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In vista delle elezioni europee e delle elezioni politiche che si terranno in autunno, il partito al governo in Polonia, Prawo i Sprawiedliwość (Diritto e giustizia; PiS), con posizioni di destra ultracattolica e “sovranista”, prosegue nella sua campagna contro i diritti delle persone LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali), cercando così di replicare il successo del 2015, quando il “nemico” dal quale “difendere la Poloniaerano i richiedenti asilo.

Jarosław Kaczyński, leader del partito ed ex primo ministro, ha dichiarato che “i valori liberali sono un effetto collaterale non desiderato dell’ingresso della Polonia nell’Unione Europea 15 anni fa” e che i diritti delle minoranze sessuali sono qualcosa di “importato dall’estero”, che rappresenta “un attacco alla famiglia e ai bambini che mette a repentaglio la nostra identità, la nostra società e la stessa Polonia”.

Fake news

La campagna omofoba va avanti anche attraverso fake news un po’ clamorose: oltre a quelle, ormai da considerare “classiche”, su corsi collettivi di masturbazione per i bambini di quattro anni proposti dall’UE o dall’ONU e ai sedicenti “esperti” che legano la richiesta di diritti per le persone LGBTQIA a una conclamata pedofilia (quando non alla zoofilia), alcuni esponenti del partito hanno usato l’argomento dei diritti per gettare fango sul Parlamento Europeo.

Patryk Jaki, un candidato alle prossime elezioni europee per il PiS, in un’intervista televisiva ha accusato il Parlamento dell’UE di essersi occupato troppo di “questioni LGBT durante l’ultima legislatura, snocciolando i 250 voti avvenuti in materia. Per quanto questa cifra possa sembrare considerevole, si deve tenere presente che questa riguarda tutta l’attività parlamentare (commissioni e aula). Attività parlamentare che ha prodotto più di 25mila voti totali, riducendo quelli in materia di diritti delle minoranze sessuali a meno dell’1%.

Capri espiatori

Mirosława Makuchowska, del gruppo arcobaleno Kampania Przeciw Homofobii (Campagna contro l’omofobia), sostiene che la linea adottata dal PiS non sia poi così distante da quella adottata nel 2015 e che tutto si basi sulla paura e sulla ricerca di un capro espiatorio.

Ma, nonostante la campagna in atto, le ragioni delle persone LGBTQIA si stanno facendo sempre più sentire: negli ultimi anni, in Polonia, si sono viste sempre più “marce per l’uguaglianza” (il nome dato alla parata del Pride) e alcuni personaggi pubblici hanno preso posizioni nette contro l’omofobia.

Alessandro Garzi
©2019 Il Grande Colibrì
foto: elaborazione da PNGimg (CC BY-NC 4.0)

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