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Ridere, / sempre così giocondo. / Ridere, / delle follie del mondo. / Vivere, / finché c’è gioventù / perché la vita è bella / la voglio vivere sempre più“: cantava così Tito Schipa in “Vivere senza malinconia” e così cantavano, spensierati, gli italiani con lui. Chi preferiva l’opera, invece, si godeva la voce calda e soave di Ferruccio Tagliavini, che aveva appena debuttato a Firenze e che lasciava immaginare una carriera eccezionale.

Gli amanti dell’opera contribuirono anche al trionfo cinematrografico del “Giuseppe Verdi” di Carmine Gallone. Chi preferiva film più leggeri, rideva con “La dama bianca” di Mario Mattoli, una bizzarra storia che metteva insieme il fantasma di un donna, un albergatore assai furbo, una moglie gelosa e un marito farfallone, oltre a una serie di baci rubati.

Intanto la nazionale italiana di calcio, guidata da Vittorio Pozzo, conquistava la seconda edizione dei mondiali, a Parigi. La finale, con l’Ungheria, fu vinta grazie alla doppia doppietta di Silvio Piola e Gino Colaussi. E a onorare il paese contribuiva il premio Nobel per la chimica assegnato a Enrico Fermi.

Certo, qualcuno storceva il naso per la visita di Adolf Hitler e le leggi razziali sottraevano diritti agli ebrei… ma insomma era anche un po’ tempo che si pensasse prima agli italiani che a loro, no? E poi eravamo nel 1938, mica nel Medioevo, serviva sì un po’ di durezza, ma non sarebbe successo niente di brutto. Insomma, come può succedere qualcosa di brutto quando tutti fischiettano canzoni, ridono al cinema, festeggiano per una partita? Si voleva solo “cogliere il più bel fiore / goder la vita e far tacere il core“.

Pier Cesare Notaro
©2018 Il Grande Colibrì
foto: Il Grande Colibrì

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