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“Abbiamo evocato il caso delle persone LGBT [lesbiche, gay, bisessuali e transgender; ndr] in Cecenia, ma anche delle organizzazioni non governative in Russia” ha detto a Versailles il neopresidente francese Emmanuel Macron di fianco all’impassibile omologo russo Vladimir Putin: “Ho indicato con grande precisione al presidente Putin che cosa si aspetta la Francia e ci siamo accordati per monitorare insieme la situazione in modo estremamente regolare”.

Le distanze rimangono profonde

L’incontro tra i due leader si è svolto in un clima freddo, con una stretta di mano veloce e pochi sorrisi, in cui i tanti punti di contrasto non sono stati nascosti né risolti. La persecuzione degli omosessuali in Cecenia, repubblica federata alla Russia, è una delle questioni che li dividono: da una parte Macron ha evocato il rispetto delle minoranze sessuali come un valore fondamentale per la Francia e ha chiesto indagini serie sulle denunce di arresti arbitrari, torture e persino uccisioni di gay, veri o presunti, da parte della polizia cecena [Il Grande Colibrì]; dall’altra Putin, noto per le sue posizioni repressive nei confronti di omosessuali e transgender, ha finora liquidato tutto con un’alzata di spalle.

E suona quasi come uno sberleffo della storia il fatto che l’arrivo di Putin a Parigi sia coinciso con l’arrivo in Francia anche del primo profugo gay dalla Cecenia, come ha annunciato Joël Deumier, presidente di SOS Homophobie (SOS omofobia) [France Info].

Purtroppo le prime reazioni dalla Russia non preannunciano un cambiamento di atteggiamento del governo di Mosca: il ministro degli esteri Sergueï Lavrov ha liquidato in due parole la questione delle persecuzioni omofobe in Cecenia, come altri dossier scottanti, dicendo che vede “nessun fatto concreto”.

Ramzan Kadyrov, il presidente ceceno che ha sempre bollato le denunce come una bufala costruita dai governi occidentali per indebolire la Russia, ha scelto invece toni sarcastici: “Il presidente francese Macron dovrebbe prendere con sé Merkel e venire in Cecenia per scoprire la verità: le porte sono aperte” [TASS].

Impossibile contestare Putin a Versailles

Per ora l’unico effetto concreto della visita è stato il lungo fermo subito dagli attivisti dell’associazione FièrEs (Fier*), che vicino alla reggia di Versailles volevano dispiegare uno striscione con la scritta “Stop alle persecuzioni in Cecenia e in Russia” durante la visita di Putin. E che invece sono stati circondati dalla polizia, trattenuti per ore e poi portati in commissariato. Tutto questo in teoria per una semplice verifica dei documenti d’identità (sic!), dal momento che neppure gli agenti hanno mai ipotizzato qualche reato.

È una delle arrestate, Delphine Aslan, a ricordare quello che dovrebbe essere ovvio: “Le parole sono sicuramente belle, ma oggi mancano le azioni anche se la situazione è urgente” [Street Press]. Macron si è mostrato molto deciso nel porre paletti precisi, ma al tempo stesso è stato accomodante, cercando una convergenza con un presidente russo che ha riconosciuto come interlocutore imprescindibile. È una tecnica del bastone e della carota che non si sa bene a cosa porterà e se permetterà qualche miglioramento nel rispetto dei diritti umani in Russia e in Cecenia.

 

Pier
©2017 Il Grande Colibrì

One Comment

  • Enrico Proserpio ha detto:

    La Russia tiene l’Europa sotto scacco con il suo gas. Per questo i vari stati europei sono sempre molto tranquilli e gentili con Putin. E tra il gas e i diritti delle persone, temo che la scelta andrà verso il primo.

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