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Impotenti. A volte ci si sente davvero impotenti di fronte alla legge anti-omosessualità ratificata a fine febbraio dal presidente dell’Uganda, Yoweri Museveni (ilgrandecolibri.com). Le nuove norme sono semplicemente mostruose: ergastolo per chi ha rapporti carnali omosessuali, prigione per chi appoggia pubblicamente in qualsiasi modo la causa dei diritti dei gay. Cosa possiamo fare per contrastare questa follia? Per fortuna la Coalizione della società civile per i diritti umani ed il diritto costituzionale (CSCHRCL) ha pubblicato alcune interessanti linee guida (ugandans4rights.org), che Il grande colibrì ha tradotto qui sotto. La CSCHRCL è una rete che unisce numerose associazioni ugandesi LGBT e femministe, per i diritti umani e per la lotta all’HIV, e che è nata alla fine del 2009 per contrastare il progetto di legge anti-gay che allora prevedeva persino la pena di morte.

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Cari compagni, amici e colleghi,

vi ringraziamo per tutto il sostegno che avete accordato alla Coalizione della società civile per i diritti umani ed il diritto costituzionale (CSCHRCL) nella sua lotta contro il progetto di legge anti-omosessualità nel corso degli anni. Ci ringraziamo, in particolare, per il sostegno accordato da quando, il 20 dicembre 2013, il parlamento dell’Uganda ha approvato questo progetto di legge.

Purtroppo, nonostante l’intenso lavoro che è stato fatto dal 2009 per fermare la trasformazione in legge di questo disegno di legge draconiano, il presidente della Repubblica d’Uganda, Yoweri Museveni Kaguta, ha firmato la ratifica lunedì 24 febbraio 2014. Ora dobbiamo lavorare con la realtà della legge anti-omosessualità.

Queste linee guida spiegheranno a tutti i nostri partner come sostenere la CSCHRCL in questo nuovo contesto:

1. Fatevi sentire. E’ molto importante continuare a dichiararsi contro la legge, contro le sue implicazioni per quanto riguarda la sicurezza della comunità LGBTI e dei suoi alleati e contro le implicazioni generali della legge relativamente alla sanità pubblica e ai diritti umani in generale. Vi invitiamo calorosamente, in tutta la comunicazione sull’impatto della legge, a parlare della contrazione e del deterioramento dello spazio politico che la società civile sta vivendo, senza limitarsi ai diritti umani “specifici”, ma ampliando il discorso ai diritti umani “generali”: il curriculum dell’Uganda è cattivo e sta peggiorando e queste tematiche specifiche sono correlate. A questo proposito si prega di essere consapevoli anche della legge contro la pornografia e di quella sulla gestione dell’ordine pubblico quando si discute la situazione degli attivisti della società civile in Uganda.

2. Organizzate manifestazioni in tutto il mondo. Facciamo appello a tutti i compagni, amici e alleati affinché organizzino manifestazioni in diverse città del mondo, dal momento che questa legge è destinata ad avere effetti negativi per tutti noi. Dobbiamo continuare a farci sentire sentire tutti insieme. Le manifestazioni potrebbero essere svolte davanti all’ambasciata ugandese del vostro paese o chiedendo al vostro luogo di culto di organizzare una veglia.

3. Fate appello alle multinazionali che fanno affari in Uganda affinché rendano pubblica la loro preoccupazione in merito alla legge e ai loro impegni economici futuri in Uganda. Per esempio Heineiken, KLM, British Airways, Turkish Airlines, Barclays Bank e altre società che hanno importanti interessi in Uganda e che già rispettano e valorizzano i diritti LGBT nelle proprie politiche aziendali interne, dovrebbero comprendere tanto il rischio che queste leggi rappresentano per la sicurezza dei propri dipendenti quanto l’impatto di immagine sul loro marchio che avrà il continuare a fare affari in Uganda.

4. Rilasciate dichiarazioni di condanna contro la trasformazione in legge del progetto di legge. Dobbiamo far sapere al governo che non potrà farla franca. Queste dichiarazioni dovrebbero evidenziare anche le altre violazioni dei diritti umani nel paese, non solo quelle dei diritti LGBTI. Si prega sempre di farci conoscere ciascuno di questi appelli, in qualsiasi lingua siano scritti, in modo tale che possiamo postarli o linkarli sul nostro sito web ugandans4rights.org.

5. E’ sorta la questione del taglio degli aiuti internazionali. La nostra posizione sul punto è molto chiara: non appoggiamo tagli agli aiuti generali all’Uganda. Non vogliamo che il popolo ugandese soffra a causa delle scelte politiche sventurate del nostro governo. Invece appoggiamo tagli ad aiuti internazionali strategici in settori specifici, come ad esempio la decisione del governo olandese di cessare il finanziamento nel settore della giustizia. Incoraggiamo una riconsiderazione urgente degli aiuti destinati a organizzazioni e istituzioni governative che non hanno dimostrato di rispettare i diritti umani o che hanno appoggiato attivamente il progetto di legge. Non appoggiamo i tagli degli aiuti destinati alle organizzazioni non-governative o ad altre istituzioni della società civile che offrono servizi sanitari essenziali o altri importanti servizi sociali al popolo ugandese.

6. Aumentate il finanziamento di attività di fornitura di servizi e di assistenza legale in opposizione alla legge destinate alle persone LGBT per cercare di mitigare l’impatto nocivo che questa legge avrà sull’accordo ai servizi e sui diritti umani.

7. Fate pressioni sulle amministrazioni per l’immigrazione del vostro governo affinché adeguino la loro politica sull’asilo politico per quanto riguarda le persone LGBTI che provengono dall’Uganda, dalla Nigeria, dalla Russia, dal Camerun e da tutti gli altri paesi in cui il livello dell’omofobia promossa dallo stato sta crescendo rapidamente.

8. Inviateci informazioni su quali organizzazioni possono aiutarci ad assistere individui che corrano rischi qualora la situazione peggiori e che debbano uscire dal paese e cercare asilo o una ricollocazione altrove.

9. Preparatevi ad azioni urgenti dato che le persone LGBTI o che operano per i diritti LGBTI hanno sempre più probabilità di essere arrestate. Queste azioni urgenti potrebbero includere spedire messaggi al governo ugandese per protestare contro questi arresti, usare social network come Twitter, Facebook e WhatsApp, accrescere la consapevolezza che questi arresti sono avvenuti, contattare la vostra ambasciata in Uganda per manifestare la vostra preoccupazione.

10. Chiedete ai propri governi di diramare avvertenze di viaggio sull’Uganda e ricordare loro che hanno il dovere il proteggere i propri cittadini LGBTI e quindi che dovrebbero prendersi la responsabilità di metterli in guardia sui rischi collegati ai viaggi in Uganda.

11. Contattate le aziende turistiche per esortare anche loro a pubblicare tali avvertenze di viaggio per i loro clienti (per lo stesso principio per il quale le sigarette devono mostrare in bella vista avvisi per la salute, allo stesso modo voli e pacchetti vacanza dovrebbero avere avvisi sui rischi collegati ai viaggi in Uganda).

12. Spingete più leader stranieri nei governi stranieri a dire qualcosa sulla legge, dal momento che non hanno fatto dichiarazioni forti come ci si aspettava.

13. Spingete le celebrità a dire qualcosa sulla legge. Abbiamo bisogno di più voci conosciute e stimate socialmente dagli ugandesi condannino questa legge.

14. Spingete più gruppi che si occupano di aiuti internazionali a dire qualcosa, soprattutto quelli che lavorano sull’HIV/AIDS, come USAID, Pepfar, CDC, Global Fund e altri.

15. Usate la vostra influenza, il vostro lavoro e i vostri network per incoraggiare più leader africani a condannare i livelli di omofobia che crescono grazie alle leggi anti-gay sancite dagli stati.

16. Impegnatevi con tutte le organizzazioni partner non LGBTI in Uganda con cui potete collaborare o che finanziate a pubblicare prese di posizione di condanna nei confronti dell’approvazione della legge contro l’omosessualità e delle sue implicazioni per il lavoro delle organizzazioni non governative (ONG). Ricordate loro che questa legge ridurrà ulteriormente gli spazi per le ONG ed è destinata a influenzare negativamente il lavoro che fanno.

17. Attirate l’attenzione pubblica internazionale su questioni come la corruzione, il traffico di esseri umani, la “nodding desease” nell’Uganda settentrionale, il furto delle terre, la soppressione della libertà dei media e dello spazio per la società civile, la legge sulla gestione dell’ordine pubblico, in modo che l’attenzione si sposti dove è più giusto che stia, nei migliori interessi dell’intera popolazione del paese. Dobbiamo intensificare la critica pubblica su altre tendenze negative in Uganda e ricordare al mondo che questa legge viene usata come uno strumento per distogliere l’attenzione da altri problemi rilevanti che gli ugandesi devono affrontare.

18. Spingete i leader religiosi di tutte le fedi (cattolici, anglicani, musulmani, protestanti, avventisti del settimo giorno, quaccheri, ecc.) a rilasciare dichiarazioni che incoraggino la tolleranza e il rispetto dei diritti umani per tutti gli ugandesi e gli africani.

19. Chiedete ai vostri governi di richiamare gli ambasciatori nelle rispettive capitali per almeno una settimana per consultazioni strategiche sul modo in cui continuare a interagire con l’Uganda e la Nigeria riguardo alle due leggi draconiane. Questo indurrà il governo ugandese a riflettere.

20. Contribuite al supporto fisico, finanziario o tecnico alla Coalizione, alla comunità LGBTI e ai difensori dei diritti umani che si espongono nel lavoro per i diritti LGBTI e che, probabilmente, inizieranno a essere arrestati, accusati penalmente o perseguitati in altro modo. Appoggiate finanziariamente e tecnicamente l’impugnazione della legge davanti alla Corte costituzionale e alla Corte di giustizia dell’Africa orientale.


Traduzione di Pier

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