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Cathy Freeman, Ian Thorpe, i Wallabies. Sono tuttə campionə sportivi, tra tantə altrə, che hanno fatto dell’Australia una delle nazioni più forti a livello sportivo. Ma per alcunə australianə, lə atletə trans dell’isola-continente non possono gareggiare e rendere orgoglioso il proprio paese.

All’inizio di febbraio 2022, la senatrice conservatrice della Tasmania Claire Chandler, ha presentato alla camera alta del parlamento australiano un emendamento al Sex Discrimination Act (SDA), la legge che, dal 1984, criminalizza le discriminazioni basate sul sesso, l’identità di genere, l’intersessualità, lo stato coniugale, l’orientamento sessuale e lo stato di gravidanza di una donna.

L’emendamento della senatrice Chandler, giovane promessa del Liberal party (principale partito di centrodestra del paese), intende mettere nero su bianco che l’utilizzo del sesso biologico assegnato alla nascita come criterio per partecipare ad una competizione sportiva, non costituisce un atto discriminatorio.

Tale modifica, battezzata “Save Women’s Sport” (Salviamo lo sport femminile) metterebbe al riparo le organizzazioni sportive da probabili cause penali intentate dalle atlete transgender MTF, escluse dalle competizioni femminili in quanto il loro sesso assegnato alla nascita è quello maschile, nonostante la loro identità di genere sia femminile.

Attualmente, in base al Sex Discrimination Act, le federazioni sportive australiane possono escludere le persone trans e intersex solo nel caso in cui la forza, la resistenza e la costituzione fisica della persona non rientrino nei parametri stabiliti dalle stesse federazioni, o dalle federazioni internazionali. In effetti, la legge offre già una base giuridica alle organizzazioni sportive australiane, definendo questi casi dei “competitive sporting activity exemption(s, ndr), ovvero delle esenzioni dalle competizioni sportive.

Hannah Mouncey (sinistra), atleta transgender mentre gioca nella VFLW nel 2018. Foto di Darrian Traynor per © smh.com.au

Hannah Mouncey (sinistra), atleta transgender mentre gioca nella VFLW nel 2018. Foto di Darrian Traynor per © smh.com.au

I timori della comunità LGBTQIA e le perplessità del mondo dello sport

Le reazioni della comunità arcobaleno australiana non si sono fatte attendere. Anna Brown, presidente dell’organizzazione LGBTQIA+ Equality Australia, teme che il “Save Women’s Sport bill” possa portare alla discriminazione di bambinə sotto i 12 anni nelle attività sportive. Charlie Burton, membro del direttivo di Equality Tasmania, ha dichiarato che questo emendamento rischia di relegare lui ed altre persone transgender e non binarie in un limbo legislativo fatto di incertezza, disuguaglianza e insicurezza.

La comunità queer teme che questo emendamento possa rimettere in discussione i passi avanti fatti dalle organizzazioni sportive del paese, tanto amatoriali quanto agonistiche, in materia di apertura e di inclusione verso le persone transgender e non-binarie. Da parte loro, le federazioni sportive australiane hanno espresso forti perplessità in merito all’emendamento voluto dalla Chandler per “proteggere il diritto delle donne ad accedere allo sport per sole donne” (sic). Sollecitate dai quotidiani Herald e The Age, la Australian Football League (AFL), Cricket Australia, Tennis Australia, Football Australia, Rugby Australia, e la Athletics Australia, la federazione di atletica leggera, hanno affermato che non sono state minimamente coinvolte nella stesura dell’emendamento né dal governo federale, né dalla senatrice, nonostante quest’ultima abbia dichiarato che tanti club sportivi starebbero chiedendo un cambiamento in tale direzione.

Dal canto loro, la National Rugby League (NRL) e la Netball Australia, la principale federazione nazionale di netball – lo sport più praticato dalle ragazze e donne australiane – sono state per ora le uniche federazioni ad essersi espresse pubblicamente contro l’emendamento, visto come un’ingerenza della politica in questioni prettamente sportive.

“Spetta ad ogni sport trovare e proporre una soluzione, con i propri mezzi e all’interno dei propri spazi”

ha dichiarato Kelly Ryan, presidente di Netball Australia.

 

Una soluzione legislativa per un problema inesistente

Mentre l’Australia si prepara alla sua prima campagna elettorale post-Covid, la politica australiana sembra esprimere una contrarietà bipartisan a questo emendamento.

A sinistra, ad esempio, i Verdi e Andrew Barr, il Chief Minister laburista del Territorio della Capitale Australiana hanno condannato il “Save Women’s Sport bill”, mentre l’ex-membro della commissione antidiscriminazione dello Stato della Tasmania, Robin Banks, ha definito questa modifica al SDA “una soluzione legislativa per un problema inesistente”.

A destra, invece, l’opposizione all’emendamento presentato dalla senatrice Chandler il 10 febbraio scorso non è unanime. Infatti se da una parte variə colleghə di partito della parlamentare conservatrice, come la deputata Bridget Archer e il senatore Andrew Bragg, si sono dettə contrariə al “Save Women’s Sport bill”, il primo ministro australiano Scott Morrison ha espresso il suo appoggio incondizionato sia all’emendamento, definendolo “meraviglioso” (sic), sia alla sua prima firmataria, che descrive come “paladina dello sport femminile” (sic).

Con le elezioni federali alle porte, ci sono poche probabilità che l’emendamento venga discusso nel parlamento entro la fine della legislatura. Tuttavia, il “Save Women’s Sport bill” potrebbe essere l’ennesimo tentativo dell’ala più conservatrice del Liberal Party di attirare i voti dellə elettorə omotransfobichə, dopo il ritiro a metà febbraio del “Religious Discrimination Bill”, un ddl che avrebbe permesso alle scuole confessionali di discriminare lə studentə e lə insegnanti trans o non-binariə.

 

 

Stefano Duc
©2022 Il Grande Colibrì
immagine: elaborazione da foto di PeopleImages da iStock

 

Stefano Duc: “Nato a Firenze e laureato in lingue straniere e scienze della comunicazione, ho iniziato a fare attivismo nel 2020, mettendo a disposizione dell’associazione Il Grande Colibrì la mia passione per la scrittura giornalistica. > leggi tutti i suoi articoli

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