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Subito dopo la recente elezione del presidente Lula, domenica 8 gennaio circa 4000 estremisti pro-Bolsonaro hanno tentato un golpe radunandosi nella Piazza dei Tre Poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario) a Brasilia, la capitale del Brasile. Sono stati accompagnati dalla polizia distrettuale come se si trattasse di una regolare manifestazione. Hanno aperto le transenne invadendo gli edifici, distruggendo tutto quello che trovavano. Arrivando con 40 bus, gli estremisti pro-Bolsonaro hanno invaso i tre palazzi del potere della capitale: il Palazzo Planalto, il Congresso Nazionale e il Tribunale Federale.

Oltre 1500 gli arresti da parte della Polizia Federale. I leader più coinvolti sono l’ex capo della polizia militare, il governatore del distretto federale di Brasilia e l’ex-responsabile della pubblica sicurezza del distretto. Sono stati sospesi dal loro incarico e i loro conti sono stati bloccati. L’ex-presidente Bolsonaro è stato arrestato dalla Polizia Federale. Le recenti dichiarazioni di Lula fanno cadere la responsabilità del tentato golpe su di lui perché, che ne sia coinvolto direttamente o meno, ha istigato per oltre quattro anni la popolazione ad armarsi.

Jair Messias Bolsonaro

Jair Messias Bolsonaro © Foto di lantidiplomatico.it

Ma come è stato possibile questo tentativo?
Quali sono i volti dietro il terrorismo bolsonarista?

IL COINVOLGIMENTO DEL GOVERNATORE

L’attuale Ministro della Giustizia, Flávio Dino, ha spiegato la sera stessa del tentativo di golpe che l’intelligence sapeva di questo movimento di persone e che il Governo Federale aveva messo a disposizione di Ibaneis Rocha, il governatore federale, i rinforzi necessari. Ma in disaccordo col Ministro, Rocha aveva autorizzato l’ingresso a piedi nella esplanade per quella che riteneva una normale “manifestazione”.

Ibaneis Rocha, governatore federale

Ibaneis Rocha, governatore federale © Foto di TON MOLINA/FOTOARENA/ESTADÃO CONTEÚDO

Il governatore è notoriamente pro-Bolsonaro. A lui rispondono le forze della polizia distrettuale, che non si è opposta alla violenza dei manifestanti: anzi, li ha scortati. Difatti, per placare il tentativo di golpe, il presidente Lula ha dovuto autorizzare la Polizia Federale ad assumere il comando delle operazioni, liberando in poche ore i palazzi dai terroristi.

PASTORI BOLSONARISTI E CANDIDATI POLITICI DIETRO L’ATTACCO

In questo frangente, i pastori bolsonaristi hanno organizzato carovane di autobus per Brasilia con la collaborazione mediatica dei parlamentari religiosi. È quanto riporta un dettagliato reportage di Agencia Pública. “Combatti ora e fai parte della storia”, diceva un post propagandistico su Facebook sugli autobus che intendevano portare i sostenitori di Bolsonaro da Rio de Janeiro a Brasilia.

Combatti ora e fai parte della storia

Il viaggio è stato organizzato dal pastore Elias de Souza. Come lui, altri leader religiosi, alcuni dei quali politici con un mandato, hanno partecipato, aiutato a organizzare o sostenuto l’attacco ai tre poteri dello Stato. Per esempio, i parlamentari Clarissa Tércio e suo marito, il pastore Júnior Tércio, dello stato del Pernambuco. Tércio, deputato più votato dello stato, ha condiviso insieme alla moglie sui social dei video del tentativo di colpo di stato. Il giorno dopo, Clarissa ha ritrattato, facendo eco alle parole di Bolsonaro che si è detto “contro ogni atto di violenza”.

Clarissa Tércio

La coppia appartiene a uno schieramento religioso che negli ultimi anni si è affermato come araldo del conservatorismo cristiano pro-Bolsonaro a Pernambuco. Nel 2020, Clarissa aveva invaso con altri parlamentari un centro sanitario a Recife, per cercare di impedire l’aborto legale di una bambina di 10 anni, vittima di stupro. Clarissa e Júnior Tércio fanno parte dei parlamentari accusati dal Partito Socialismo e Libertà di complicità nei crimini contro lo stato di diritto. L’accusa è stata presentata al Tribunale Supremo Federale (STF).

La carovana del pastore Elias, invece, candidato consigliere a Teresópolis nello stato di Rio de Janeiro per il partito centrista Avante nel 2020, non è più partita: non ha raggiunto il quorum desiderato. Ma la squadra sta pianificando un nuovo viaggio a Brasilia, questa volta per “offrire sostegno ai patrioti che sono stati arrestati”.

LE AZIENDE DI NOLEGGIO D’AUTOBUS FINANZIATE DA BOLSONARO

La maggior parte degli autobus che trasportavano i terroristi provengono dal Paraná e da San Paolo. Una delle compagnie di autobus apparteneva all’impresario Izaul Moraes de Souza. Convinto sostenitore di Bolsonaro, si presenta sui social come un maggiore dell’esercito. Ha pubblicato non solo post che chiedevano un intervento militare in Brasile, ma anche a favore della dittatura militare del 1964. La sua compagnia di trasporti ha ricevuto 43.000 real dal governo Bolsonaro, tra il 2020 e il 2022.

Non è l’unica impresa di noleggio di autobus su cui sta investigando il Tribunale Supremo Federale. La maggior parte degli autobus usati dai bolsonaristi che hanno invaso Brasilia sono immatricolati nello stato di San Paolo e soggetti a perquisizione e sequestro. Dopo San Paolo, Paranà, Minas Gerais e Mato Grosso sono gli stati con il maggior numero di autobus utilizzati dai golpisti.

FIGURE RELIGIOSE EVANGELICHE SOSTENGONO IL GOLPE

“Possiamo dire che il discorso religioso ha agito come motivazione ideologica per gli atti violenti visti a Brasilia, perché mobilita le linee guida morali, il conservatorismo della società brasiliana”.

Queste le parole di Nilza Valéria, la coordinatrice del Fronte degli evangelici per lo stato di diritto.
Il Fronte ha individuato alcuni leader evangelici coinvolti nell’attacco: si tratta di sostenitori di Bolsonaro molto influenti, capaci di mobilitare moltitudini di credenti. L’ex senatore Magno Malta, per esempio, ha additato le manifestazioni come il risultato della “disperazione di un popolo che non è stato ascoltato”. Il pastore Josué Valandro della chiesa battista Atitude, a Barra da Tijuca, sui social ha espresso il suo sostegno agli attacchi di Brasilia. Josué frequentava l’ex first lady Michelle Bolsonaro.

“Questi leader possono non aver partecipato agli atti di depredazione, ma hanno aperto la strada, legittimando per mesi i campi dei bolsonaristi e gli atti degli estremisti. Hanno propagato un discorso che legittima la morte e la distruzione, che è anti-biblico e anti-cristiano”, spiega Nilza.

“Il discorso religioso, slegato dalla formazione di base, dai concetti di cittadinanza, crea l’ambiente ideale per le scene che abbiamo visto, con persone che cantano lodi e pregano, come se stessero vincendo una guerra”.

Su Whatsapp è circolato un audio attribuito al pastore in pensione Manoel Angelo Chagas, della città di Rolim Moura:

“Anche il popolo deve partire e andare al Congresso, invaderlo e non lasciare entrare nessuno. Xandão non entra, Lula non entra, non entra nessuno. Poi, sarà l’Esercito ad agire”

Il giorno prima dell’invasione, la pastora Ana Marita Terra Nova ha postato su Instagram: “Bisogna fermarsi e dirlo: intervento militare! Chi può andare a Brasilia, vada!”. Bisogna pensare che l’account di Ana Marita è seguito da più di 50.000 follower.

La pastora Nubia Modista, della chiesa evangelica apostolica di Itaguaí, a Rio de Janeiro, era tra gli invasori che hanno pubblicato video all’interno di edifici pubblici. “Sono qui, dentro il congresso. La polizia voleva farli entrare… invece guarda qua!”. In un altro video, attraversa il Congresso e si fa beffe della sicurezza del luogo: “facciamo partire i fuochi d’artificio!”, esclama, dopo aver sentito il rumore delle bombe.

Il pastore Sandro Rocha, della chiesa di Porto de Cristo, a Guaratuba (Paraná), profetizzava sul suo canale YouTube che esercito e polizia si sarebbero uniti al popolo contro il comunismo. Il pastore Thiago Bezerra, invece, ha diffuso fake news, attribuendo le violenze a infiltrati di sinistra.

Tra i partecipanti all’attentato anche i cantanti gospel Salomão Vieira, Michele Nascimento, Fernanda Oliver e Wesley Rosa, i pastori Mari Santos, di Manaus, e Ricardo Martins. Secondo il Fronte degli evangelici per lo stato di diritto, però, “finora gli evangelici non sono stati coinvolti in movimenti golpisti con la stessa intensità con cui erano presenti nella campagna presidenziale del 2022”.

I leader evangelici bolsonaristi che sono al Congresso, dal canto loro, hanno mantenuto posizioni più ambivalenti. Sóstenes Cavalcante ha dichiarato che “vedere un disonorato, (sic) diventare presidente provoca un istinto di rivolta”, pur specificando di non sostenere atti violenti. E il deputato federale Marco Feliciano (PL-SP) ha affermato: “temperamenti feroci avrebbero portato a depredazioni illegittime”.

 

Siria Comite
©2023 Il Grande Colibrì
immagini: elaborazione da foto di Marcelo Camargo / glistatigenerali.com

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