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Indipendentemente dal fatto che si incontri resistenza,
non si combatte mai invano per una causa
Axel Axgil (1915-2011)

Ci sono persone che hanno contribuito a cambiare l’umanità di cui sappiamo molto poco ma dei cui nomi ci riempiamo la bocca. Nomi importanti come Gandhi, Martin Luther King, Malcom X. Ma quanti di coloro che li citano sanno cosa hanno detto davvero?

E poi ci sono persone che hanno cambiato la nostra vita senza nemmeno che noi abbiamo mai sentito parlare della loro esistenza. Una di queste è senz’altro Axel Axgil (nato Axel Lundahl-Madsen), che è morto a 96 anni lo scorso 29 ottobre. Una vita spesa per affermare i diritti delle persone LGBTQ* in Danimarca e nel mondo, ma soprattutto un precursore di molte battaglie. Fondatore e primo presidente della Kredsen (successivamente LBL e oggi LGBT Danmark) dal 1948, anno in cui nella città di Aalborg fu vittima di outing da parte di un giornalista e fu costretto a trasferirsi a Copenhagen, dove lo stesso anno incontrò Eigil Axgil (nato Eigil Eskildsen), che fu il compagno di una vita e con cui – primi al mondo – registrò la propria unione civile nel municipio della capitale danese il 1° ottobre 1989.

E nonostante il suo compagno fosse mancato già nel 1995, Axel non aveva smesso di lottare e di lavorare per i diritti degli omosessuali: “Anche se la situazione è cambiata decisamente in meglio, non possiamo sentirci al sicuro a tempo indeterminato. Ci possono essere battute d’arresto. Anche se sono ottimista, non siamo ancora accettati su un piano di parità con gli eterosessuali. Questo è purtroppo vero anche qui – ricordava presentando la sua ultima iniziativa, nel 2007 (una sezione LGBT nel cimitero di Copenhagen) – Vedo quindi il luogo di sepoltura comune non solo come un fine, ma anche come una continuazione dei miei pensieri e del mio lavoro ideale. Che ci sia un chiaro legame tra passato, presente e futuro. Un circuito. In un certo senso si potrebbe dire, per ricordare invece che per terminare una vita“.

Tra i fondatori dell’International Homosexual World Organization nel 1954, Axel fuse il suo nome e quello del compagno per ottenere il suo nuovo cognome l’anno successivo, quando con Eigil fu arrestato per pornografia (avevano collaborato con un’agenzia che vendeva foto di uomini nudi).

Ho avuto la fortuna di vedere Axel sul palco di presentazione degli Outgames che si sono svolti nella capitale danese due anni fa, ho la fortuna di conoscere un po’ della lingua che mi ha fatto venire a sapere della sua scomparsa, ignorata dai più sui siti gay (in Italia solo il macabro sito “Il Morto del Mese” sembra essersene accorto) ma non dalla stampa internazionale. E’ bello sapere che la sua memoria vivrà, anche grazie alla biografia che racconterà a tutti la sua vita e la sua piccola grande figura e che Bjarne Henrik Lundis, giornalista ed amico di Axel si appresta a scrivere. A Lundis, appena due settimane prima di morire, Axel aveva inviato questa poesia di Steen Steensen Blicher:

Si avvicina il momento in cui devo andare,
Sento la voce dell’inverno,
Anch’io infatti sono solo qui per un tratto
E ho una casa altrove“.

Michele Benini
©2011 Il Grande Colibrì
foto: Il Grande Colibrì

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