La notizia, come viene proposta, è una di quelle che fanno gola alla stampa di destra di tutto il mondo: in California, stato degli USA molto noto per le proprie politiche inclusive verso le persone LGBTQIA+ (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali), nella città di Palm Springs, località ancora più friendly, verrà dato un reddito di cittadinanza di 900 dollari a chiunque si dichiari transgender o non binariə.
Tra un allarme per una presunta “eterofobia” e le facili ironie che vengono fatte in questo caso, si danno anche le cifre: il consiglio comunale avrebbe messo a disposizione un budget 200.000 US$ per dare un reddito mensile di 900 US$ per 18 mesi a chi si dichiari transgender o non binariə.
Una somma modesta per un progetto pilota
Un po’ di matematica basterebbe per capire che con queste cifre, non sarebbero poi molte persone ad esserne coinvolte: una dozzina al massimo, a patto che il programma si fermi ai primi 18 mesi.
La realtà è un po’ più complessa: il consiglio comunale di Palm Springs ha effettivamente dato un finanziamento di 200.000 dollari, ma a due associazioni “di area” (Queer Works e DAP Health) affinché queste possano sviluppare un programma pilota che possa portare, in un futuro, ad implementare negli USA il primo reddito di cittadinanza mirato alle persone transgender e non binariə non autosufficienti.
“Palm Springs – ha dichiarato la consigliera Christy Holstege al Washington Post – è stato per anni un posto sicuro per le persone LGBTQ. Ed è importante che la città sia in prima fila nella difesa dei diritti delle persone trans, soprattutto quando queste sono sotto attacco in tutto il paese”.
La città ha come sindaca una donna transgender, Lisa Middleton, che si è dichiarata molto cauta sul progetto, ed è nota per l’inclusività verso le persone LGBTQIA+. È stata una delle prime ad adottare i bagni gender neutral e a chiedere che i datori di lavoro concedano gli stessi benefici allə propriə dipendenti senza considerare la loro identità di genere.
Palm Springs Mayor Lisa Middleton
L’emarginazione della comunità transgender americana
La comunità transgender americana ha grossi problemi di carattere economico. Secondo uno studio del Williams Institute, il 21,6% delle persone LGBT americane vive sotto la soglia di povertà, numero che è ben superiore a quello che riguarda le persone cisgender eterosessuali (15,7%). Ma tra le persone LGBT, quelle transgender hanno un tasso di povertà del 29,4%.
Un ulteriore studio della University of California, Los Angeles (UCLA) del 2000 ha mostrato che l’8% delle persone transgender adulte è stato almeno una volta senza un alloggio nell’anno precedente. Il dato scende al 3% dellə americanə gay, bisessuali e genderqueer, e l’1% di quellə eterosessuali.
Jacob Rostovsky, fondatore di Queer Works afferma inoltre che la comunità transgender ha livelli di disoccupazione e di discriminazione sul lavoro ben più alti, oltre a dover affrontare un numero maggiore di problemi legati alla salute.
La proposta di Palm Springs va ad affrontare la questione della povertà, e mette al centro le persone transgender e non binarie, prendendo in considerazione i problemi che queste comunità devono affrontare.
Le due associazioni (Queer Works e DAP Health) hanno annunciato che il programma verrà sviluppato “da e per” le persone che appartengono a quei gruppi. Al momento, nessuno parla di cifre e di come possa svolgersi il progetto pilota, ma gli altri esperimenti di reddito globale (GBI, Guaranteed Basic Income) riguardano, appunto, una ventina di persone coinvolte per una fase di 18 mesi, e una quota tra i 600 e i 900 dollari mensili a testa.
Alessandro Garzi
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Alessandro Garzi: “Ho sempre avuto un interesse per i diritti civili. Al momento, cerco di capire qualcosa sulle politiche verso le persone LGBTQIA+ nei paesi dell’Europa centrale ed orientale, e di far conoscere cosa sia l’orientamento asessuale e il mondo che lo circonda” > leggi tutti i suoi articoli
