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La politica russa è in procinto di espandere ancora di più il campo di azione dell’infausta legge “contro la propaganda di relazioni non tradizionali rivolta ai minori”, nota anche come legge “contro la propaganda LGBT”.
La legge attuale, messa in atto nel 2013 su proposta della deputata Elena Mizulina, sulla base di alcune normative locali (come quella della città di San Pietroburgo), ha reso reato “distribuire la propaganda dei rapporti sessuali non tradizionali tra i minori”. Nei fatti, ha marginalizzato le persone LGBTQIA+ all’interno della società russa, esponendole alla violenza dei gruppi estremisti, ma anche agli attacchi e alle bugie della quasi totalità dei media.

A questo va aggiunto il fatto che il mondo LGBTQIA+ sia stato presentato come una sorta di “quinta colonna” occidentale, usata per “minare” la società russa e le sue tradizioni.
Non c’è quindi un momento migliore di adesso per togliere quel poco che rimaneva di diritti alle persone LGBTQIA+ russe. Secondo il presidente della Duma Vjačeslav Volodin

“la cosa giusta da fare è introdurre il divieto di promuovere valori contrari alla tradizione“.

Con l’uscita della Russia dal Consiglio d’Europa, le richieste di introdurre il matrimonio tra persone dello stesso sesso sono una cosa del passato. Una proposta viene da alcuni deputati del partito comunista, secondo i quali la legge del 2013 non andava “abbastanza a fondo”: “negare i valori della famiglia”, “pubblicizzare uno stile di vita childfree”, e “rendere popolari gli orientamenti sessuali non tradizionali” non sono, per loro, meno pericolosi per lo sviluppo della società russa “della promozione di suicidio, droga, estremismo ed altri reati”.

Inoltre, si vorrebbero mettere ancora più limiti all’industria cinematografica, arrivando a negare la distribuzione a lavori che dovessero andare in direzione opposta ai “valori della famiglia”. Nina Ostanina, presidente del comitato parlamentare per la famiglia, le donne e i bambini, ha espresso il proprio favore a un inasprimento della legge, anche in virtù dell’iniziativa del presidente russo Vladimir Putin che ha stabilito l’8 luglio come “giorno della famiglia in Russia”.

“Per noi”, ha dichiarato Ostanina in un’intervista, “la famiglia significa l’unione di un uomo e di una donna, significa la nascita di figli e una famiglia multigenerazionale. Il movimento childfree sta guadagnando terreno soprattutto sui social media. Non è qualcosa di innocuo, ed in questo supporto la senatrice Pavlova, che ha chiesto un divieto a questo tipo di propaganda su queste piattaforme”.

“La nostra proposta di legge aggiunge un nuovo paragrafo a quella esistente che vieta la propaganda delle relazioni sessuali non tradizionali, per vietare anche la negazione dei valori familiari tradizionali”

Nina Ostanina, © пресс-служба Госдумы

Nina Ostanina, © пресс-служба Госдумы

Il coming out, per Ostanina, non sarà da considerarsi propaganda: “è come un malato di cancro che dice di essere malato: si può provare solo compassione per lui”.

In un’altra occasione, la deputata aveva incoraggiato “a fare tutto il possibile affinché la medicina possa aiutare queste persone ad uscire da questa terribile malattia”. Una legge simile era stata proposta lo scorso 7 giugno dal consiglio comunale di Sevastopoli (città della Crimea, nominalmente in territorio ucraino), ma è stata bocciata dal Comitato parlamentare in quanto si trattava di una “iniziativa locale”.

Il fatto che non ci sia nessun esponente di rilievo di Edinaja Rossija (ER, Russia Unita, il potente partito-stato che fa capo a Vladimir Putin) dietro a queste iniziative, può far pensare che abbiano pochissime probabilità di successo. Ci sarebbero delle spinte politiche per l’introduzione di una legge di questo tipo. Secondo il sito di opposizione Meduza, sarebbe proprio Vjačeslav Volodin a fare pressioni. Il deputato di ER Alexander Khinshtein ha proposto in modo informale l’estensione della legge attuale (rivolta in teoria solo “ai minori”) a tutta la popolazione, e a tutto ciò che riguarda le pubblicazioni online e offline, i social media e tutto il mondo dell’intrattenimento: in questo modo, si metterebbe una pietra tombale sull’informazione riguardo alle tematiche LGBTQIA+ in Russia.
La proposta di Khinshtein non è ancora stata presentata e molti aspetti non sono chiari, ma potrebbe essere discussa durante l’autunno ed esiste la possibilità che venga approvata.
 

Alessandro Garzi
©2022 Il Grande Colibrì
immagine: elaborazione da foto di Pavel Danilyuk da Pexels

 

Alessandro Garzi: “Ho sempre avuto un interesse per i diritti civili. Al momento, cerco di capire qualcosa sulle politiche verso le persone LGBTQIA+ nei paesi dell’Europa centrale ed orientale, e di far conoscere cosa sia l’orientamento asessuale e il mondo che lo circonda” > leggi tutti i suoi articoli

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