Il Grande Colibrì ha detto:

    A quanto raccontano i dizionari di casa mia, "razzismo" è, in senso estensivo, "qualsiasi discriminazione esacerbata a danno di individui e categorie". Certo, l'etimo della parola si riferisce a "razza", ma il significato comune è molto più esteso. Poi può darsi che i dizionari di casa mia siano tutti in errore…

    Trovo un po' sconfortante, in ogni caso, tirare fuori la Shoah e Hitler solo per buttare tutto in caciara: forse certi argomenti seri e drammatici meriterebbero più rispetto…

    Trovo allo stesso modo sconfortante il lanciare giudizi che riescono solo ad appiattire realtà complesse come le religioni e le culture e a negare le differenze (legittimando, paradossalmente, proprio il fanatismo).

    Poi neppure a me disturbano le clerichecche o le islamochecche, come non mi disturbano le ateochecche o le vuduchecche, per dire. Disturbano molto, invece, coloro che non riconoscono libertà e dignità alle pacifiche idee altrui e che negano agli altri la possibilità di esprimere liberamente e pacificamente se stessi (per dirsi, ad esempio, gay cristiani, lesbiche musulmane, eterosessuali scintoisti, etero-curiosi atei…), magari senza accorgersi che, con i propri toni sentenziosi e dogmatici, anche i propri piedi sono calzati da Sacre Pantofole…

  • Michele Benini ha detto:

    Caro Giovanni, ho semplificato per brevità e me ne scuso: ma tu dimostri comunque ignoranza nei confronti dell'Islam che non è una religione paragonabile al cattolicesimo (che pure non è il monolite che vorrebbe il papa).
    Per il resto, ho letto benissimo il tuo commento e dimostra ulteriormente quanto sei in torto, visto che i gay sono islamofobi ma non cristianofobi o buddistofobi.
    Quanto a me, pur essendo questione di scarsa rilevanza non essendo io una personalità nè avendo la tua notorietà, non sono islamochecca, semplicemente perchè sono ateo e convinto dell'inesistenza di qualsivoglia dio. Ma questo non mi impedisce di rispettare chi la pensa diversamente, anzichè sputargli addosso e vomitare odio.
    Mi è particolarmente dispiaciuto leggere il tuo commento (e anche questa violenta replica) perchè credo che tu qualcosa di buono l'abbia fatto nella tua vita: ma evidentemente appartiene al passato o è merito dell'autrice che aveva scritto con te (http://www.ibs.it/code/9788871063522/dallorto-giovanni/figli-diversi-new.html).
    Comunque, a gentile richiesta, correggo il tiro. Non sei uno sciocco razzista, ma uno sciocco intollerante.

  • Giovanni Dall'Orto ha detto:

    Caro Michele Benini, apprendo ora che gli islamici sono una "razza". La Shoah è nata così: prima si è teorizzato che una religione, quella ebraica, fosse una razza, ed il resto è venuto da sé. Forse Lestrade ha ragione: i gay italiani sono razzisti, visto che pensano che i mussulmani siano una "razza". O forse è Lestrade a non accorgersi che facendo dei mussulmani una "razza" si è messo sulla stessa brutta china di Hitler, o del sionismo che teorizza anch'esso che gli ebrei sono una "razza". Le religioni non sono razze: sono religioni. Punto. E criticare una religione non è "razzismo": è anticlericalismo, pensiero libero, chiamalo come ti pare, ma razzismo certamente non è. Sarebbe come dire che chi è anticomunista è razzista verso i cinesi.

    Quanto a me, rivendico il diritto di essere "fobico" verso TUTTE le religioni che proclamano che è volere divino ammazzarmi.
    http://www.giovannidallorto.com/testi/islam/corano/corano.html
    Se tu non avessi letto in modo preconcetto il mio parere, avresti notato che io elenco un lungo elenco di religioni verso cui rivendico non dico il diritto, ma il DOVERE di essere "fobico".

    In Italia siamo già abituati alle chierichecche che da 35 anni cercano di convincerci che "in realtà" la chiesa cattolica è aperta verso i gay. Non mi disturba che adesso ci siano islamochecche che cercheranno di convincermi dello stesso eccetera. Poi però non dimentico che la chiesa la comanda Ratzinger, e che ogni anno troppi gay vengono impiccati e lapidati nel nome di Allah, e che i radicali partono anticlericali e poi fondano l'Api e si sposano in chiesa. Il mondo è fatto così, io me ne sono fatto una ragione, e forse forse forse la mia battaglia politica nasce PROPRIO da questo.
    Cioè dal fatto che io NON sono come questa gente e resto coerente ai miei princìpi. Liberi gli altri di baciare le pantofole di chi meglio credono. Ma non mi si dia dello "sciocco razzista" solo perché, a differenza di altri, non sono nato servo di vocazione. Ognuno è libero di scegliere le proprie catene, ma anche di rifiutarle. E forse forse, lo sciocco è chi le bacia, non chi vuole spezzarle.
    Giovanni Dall'Orto

  • Michele Benini ha detto:

    Ottimi spunti da parte di molti interventi, con la spiacevole eccezione di un paio di persone per cui ho (in almeno un caso posso tranquillamente dire: avevo) una certa stima.
    Mi riferisco alle sciocchezze razziste di Giovanni Dall'Orto: dimostrano un'ignoranza sesquipedale che non credevo possibile in un (sedicente) intellettuale. Difficile anche ragionare con uno così, che fa di ogni erba un fascio.
    Ma mi riferisco anche alla superficialità del buon Ivan Scalfarotto, che si chiede dove siano i dati su cui basa il suo ragionamento Lestrade: gli sarebbe bastato leggere il grande colibrì delle ultime settimane, per trovare questi dati; ma anche senza questo, gli basterebbe andare in giro e parlare con i gay nei cosiddetti circoli arci dove si ritrovano… Unico punto che trovo condivisibile è quello sull'outing, anche se il parallelo con la triste iniziativa mancusiana mi pare fuori luogo.

    • Davide ha detto:

      Scusate se interrompo 🙂 Lestrade non è assolutamente una delle voci più ascoltare in Francia del movimento LGBT lo era forse un tempo per la lotta contro l’AIDS. Nel suo libro spiega che la Repubblica francese razzista gli avrebbe impedito di trovare un compagno arabo, perché gli arabi si metterebbero in coppia unicamente tra di loro a causa del razzismo. Vi lascio apprezzare dunque il livello di serietà di tali affermazioni, vivendo in Francia vi posso dire che si tratta di paranoia acuta. Per il resto oggi Lestrade sostiene movimenti che si pretendono antirazzisti ma sono omofobi e antisemiti che applaudono davanti ad Ahmadinejead quando dice che non ci sono gay in Iran e che il matrimonio gay è un affare di bianchi. Concludo dicendo che il libro di Lestrade è stato recuperato dalla destra cattolica che in un articolo ha spiegato che i gay invece di dare dell’omofoba alla manif pour tous farebbero meglio a combattere il razzismo così diffuso tra di loro.

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