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Il governo malese ha riconosciuto un insieme di terapie che guarirebbero le persone LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) attraverso trattamenti psicologici e guide spirituali. Lo ha fatto dopo che il Jabatan Kemajuan Islam Malaysia (Dipartimento di sviluppo islamico della Malesia; JAKIM) ha messo a punto certe teorie riparative. Ha inoltre diffuso un video in lingua malese (messo in rete dall’attivista Syed Azmi) che spiega come guarire e come i musulmani possono e devono avvicinarsi alle persone LGBT [The Malay Mail Online].

This is the video produced by JAKIM regarding LGBT. Thank you.

Pubblicato da Syed Azmi su Domenica 12 febbraio 2017

 

Nel video l’orientamento sessuale viene paragonato all’equitazione, sostenendo che, quando un individuo si rende conto di avere un orientamento diverso dagli altri, la scelta da fare sarebbe accettare di ricevere una guida e un orientamento intensivo per poter tornare sulla retta via. Una retta via che andrebbe intrapresa per amore di Dio. Questa teoria invita un omosessuale pentito a soddisfare i propri desideri sessuali attraverso il matrimonio o il digiuno.

Purtroppo c’è di più: queste terapie possono essere anche “di avversione”, vale a dire mostrare al pentito un video porno gay e poi indurlo al vomito o infierire con scosse elettriche in modo che il desiderio omosessuale venga associato al dolore.

Questo video ha provocato molta rabbia nei cittadini, malesi e non, dal momento che l’omosessualità è presentata come una preferenza sessuale curabile. Oltretutto queste e molte altre terapie di conversione sono state giudicate dalla comunità medica e scientifica, e persino da chi le ha sviluppate [Il Grande Colibrì], come forme di pseudoscienza assolutamente dannose, nonché legalmente contestate o vietate in diversi paesi come Regno Unito, Svizzera, Malta, Libano, Stati Uniti, Sudafrica, Ecuador, Cina, Cile, Israele, Australia e Brasile.

Molti, invece, hanno trovato il video e le sue intenzioni molto innovativi e rispettosi. E la parola “rispetto” ci fa molta paura.Tra i commenti, infatti, emergono persone che si congratulano con il JAKIM per l’innovativa strategia soft, invece dei soliti attacchi verso gli omosessuali che andranno all’inferno perché peccatori.

Nel filmato si parla di rispetto verso le persone LGBT: gli amici e i familiari dovrebbero avere pazienza e amore verso i propri cari omosessuali e transgender, dovrebbero guidarli e non abbandonarli. Le terapie sembrerebbero destinate solo ai gay e alle lesbiche che vogliono cambiare e molti si augurano che questo approccio alla tematica possa indurre altri stati a non prendere azioni brusche e violente contro la comunità LGBT.

Ma come è possibile vedere queste terapie e la loro presentazione pubblicitaria come soft e rispettose verso le persone LGBT? Far credere che ci sia una terapia per l’omosessualità e cercare di convincere amici e familiari lesbiche e gay a farsi guarire – e in che modo, poi! – è già un’azione violenta.

Le leggi malesi contro l’omosessualità e i rapporti omosessuali (sezioni 377A e 377B del codice penale) sono molto dure e – ricordiamolo – sono state inserite all’epoca della colonizzazione britannica. La discriminazione, come spiegano anche gli annuali rapporti di Human Rights Watch, è ancora molto pervasiva: gli omosessuali vengono costretti a sposarsi e ad avere figli, le persone transgender devono subire arresti, aggressioni sessuali fuori e all’interno delle prigioni, il rifiuto di assistenza sanitaria e di un’assunzione lavorativa [Il Grande Colibrì].

Ginevra Campaini
©2017 Il Grande Colibrì

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